HANNO TOLTO L’ANIMA ALLA SCUOLA NON È PIÙ CENTRALE PER I RAGAZZI COLPA DELLA RIVOLUZIONE DIGITALE
Mi è capitato di accompagnare un paio di adolescenti nelle loro scuole, a sbrigare qualche pratica per l’inizio dell’anno scolastico. E sono stato assalito dai ricordi, di quando a scuola si tornava il 1° ottobre con il cuore gonfio di una struggente aspettativa. Magari racconto una nostalgia solo mia, magari i miei coetanei del tempo non erano così ansiosi di tornare a sedersi in un banco per cinque ore al giorno, magari molti avrebbero pagato perché l’estate fosse durata ancora e per sempre. Però io ricordo invece un clima di febbrile eccitazione. Nei 30 giorni di settembre avevamo avuto tutto il tempo di stancarci delle vacanze. La noia di lunghe giornate senza più il diversivo della spiaggia non era neanche lontanamente mitigata dai moderni palliativi della rete, dei social, dei videogiochi, della tv h24 con centinaia di canali disponibili, delle chat con gli amici. Così di giorno si stava a casa a non far nulla, la Rai cominciava le trasmissioni nel pomeriggio, con l’eccezione dei film di fantascienza al mattino nelle settimane della Mostra d’Oltremare (almeno per me che vivevo nel Napoletano); e nel tardo pomeriggio al massimo un pigro “struscio” sul corso o al lungomare, un gelato e uno sfottò per ammazzare il tempo.
La lunghezza spropositata delle vacanze e il vuoto di socialità che la chiusura delle scuole comportava diventavano presto insopportabili. Quando ero ragazzo io, e d’estate non ci si muoveva dal paese e le frequentazioni estive si limitavano ai ragazzi del palazzo, la scuola era la maggiore e spesso unica occasione di relazioni; l’unico occhio spalancato sul mondo in famiglie nelle quali non c’erano libri e non si andava al cinema; l’unica palestra per quella ginnastica sociale che è la vera essenza dell’adolescenza ,il cibo più importante – quasi al limite della dipendenza – per un ragazzo appena uscito dalla bambagia familiare dell’infanzia, all’improvviso di fronte al mare aperto e tempestoso della vita adulta, nella quale nessuno più ti coccola come mamma e papà, ma tutti ti giudicano.
Sarà per questo che gli adolescenti di oggi, interpellati sulle loro emozioni per la riapertura della scuola, scrollano le spalle indifferenti. Sì, non è male rincontrare gli amici, ma tanto ho chattato tutta l’estate in videochiamata. Sì, non è male riprendere il ritmo di una vita normale, ma così non posso più giocare alla Play di notte. Sì, non è male rivedere la compagna di banco, ma ha postato così tanti video su TikTok…
Fuor di metafora, la scuola ha smesso di essere il centro della loro vita. Non è colpa sua. Ma senza più quell’anima è rimasto in piedi solo lo scheletro, fatto di professori spesso noiosi perché sempre più demotivati, di libri di testo antiquati nonostante li cambino ogni anno, di lunghe attese e minacciose interrogazioni.
Io non saprei dire come la scuola possa cambiare per tornare a riempire le vite dei nostri ragazzi. Ma so che la rivoluzione digitale l’ha spogliata del suo fascino, del suo mistero, del suo calore umano. E che così non può restare.
SI TORNA IN CLASSE SENZA EMOZIONI: GLI AMICI LI VEDI TUTTA L’ESTATE SUL CELLULARE E LA VICINA DI BANCO POSTA VIDEO SU TIKTOK...