«PER FAVORE, NON INVIATEGLI PIÙ
giocare un ruolo di primo piano e tutto ciò è confermato dall’entourage di Navalny. Ne ha le capacità, sia diplomatiche che politiche. La donna è l’avvenire dell’uomo e Yulia può avere un grande avvenire».
Fuori, Mosca è sotto assedio. Alla notizia della condanna camionette della polizia, degli Omon e della Rosguardia sono parcheggiate ovunque per dissuadere anche con la violenza chi, appoggiando Navalny, sostiene le proprie ragioni. Più di 120 le città russe coinvolte. Di questi manifestanti pacifici 700 sono già stati condannati a seimila giorni di prigione. Negli stessi giorni parte l’ordine di scuderia firmato Navalny: basta manifestazioni per il momento, fino a primavera. Troppo rischiose per chi vi partecipa. Concentratevi su settembre. Tutto ciò che vuole il partito Russia del Futuro con il capo in galera è partecipare alle elezioni per la Duma. Ciò che il Cremlino teme di più. Quando Navalny nel 2013 era candidato sindaco di Mosca (le uniche elezioni a cui fu ammesso), il popolare Sergei Sobyanin aveva evitato il ballottaggio per un pelo. L’ignoto Aleksej aveva ottenuto il 27% dei voti.
La telefonata agli avvelenatori
Aleksej Navalny all’inizio forse non pensava di diventare un politico. Si concepiva come un ariete contro il muro inscalfibile della corruzione russa (il filmato trasmesso a gennaio, il giorno del suo arresto, che mostra nei dettagli l’immenso palazzo sul Mar Nero la cui proprietà è attribuita al presidente, è stato visualizzato cento milioni di volte in pochi giorni). Ma i candidati carismatici dell’opposizione lungo il cammino cominciavano a scarseggiare: l’ex uomo più ricco della Russia Mikhail Khodorkovsky dopo quasi dieci anni di prigionia tra la Siberia e la Carelia sceglie l’esilio vo