LA FILOSOFIA A SCUOLA PERCHÉ SPIEGARSI IL MONDO È RINUNCIARE ALLE OPINIONI
L’inizio della scuola dopo le infinite vacanze estive significa per molti studenti l’incontro con materie nuove, a volte incomprensibili. È il caso della filosofia per molti studenti di terza liceo: certo, il nome lo hanno sentito – «filosofia» ormai si usa ovunque (ognuno ha la sua filosofia, e ci sono la filosofia del mare, della cucina, del passeggiare …) – ma di cosa si tratti veramente non è chiaro. E in classe la curiosità si trasforma spesso in noia e disinteresse, mentre il professore di turno procede con la litania di bizzarri personaggi dalle teorie strampalate: Talete che dice che il principio di tutte le cose è l’acqua, Anassimene che ribatte sostenendo che il principio è invece l’aria, Eraclito che esalta il fuoco e Anassimandro che parla invece di un principio indeterminato… ma che interesse possono avere queste teorie, oggi? E ci sono pure studiosi che gli hanno dedicato libri voluminosi! Come ad esempio Giorgio de Santillana, di cui Adelphi ha appena ripubblicato, Le origini del pensiero scientifico. È uno studio classico (la prima edizione comparve nel 1961), e ha ancora molte cose da insegnare.
In fondo, de Santillana lo spiega bene, questi pensatori così bizzarri volevano fare una cosa molto semplice: volevano fare ordine nel mondo nell’unico modo possibile a nostra disposizione. Ci siamo noi e ci sono le cose intorno a noi: quale è la relazione? C’è un senso, una direzione, una trama in tutto quello che accade – la pioggia che cade e il sole che splende, i terremoti e il volo degli uccelli, le piante che crescono e tutto lo spettacolo di arte varia che ci circonda? Sì, per questi pensatori, e c’è solo un modo per provarlo: usando la nostra intelligenza, osservando e ragionando. Sembra poco ma è molto. Perché noi, senza neppure rendercene conto, viviamo in un mondo frantumato in mille eventi isolati: oggi piove, appunto, e domani farà bello; e volano gli uccelli o ci sono i terremoti, mentre il sole tramonta e risorge, l’erba cresce e le stelle corrono nel cielo. Molto semplicemente, l’idea di fondo di questi pensatori è che tutti questi eventi, dalle stelle che procedono così lontane alla piccola pianta che sorge in un vaso in cucina, siano in qualche modo legati, dipendano dalle stesse dinamiche. Cercavano il primo principio in grado di spiegare tutto il resto (l’acqua, appunto, o l’aria e il fuoco) e hanno trovato la natura, l’idea grandiosa che tutto quello che accade fa parte di uno stesso sistema, segue le stesse leggi.
Una banalità? Forse, ma una banalità come quella dell’uovo di Colombo, che diventa scontata solo dopo che qualcuno te l’ha spiegata. Perché va contro l’immediatezza delle nostre esperienze individuali (ma che legame ci potrà mai essere tra le stelle che ruotano nelle loro orbite e la piantina che cresce nel vaso in casa mia?), ed è qui la lezione più importante: se vogliamo davvero procedere, dobbiamo liberarci delle nostre opinioni e convinzioni, riconoscendo che spesso potremmo sbagliarci e magari altri hanno invece ragione: l’unico punto di riferimento deve essere la ragione, che è di tutti e di nessuno. Come appunto cercavano di spiegare questi bizzarri pensatori migliaia di anni fa.
LO DICEVA DE SANTILLANA: PER TROVARE IL SENSO DELLE COSE SEGUIAMO LA RAGIONE COME I PENSATORI ANTICHI