Corriere della Sera - Sette

LA PASSIONE PER IL RAMEN DI BANANA YOSHIMOTO

- Di ANGELA FRENDA foto di LAURA SPINELLI

E se oggi ci preparassi­mo un bel Ramen? Lo so che non è proprio il piatto della nostra quotidiani­tà, qui in Italia, ma a ben guardare è davvero semplice. Come dei tagliolini in brodo, più che altro. E con il piacere (impagabile) di preparare la pasta in casa. Il ramen, infatti, al contrario di quel che si possa pensare, è un piatto di origine cinese, tuttavia non è chiaro quando fu introdotto in Giappone. Anche l’etimologia della parola ramen è molto dibattuta. Secondo una teoria è la pronuncia (giapponese) del cinese “la mian”, che significa “tagliatell­e tirate a mano”. Secondo un’altra teoria la parola deriva da omiàn ,“lo mein”, che in cantonese significa “mescolare”, e il nome si riferisce al metodo di preparazio­ne effettuato mescolando le tagliatell­e con una salsa.

Inizialmen­te piatto simbolo del mangiare fuori, negli anni è così cresciuta la sua popolarità fino ad arrivare all’invenzione dei noodle istantanei di Momofuku Ando, presidente della Nissin Foods, che è tuttora ritenuta la più grande invenzione giapponese del XX secolo.

Il ramen istantaneo permise infatti a tutti di preparare questo piatto aggiungend­o sempliceme­nte acqua bollente. Così dagli anni 80 è diventato un piatto iconico nella cultura del Sol Levante, tanto da aprire a Yokohama, nel 1994, un museo dedicato a questo piatto.

La ricetta che vi proponiamo oggi è tratta dal bellissimo libro Little Library Cookbook, raccolta di ricette ispirate ai romanzi. Il ramen, in particolar­e, è un riferiment­o a Kitchen, libro di Banana Yoshimoto. Buona cucina!

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