UN MITE ARCHEOLOGO E LA SIGNORA INGLESE
La forza delle passioni, l’ineluttabilità del destino, la precarietà degli affetti. E la potenza della storia, unica via data agli uomini per lasciare tracce nel mondo. Ragiona attorno a questi temi eterni e non nuovi La nave sepolta, film all british dal libro di John Preston Lo scavo.
Sceneggiato da Moira Buffini, già apprezzata per la Jane Eyre di Fukunaga
con Mia Wasikowska, il film vive naturalmente soprattutto sull’interpretazione di due attori non comuni: Ralph Fiennes, invecchiato per l’occasione nel ruolo dell’addetto agli scavi Basil Brown, troppo remissivo e di umili origini per essere considerato archeologo nella società inglese snob e classista del 1939; Carey
Mulligan, eterea e convincente al primo ruolo da “signora” inglese di campagna – giovane vedova con figlio ultrasensibile – dopo tanti da ragazzina. La malinconia venata d’angoscia che li unisce nella loro diversità è una delle chiavi indovinate del film, prodotto da Netflix e disponibile sulla piattaforma dal 29 gennaio scorso. Siamo dalle parti del cinema d’Oltremanica tradizionale che riscopre una storia vera: più sussurrato che raccontato, ironia rassicurante e personaggi ben tratteggiati senza eccedere in originalità. Un onesto prodotto medio che però riesce a trasmettere la foga della passione archeologica e i brividi di un’umanità sul ciglio dell’ignoto, consapevole che il conflitto mondiale in arrivo cambierà tutto.
LA NAVE SEPOLTA
LA FRASE
Regia di Simon Stone con
Carey Mulligan, Ralph Fiennes, Lily James, Johnny
Flynn, Ben Chaplin