Corriere della Sera - Sette

LA SFIDA DI MATTIA VEZZOLA UN ROSÉ CHE DURI NEL TEMPO

- Di LUCIANO FERRARO

Mattia Vezzola, 69 anni, divide le persone «tra chi ha vissuto i Beatles e i Rolling Stones, e chi no. Anni memorabili». È in quegli anni che iniziava a formarsi Mattia, fino a diventare uno dei migliori enologi d’Europa. Con un senso lirico del vino. Ha un tocco raffinato, trasforma in sorsi esatti, solo all’apparenza semplici, le uve che lavora. È conosciuto come l’artefice della fortuna in cantina di Bellavista, in Franciacor­ta. Ma il suo regno è a Moniga, a poche centinaia di metri dalle acque del Lago di Garda. Nell’ufficio della cantina Costaripa, con l’immagine del mago dei trapianti di cuore, Christiaan Barnard («ho fatto un vino per lui, dedicato alla Fondazione di Lady Diana, il ricavato è servito a pagare alcune operazioni chirurgich­e salvavita»), Mattia ogni giorno si dedica a una missione irrinuncia­bile: trasformar­e i suoi vini rosati in campioni di longevità. Siamo in Valtenesi, una Doc da 3,3 milioni di bottiglie.

«Sto lavorando tanto sui rosati», racconta Vezzola. «Sono un antidoto al formalismo. Il rosé è un modo di vivere. Chi ama il rosato da viticoltur­a dedicata è elegante e semplice. Questa zona ha una grande vocazione. Un clima mediterran­eo, si chiamava la riviera dei castelli e dei limoni, il luogo più a nord del mondo dove si coltivano agrumi (ma anche capperi), in un panorama prealpino».

Il vino che lo rappresent­a di più è il Molmenti, due anni di botte e due di bottiglia. Viene da una vigna di 50 anni, rivolta a sud-est verso il lago. «Presto l’affinament­o sarà prolungato di un anno. Lo scopo di questo vino è rompere il pregiudizi­o che il rosato sia solo un vino da bere al massimo un anno dopo la vendemmia. Mi sono chiesto: perché il vino da dessert dura un secolo e il rosato 12 mesi? Si lavora così tanto per metterlo a punto che sarebbe mortifican­te limitare la sua vita».

Ha cambiato con decisione rotta quando, nel 1992, un amico gli ha regalato una bottiglia di un rosé di 10 anni. «Ti sei sbagliato?», gli chiese. Non era un errore, ma un traguardo possibile. Il Molmenti (Groppello soprattutt­o, poi Marzemino, Barbera e Sangiovese), ha un colore pallido. È misurato, come il suo creatore. Profuma di ribes, con una carezza alla salvia. È armonico e fresco (2016 l’annata in commercio, la 2017 è in arrivo). Più Beatles che Rolling Stones.

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