AH, I TITOLI BELLISSIMI DI CAPOTE L’UOMO PIÙ DIVERTENTE (E TRAGICO) DEL SECOLO SCORSO
TRUMAN CAPOTE SCRISSE storie bellissime con titoli bellissimi (Altre voci, altre stanze; A sangue freddo; Musica per camaleonti). Fu l’uomo più divertente del secolo (scorso), e uno dei più tragici. Non perdetevi le sue interviste in Colazione da Truman. Incontri con Capote di Lawrence Grobel (minimum fax).
TRUMAN SHOW 1° PUNTATA. Capote era tenero e crudele. Fu ferocissimo con la scrittrice Joyce Carol Oates: «È uno scherzo della natura che dovrebbe essere decapitata in un auditorium o in uno stadio o in un campo con centinaia di migliaia di spettatori. (Ride). È lei che scrive sui muri in tutte le toilette maschili e femminili, e in ogni bagno pubblico da qui alla California e ritorno, passando per Seattle! (Ride)».
PEPE CAGLINI SCRIVE: «Lei è un geniale affabulatore. Gli affabulati fanno a gara nel tentare goffamente di essere all’altezza dell’affabulatore, imitandone stile, linguaggio, atteggiamenti. Tutto ciò è concesso, ci mancherebbe. Ci sono cose più gravi al mondo. Però la sensazione che date tutti insieme di tirarvela senza ritegno consiglierebbe di dare un colpetto di timone».
PECCATO, AVEVA COMINCIATO COSÌ BENE. Goffi i corrispondenti della rubrica? (Rido) Tutt’altro (vedi la splendida recensione che segue).
BRUNO PERLASCA: «Fino a metà La ricreazione è finita mi ha lasciato un po’ perplesso, forse per il tono scanzonato e “piacione” e il dettato troppo compiaciuto, iper-aggettivato e tendente al virtuosistico (benché ironicamente efficace e “chirurgico” nel descrivere le complesse dinamiche delle facoltà umanistiche italiane). Poi sono stato catturato dalle suggestioni storico-generazionali, dal sottile gioco meta-letterario e dal piacevole meccanismo narrativo. Mi è rimasta la sensazione di una sorta di Il giocatore invisibile 2.0, anche se la prosa di Giuseppe Pontiggia è di limpida classicità, quella di Dario Ferrari molto più contaminata e ammiccante».
PAOLO DI BETTA: «Da anni sono afflitto da un terribile dubbio: ma le labbra di Ruth Wilson sono rifatte? Non potrei accettarlo. P. S. Per favore le dedichi una sezione speciale nella rubrica».
ALBERTO MAZZEO: «Ha visto Ruth Wilson in The Affair? Meravigliosa! P. S. Tenga d’occhio Pilar Fogliati, ne sentiremo parlare a lungo».
Mi sembra truzza, linea Cortellesi-Pausini (non mi faccia fare il Capote della situazione), niente a che vedere con la soave Ruth.
SILVANO CALZINI: «Grazie al sarcastico Marletti, ingegnere honoris causa vedi alla voce L’ombrellone, scopro che il sogno del titolare di questa rubrica è quello di arrivare a essere Mick Jagger. E io che da anni mi cullavo nell’illusione che volesse arrivare a essere l’avucat Paolo Conte. Sono turbato. È proprio vero che non esistono più le bandiere».
Sono realista: Paolo Conte è irraggiungibile, con Mick potrei farcela (Rido).
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UN LETTORE MI DÀ DEL GENIALE AFFABULATORE MA DICE CHE NOI JOKERISTI CE LA TIRIAMO: PECCATO, ERA PARTITO BENE...