I MOSTRI IL FRATELLO LA CAMERETTA CHI È DAVVERO BILLIE EILISH
Milano, agosto 2019: l’allora diciassettenne Billie Eilish conquista prima la platea di giornalisti accorsi a scoprire il segreto del successo della nuova star della musica mondiale («Non puoi fingere di essere autentica», dichiarava); dopodiché si dà in pasto alla folla di coetanei e, durante il concerto, si fa fatica a distinguere la sua voce da quella del pubblico. Un coro unico, a ulteriore conferma che la teenager venuta dalla periferia di Los Angeles è capace, soprattutto e prima di ogni altra considerazione sulle sue qualità artistiche, di dare voce al malessere della Generazione Z. Proprio per questo motivo Billie Eilish: The World’s a Little Blurry , il “documentario biografico” da oggi su Apple Tv+, è qualcosa in più di un prodotto a uso e consumo dei fan: «Fin dal primo giorno, mi è stato molto chiaro che stavo realizzando una storia di formazione», ha detto il regista R.J. Cutler, nominato all’Oscar per The War Room.
Il fil rouge del racconto, in questo caso, è la creazione dell’album dei record When we all fall asleep, where do we go?, il disco di debutto più venduto di tutto il decennio, valso all’artista svariati Grammy. Con questo pretesto la telecamera si intrufola a casa Baird-O’Connell mostrandoci scene di vita famigliare tutt’altro che patinate, dal lettone disfatto dei genitori (entrambi attori) con Billie che confessa: «Ogni tanto ci dormo perché sotto il mio ci sono i mostri», fino alle sessioni casalinghe di registrazione con l’inseparabile fratello Finneas O’Connell, musicista, autore e in parte responsabile di questa straordinaria ascesa iniziata, come vuole l’epica della Generazione Z, dalla “cameretta” di una adolescente. Agli adulti che vogliono capirci qualcosa in più, non resta che sbirciare nel buco della serratura.