Corriere della Sera - Sette

IL DISCO FETALE L’ARTISTA È NELLA PANCIA E DÀ IL RITMO

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Al disco postumo ci abbiamo fatto l’abitudine. Il business del caro estinto, il frugare nei cassetti dell’artista che se ne è andato per tirare fuori materiale di cui magari si vergognava, è un classico della discografi­a. Qualcuno ha pensato di andare all’estremo opposto della vita. Ed ecco il disco fetale, registrato mentre l’artista era ancora nella pancia della mamma. Ci hanno pensato i genitori di Luca Yupanqui, una bambina nata il 15 novembre del 2019. Mamma e papà, la bassista Elizabeth Hart e il produttore Iván Diaz Mathé, sono andati oltre il passaggio del dna musicale e della passione: hanno registrato la sua attività intrauteri­na con una tecnologia midi che traduceva calcetti e movimenti del feto in impulsi che sono stati poi elaborati da un synth.

Tutto è stato registrato in cinque session di un’ora in cui la famiglia ha creato una sorta di momento di meditazion­e che li aiutasse a catturare l’essenza spirituale della vita. Si tratta di suoni sperimenta­li, variazioni ritmiche, che i genitori hanno scelto di elaborare «il meno possibile per permettere al messaggio di Luca di esistere nella sua forma grezza». Il progetto apre la discussion­e su temi di etica, spirituali­tà e ovviamente business. Sounds of the Unborn, questo il titolo, esce il 2 aprile, ci sono anche delle edizioni limitate in vinile colorato, e con 200 dollari si può acquistare il kit per ripetere l’operazione a casa propria. E se poi quando Luca cresce dovesse disconosce­re l’opera? Ci penseranno gli avvocati.

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La bassista Elizabeth Hart e il produttore Iván Diaz Mathé durante la registrazi­one di Sounds of the Unborn, disco che uscirà il prossimo 2 aprile

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