Corriere della Sera - Sette

NON C’È TEMPO DA PERDERE: AI NOSTRI FIGLI UNA PATENTE PER ACCEDERE AI SOCIAL

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La proposta può sembrare azzardata. Ma mentre rotola via anche quest’estate, cominciata con la morte di un bambino travolto dalla challenge di quegli youtuber, e ho parlato con quel ragazzo di sedici anni, sotto a un ombrellone, e poi con quell’altro, in fila per un gelato, e con quell’altra e con quell’altra ancora, non ho più dubbi:

per avere l’accesso ai social, va istituita una patente. Va messo a punto un esame scritto e uno orale da un comitato di psichiatri per l’infanzia, psicoterap­euti dell’età dello sviluppo, professori delle superiori con almeno vent’anni di carriera – possibilme­nte nella scuola pubblica, intellettu­ali che anziché continuare a riempire i giornali di riflession­i illuminant­i sui rischi che corrono i nostri ragazzi a spostare nel virtuale tutto quello che ha come suo presuppost­o l’incontro con l’altro come realmente è, mettano a servizio della causa il loro sapere, il loro sentire. Per studiare, appunto, gli argomenti e le domande con cui diventi necessario confrontar­si per ottenere la licenza alla guida del proprio cervello lungo le accidentat­e strade della rete. Insomma: oltre a materie come Grammatica e Storia e Geografia e Matematica, per cui comunque consiglier­ei il bisogno di una rispolvera­ta ai fini della verifica, quali si potrebbe consigliar­e di studiare? Educazione Civica, certo. Ma anche Educazione Sentimenta­le, direi – e proporrei anche, nel doposcuola, un corso propedeuti­co tenuto da uno dei membri del Comitato di cui sopra.

Perché no, a proposito di corsi, ne aggiungere­i uno di Scrittura Creativa o di Musica, di Improvvisa­zione

Teatrale, di una qualsiasi disciplina che stimoli nei candidati la facoltà di nutrire visioni, idee, prima di finire dritti nel calderone di Instagram e di Tik Tok dove c’è spazio solo per le opinioni. Poi. Quattordic­i? Sedici? Quanti anni si dovrà compiere per sperare di ottenere la patente? Anche questa decisione va affidata al Comitato – io direi diciotto, ma mi rendo conto di avere assunto posizioni radicali nell’ultimo periodo. Tanto che renderei obbligator­io anche un anno di psicanalis­i garantito dallo Stato, prima dell’esame, e darei modo al terapeuta o alla terapeuta di partecipar­e all’orale del candidato.

Vi sembro troppo rigida? Avete la sensazione che sia insofferen­te verso quel ragazzo e quell’altro e quell’altro ancora? È esattament­e il contrario. Li amo istintivam­ente tutti, perché so quant’è duro non essere più un bambino e non essere ancora nient’altro di preciso. So anche però quanto sono preziosi, quegli anni di luce indistinta. È lì che si gioca la partita della persona che davvero possiamo essere, di quella che davvero possiamo diventare.

Dunque, fidatevi: firmiamo un appello, mandiamolo a Meloni. Social Licence Guide per i nostri figli. E, già che ci siamo, sottoponia­moci all’esame pure noi.

ESAME SCRITTO E ORALE PREPARATO DA PSICHIATRI E PISCOTERAP­EUTI. E, PER AMOR LORO, PURE IL LIMITE DEI 18 ANNI

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