UN RADICALE NEL SEGGIO DI BERLUSCONI: SCHLEIN FA IL PRIMO TEST AL “CAMPO LARGO”
La candidatura di Marco Cappato non è gradita a parte del Pd, sia perché non viene dal territorio sia per le sue posizioni liberiste. Contro di lui il fedelissimo del Cavaliere Adriano Galliani, amministratore delegato della vittoriosa squadra del Monza. Qui il centrodestra parte con 8 punti di vantaggio sulle opposizioni. Vincerà chi avrà il voto dei moderati, che sono una vera potenza
Da una parte il campo largo, come non lo si vedeva da tempo, con Marco Cappato. Dall’altra, la continuità aziendale e familiare, con Adriano Galliani. In mezzo, un outsider in arrivo dal Sud, Cateno De Luca.
DOPO IL CAVALIERE
Il 22 e 23 ottobre si tengono nei 55 Comuni della provincia di Monza le elezioni suppletive per eleggere un senatore nel seggio lasciato vacante da Silvio Berlusconi, il leader di Forza Italia scomparso il 12 giugno 2023. Un solo seggio, ma importante, per testare la capacità degli azzurri di incidere ancora con il ricordo di Berlusconi e di resistere al prevalere dell’ala destra della coalizione. E per capire se il centrosinistra unito ha la possibilità di superare i limiti numerici delle singole forze che lo compongono.
Marco Cappato, cresciuto a Vedano al Lambro, è la novità delle elezioni. Non iscritto a nessun partito, radicale storico, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, impegnato sui temi etici e sui diritti, si è portato avanti, candidandosi il 30 luglio scorso. Sapeva che non sarebbe stato scelto in eventuali primarie o accordi tra partiti, se non si fosse esposto da solo, e così ha cercato un varco per incunearsi nelle incertezze del centrosinistra. Il suo nome non è gradito a tutti nella coalizione, per motivi diversi. I sindaci del Pd della Brianza, a cominciare da quello di Monza, Paolo Pilotto, avevano scritto una lettera per
chiedere al Nazareno di scegliere un candidato del territorio. Dopo la benedizione di Elly Schlein a Cappato, hanno protestato ancora. E Pilotto ha spiegato che si “riserva” di decidere per chi votare.
MANI LIBERE
Cappato piace ai sostenitori di Schlein, molto attenta ai diritti individuali. Meno alla sinistra del partito, a causa delle sue idee più liberiste, in linea con la tradizione radicale. Non è piaciuta neanche la scelta di Cappato di schierarsi, alle ultime Comunali, con Paolo Piffer, che al secondo turno ha sostenuto al ballottaggio il candidato di centrodestra Dario Allevi. Cappato si difende: «Non ho sostenuto il centrodestra, ma Piffer, che conosco da tanti anni e con il quale raccoglievamo
Il cuscino di fiori lasciato sullo scranno del fondatore di Forza Italia subito dopo la
notizia della sua morte, avvenuta il 12 giugno di quest’anno all’ospedale
San Raffaele di Milano
le firme per i referendum. Al secondo turno, quando ha scelto Allevi, ho smesso di appoggiarlo».
Anche i 5 Stelle, con Giuseppe Conte, hanno deciso di convergere su Cappato. Scelta non scontata. Scegliere un altro nome, però, avrebbe significato dividersi e perdere inevitabilmente la sfida. Per questo, nonostante i mugugni e le incertezze, alla fine tutti hanno scelto di unirsi sotto un nome che non è mai stato iscritto a nessun partito della coalizione. E pazienza se Monza è una terra di tradizione profondamente cattolica, che di solito fa vincere il centrodestra o candidati del Pd con un profilo moderato, come il sindaco Pilotto. Con Cappato si sono schierati Pd, M5S, Azione, Possibile, Più Europa, Radicali Italiani, Verdi e Sinistra Italiana, Libdem, Socialisti e Volt. Ha detto no solo Demos, una forza che fa riferimento alla comunità di Sant’Egidio, come ha annunciato il segretario e vicecapogruppo alla Camera Paolo Ciani: «Le sue battaglie sono lontane dalle nostre e non ci rappresentano».
La scelta di Schlein è importante anche perché rientra nel progetto a cui la segretaria lavora da tempo, quello del campo largo. Progetto che potrà decollare solo dalle Regionali del 2024, visto che alle Europee ci si conterà con il proporzionale e quindi risulterà meno
vantaggioso unirsi. Conte si smarca spesso, rivendica una sua autonomia, per aumentare il peso specifico nei sondaggi, ma in questo caso ha scelto il campo largo, anche perché la forza elettorale dei 5 Stelle a Monza è molto relativa. Bisognerà vedere se questa alleanza così fragile risulterà vincente e riuscirà a convincere gli elettori moderati di Monza e Brianza. Così spera Cappato: «I cattolici italiani dal 1974, dal divorzio, hanno dimostrato di essere in gran parte laici. Senza bisogno di essere d’accordo su tutto, su obiettivi e priorità ci si può unire».
OTTO PUNTI
Le ultime dichiarazioni di Cappato dimostrano una certa estraneità alle logiche tradizionali dei partiti, anche di quelli che lo sostengono: «La politica dei partiti è ostaggio di una rissa permanente, fatta di espressioni vuote, sul tema della genitorialità sociale come sul fine vita. Macron in Francia ha convocato un`Assemblea di cittadini estratti a sorte per sminare il campo dell’eutanasia e del fine vita dalla battaglia ideologica. Chiedo assemblee civiche estratte a sorte anche nel nostro ordinamento, con un potere consultivo nei confronti del governo e del parlamento».
Cappato è l’outsider, anche perché nelle ultime elezioni la coalizione di destra in quel collegio ha raccolto il 50 per cento, l’opposizione (che era divisa in tre tronconi) 8 punti in meno. Il centrodestra aveva doppiato il Pd, fermo al 25 per cento, mentre Azione e Italia Viva avevano il 10 e M5S il 7 per cento. Recuperare otto punti non è facile. Ma dall’altra parte, la volta scorsa c’era Silvio Berlusconi. Oggi c’è Adriano Galliani. Ex senatore di Forza Italia, fedelissimo di Silvio Berlusconi, lo ha seguito nell’avventura di comprare la squadra di calcio del Monza, riportata in auge a suon di soldi e di esperienza. Galliani è l’attuale amministratore delegato del Monza e nel