LEI VUOLE UN FIGLIO-INDENNIZZO DI UN MATRIMONIO FINITO? SEGUI L’ISTINTO E RISPONDI NO
Caro Massimo sto con mia moglie da 4 anni, ma forse non l’ho mai amata. L’ho scelta perché incarnava e incarna la mamma perfetta di un eventuale bambino. Avevo deciso che allo scoccare dei miei primi 40 anni era scoccato l’orologio biologico del figlio e un’altra come lei, buona, seria, colta, dolce, semplice, idealista, tranquilla, indipendente, chissà tra quanto tempo sarebbe ripassata. Immediatamente dopo il matrimonio mi resi conto del grande errore, glielo rivelai ma ci demmo comunque un tempo massimo di un anno di vera convivenza matrimoniale per vedere se il mio sentimento verso di lei potesse mutare grazie alla felicità di un’eventuale gravidanza. I due anni di COVID, con la cristallizzazione delle vite e delle emozioni, hanno ritardato oltremisura il mio proposito di porre rimedio all’errore. Dopo 4 anni di tentativi naturali poco convinti, proprio perché non supportati dalla chimica dell’amore, mia moglie ha deciso che l’unica soluzione è la procreazione assistita. Lei ha 39 anni ora. Nel frattempo, ho perso la testa per una collega lontana, che mi ha fatto scoprire dopo anni di letargo che il mio cuore poteva battere ancora. L’amore verso di lei mi ha fatto fare delle cose incredibili, mi ha ridato energie dimenticate, mi ha reso nuovo, mi ha ispirato. Era dunque arrivata la prova reale che nel mio matrimonio non c’era l’amore. Sorretto da questa forza, anche se non ricambiato o solo per una fase, ho detto a mia moglie che non l’amavo più e che sarebbe stato meglio lasciarsi. Lei, pur messa a conoscenza della situazione, vuole a tutti i costi la donazione del mio seme per la procreazione assistita: il giorno dopo la donazione, a detta di lei, potrò anche separarmi. Dice che glielo devo, altrimenti le ho rovinato soltanto la vita perché le avrei fatto perdere tempo... il tempo che ci siamo presi in questi anni per renderci conto che non siamo innamorati lei lo considera perso. Ti chiedo una luce.
ALTRO CHE UNA LUCE, CARO F, qui servirebbe una centralina elettrica. La tua storia rappresenta un “bignamino” di tutto quel che andrebbe evitato in amore. Sposarsi senza convinzione, innanzitutto. “Capisco entrare in crisi già durante la luna di miele”, scherza spesso un mio amico, “ma almeno il giorno in cui ti sposi dovresti essere convinto che sia per tutta la vita”. Il tuo istinto ti supplicava di non rovinare la vita a lei e a te. Invece hai dato ascolto alla mente, che con i suoi ragionamenti impeccabili ti ha suggerito una scelta strumentale e di paura. Strumentale, perché finalizzata solo alla procreazione di un figlio, che in un legame sano dovrebbe essere l’effetto e non la causa dell’amore. E di paura, perché a spingerti verso le nozze era la sensazione di non potere mai più trovare un’altra donna con le sue caratteristiche. Ma il rapporto costi-benefici è una logica contabile che poteva funzionare nei matrimoni di interesse del XIX secolo: non si applica ai sentimenti. Cominciata male, la vostra storia è continuata peggio. Se
«HO SPOSATO MIA MOGLIE SENZA AMARLA. ORA DESIDERO ANDARMENE, MA LEI CHIEDE LA PROCREAZIONE ASSISTITA...»
quel che scrivi corrisponde al vero, tua moglie ha accettato di restare con te pur sapendo di non essere amata, al solo fine di avere un figlio, nella speranza che la sua nascita potesse scaldarti il cuore e di conseguenza scongelare la vostra unione. E quando le hai confessato di amare un’altra (che non ti ricambiava nemmeno con convinzione), ha tenuto il punto sul figlio: a questo punto non più per creare l’amore tra voi, ma per portare a casa un risultato dalle macerie del matrimonio. Anche lei ha optato per una scelta di paura: nel timore che questa sia la sua ultima chance di diventare madre, vuole che ti eclissi solo dopo il concepimento del bambino, al quale state preparando una infanzia davvero splendida, tra due genitori che non si stimano più e che gli faranno inevitabilmente pesare tutti i compromessi sentimentali a cui si sono sottoposti pur di metterlo al mondo.
Capisco che tu sia talmente paralizzato dalla confusione e dai sensi di colpa da non sapere come uscirne: accontentare tua moglie prima di lasciarla, oppure lasciarla senza accontentarla, dicendole che, se tu hai sbagliato a sposarla, anche lei sta commettendo un errore a pretendere un figlio da te? Non devi chiedere a me la luce, ma all’unico che può dartela: il tuo istinto. Anche se adesso ti sembra di non sentire la sua voce, sopraffatta com’è da mille altri rumori, ti garantisco che sta continuando a sussurrarti la risposta giusta, qualunque essa sia. Fai silenzio dentro di te (dieci respirazioni profonde è un buon modo per cominciare) e spegni i vorticosi pensieri che ti frullano nella testa. Il tuo istinto (la tua coscienza, se preferisci) sa già che cosa fare. Permettigli di farlo.
LA TUA STORIA RAPPRESENTA UN “BIGNAMINO” DI TUTTO QUELLO CHE NON ANDREBBE MAI FATTO IN AMORE