GLI PSICHIATRI: LE QUARANTENE E I LOCKDOWN HANNO QUADRUPLICATO I CASI DI DISTURBI ALIMENTARI TRA I MINORI INGLESI
È l’allarme del Royal College of Psychiatrists, l’organismo britannico che forma gli psichiatri d’Oltremanica, secondo cui il Covid rappresenta la più grande minaccia per la salute mentale dalla Seconda guerra mondiale. Già un anno fa, negli Stati Uniti, dove si stima che il 29% della popolazione avrà un disturbo alimentare nel corso della propria vita, gli psichiatri avevano avvertito che dipendenze e disturbi alimentari avrebbero proliferato nel lockdown, raccomandando di correre ai ripari. E ora, secondo l’istituto londinese, i dati peggiori devono ancora arrivare. Se prima della pandemia, infatti, i casi urgenti di disturbi alimentari in Inghilterra riguardavano il 20% delle impegnative mediche, oggi sono l’80%. E se a essere colpite sono tutte le fasce d’età, particolarmente grave, spiegano i pediatri, è la situazione tra bambini e ragazzi. Tra ottobre e dicembre 2020, infatti, il numero di bambini e ragazzi inglesi in attesa di cure urgenti è quadruplicato rispetto allo stesso periodo del 2019, mentre il numero dei casi non urgenti in attesa è aumentato del 128%. Un allarme che segue quello lanciato a dicembre dal ministero della Salute, dopo il forte aumento di ricoveri, specie per anoressia,
E se già in condizioni normali tanti non chiedono aiuto, con la pandemia tutto è peggiorato, e spesso, al momento della visita, il quadro è già compromesso.
Un trend che si osserva anche in Italia, specie in età infantile, nonostante la cronica mancanza di presidi sul territorio e la storica sottovalutazione di tutto ciò che riguarda la salute mentale. Secondo nuovi dati forniti a da Valeria Zanna, responsabile del Servizio di diagnosi e cura dei disturbi alimentari presso l’ospedale Bambino Gesù di Roma (uno dei centri di riferimento per i disturbi alimentari dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, dove arrivano pazienti da tutto il Paese),