DAL MOLISE AL RESTO DEL MONDO GRAZIE A UN’INTUIZIONE «PER IL NOSTRO MERCATO IL BI-FUEL È LA SCELTA PIÙ ACCESSIBILE»
Macchia d’Isernia, in Molise – seconda regione più piccola d’Italia dopo la Val d’Aosta – risiedono poco più di mille abitanti, tra cui la famiglia di Massimo Di Risio, 63 anni, ex pilota automobilistico e oggi imprenditore, che proprio in quel paese, di cui è originario, ha deciso di fondare nel 2006 la casa automobilistica, di respiro internazionale, Dr Automobiles Groupe, lontano centinaia di chilometri dai principali centri automobilistici italiani, come Milano o Torino. Una scommessa e una sfida. «Venti anni fa» spiega Di Risio «abbiamo intuito che la condivisione di piattaforme e componentistica preesistenti ci avrebbe consentito di abbattere notevolmente gli investimenti strutturali. Abbiamo dunque creato delle solide partnership industriali con alcuni colossi dell’industria automobilistica asiatica, che ci consentono oggi di avere una notevole capacità produttiva. Inoltre, grazie ad un’organizzazione piuttosto snella e flessibile, siamo riusciti a trovare dei fornitori in grado di garantirci microchip e semiconduttori in questo momento di crisi nella reperibilità di tali componenti. Di conseguenza tutto questo ci consente di avere ampia disponibilità di prodotto, con tutti i modelli in pronta consegna. È per noi indubbiamente un bel vantaggio competitivo».
Dr Automobiles è in continua crescita e da Macchia d’Isernia è passata nell’arco di pochi anni al mercato nazionale e poi internazionale, come
Aspiega Di Risio: «La nostra espansione non riguarda solo il mercato italiano dove il network di vendita DR ed EVO continua a crescere, diventando sempre più capillare, ma anche i principali mercati europei come Spagna e Francia, dove stiamo per atterrare grazie ad una strategica partnership stipulata con CA Auto Bank, gruppo che oggi annovera oltre 5mila dealer convenzionati in tutta Europa». Nel frattempo il Parlamento europeo ha approvato il divieto di vendita di auto a benzina, diesel e Gpl a partire dal 2035. Si potranno vendere, quindi, solo auto elettriche e a idrogeno.
Le attuali auto a benzina con motore a combustione interna potranno continuare a essere guidate dopo il 2035. Le nuove regole – che non impongono che entro il 2035 tutte le auto in circolazione siano a emissioni zero – non riguardano le auto in circolazione, ma quelle che verranno prodotte. Una decisione che in Italia ha sollevato dubbi e preoccupazioni.
«Pur ritenendo che l’elettrico rappresenterà comunque una delle frontiere dell’automotive, motivo per cui stiamo sviluppando anche noi questa tecnologia, pensiamo che il 2035 sia un termine troppo ravvicinato per abbondare definitivamente 100 anni di storia del motore termico. In primis perché il mercato italiano non è ancora pronto. In secondo luogo perché un’intera filiera non riuscirà a riconvertirsi così rapidamente su una sola nuova tecnologia. Sono a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro. Concordiamo con quella corrente di pensiero, recentemente affermatasi, soprattutto in Italia, che, pur riconoscendo la necessità di una transizione ecologica, propende per una neutralità tesa a favorire qualsiasi tipo di tecnologia ecocompatibile, in grado di ridurre le emissioni di CO2». E conclude: «È evidente che crediamo fortemente nel bi-fuel. Riteniamo che, almeno per l’Italia, rappresenti la scelta ecologista più pratica ed accessibile, considerando le difficoltà legate all’utilizzo del full electric, gli elevati costi di acquisto ma anche di gestione, come sta accadendo in questo momento di crisi energetica».
MASSIMO DI RISIO: «IL 2035 È UN TERMINE TROPPO RAVVICINATO PER ABBANDONARE 100 ANNI DI STORIA DEL MOTORE TERMICO»