Corriere della Sera - Sette

RICORDI D’ESTATE CON UNA FRESCA FALANGHINA

Terre stregate. E il vino Svelato da Iacobucci

- DI LUCIANO FERRARO

Tra i nuovi vini assaggiati nell’estate che sene sta andando, è rimasta nella memoria una Falanghina del Sannio con una forza espressiva notevole. Si chiama Svelato, annata 2022, ed ha profumi di agrumi e ginestra. Sorso morbido ma tutt’altro che piatto, con buona sapidità e notevole freschezza. Il nome dell’azienda è Terre stregate, è un omaggio alla legenda secondo cui Benevento era la città in cui si davano convegno le streghe di tutta Italia. Si chiamavano janare ed erano dedite al culto di Diana. I riti avvenivano, secondo la credenza popolare, attorno ad un noce, dove arrivavano volando. Riuscirono a sfuggire alle torture dell’Inquisizio­ne. Una storia, quella di Terre stregate, che inizia nel 1898, con il fondatore Filippo Iacobucci.

Negli anni Sessanta il timone è passato al figlio Armando.

Ora tocca all’ultima generazion­e, Carlo (nell’illustrazi­one qui sopra) e Filomena. Venticinqu­e gli ettari di vigneto. Uve autoctone: Greco, Fiano e Aglianico, oltre alla Falanghina, un vitigno che ha una grande potenziali­tà di invecchiam­ento. La zona di Guardia Sanframond­i, un borgo sannita che fa parte della comunità montana del Titerno, è una culla ideale per gli ulivi, da secoli, grazie alla protezione di due massicci montuosi, Taburno e Matese. Terre stregate infatti è conosciuta per il suo olio, il Classico e il Primo Fiore. Ma è in cantina che Carlo Iacobucci, enologo, si è concentrat­o per far emergere la ricchezza del territorio . Aurora è il nome scelto per il Greco, Genius Loci quello del Fiano.

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