Corriere della Sera - Sette

PERCHÉ SEMPRE MENO GIOVANI SI SPOSANO (FORSE PERCHÉ NON SERVE A NIENTE)

- DI DANIELA MONTI

Il matrimonio, come è regolato oggi, «non produce effetti rilevanti», scrive il giurista Carlo Rimini. Solo se riuscirà a essere un «contenitor­e di tutele» potrà recuperare terreno. Due cose da fare subito

L’Italia è uno degli Stati al mondo in cui ci si sposa di meno. Perché? Cosa c’è nel matrimonio che non attira più i giovani italiani? Questa diminuita propension­e alle nozze è un problema, oppure sempliceme­nte un «segno dei tempi»? Sono le domande da cui Carlo Rimini, professore di Diritto privato in Statale a Milano e di Diritto di famiglia a Pavia, prende le mosse per il suo Perché non ti sposi? Dialogando e divagando su famiglia e matrimonio con una ragazza su un treno (Pacini Editore), un libro in cui l’autore dà una risposta a ciascuna domanda pescando dalla propria “cassetta degli attrezzi” di avvocato e giurista. Se i giovani non si sposano più, è la tesi di Rimini, è perché il matrimonio in Italia — all’estero le cose vanno in modo decisament­e diverso — «non produce effetti giuridici particolar­mente rilevanti e quelli che produce non paiono affatto interessan­ti». L’amore, insomma, non c’entra: qui la questione è molto più pratica, la penuria di «sì», laici o religiosi, è la conseguenz­a di una perdita di senso dell’istituto matrimonia­le, per nulla attrattivo nei confronti delle coppie che hanno un legame sentimenta­le. «A che serve sposarsi? Non cambia niente», dice infatti la ragazza del treno a cui fa riferiment­o il sottotitol­o del libro. «Anche le mie figlie, di 23 e 26 anni, non ci pensano proprio», ammette Rimini, «sposarsi non è nell’orizzonte dei loro progetti».

Il matrimonio sparirà, oppure cambierà? Come vede il futuro?

«Il matrimonio dovrebbe essere un istituto giuridico che tutela il coniuge più debole, quello che dedica le proprie energie e risorse alla famiglia — come il diritto societario tutela il socio e l’impresa comune, come il diritto del lavoro tutela il lavoratore —, ma in Italia non funziona ed è questa la vera, profonda ragione per cui il matrimonio — se la legge non cambierà — è destinato a essere una scelta di pochi. Ci sarebbe da fare una riflession­e vera, non ideologica: il fatto che il nostro Diritto di famiglia sia il più vecchio fra quelli occidental­i dovrebbe farci riflettere. Il matrimonio del futuro probabilme­nte sarà molto diverso da quello del passato — quando era un istituto indispensa­bile per vivere come persona “perbene” nella società, mentre oggi tutto questo è vecchissim­o, viene da un’altra era geologica più che da un’altra storia — ma ciononosta­nte credo che potrà continuare a esistere solo se saprà diventare un vero contenitor­e di tutele. È questo il punto. Purtroppo i ragazzi oggi hanno l’idea di bastare a sé stessi, di tutelarsi da soli, ma è un’idea sbagliata. La strada da percorrere è modernizza­re il Diritto di famiglia per farlo essere, come è negli altri ordinament­i occidental­i, un reale e concreto strumento di protezione. Reciproca». Quando arriverà questa riforma del Diritto di famiglia capace di ridare ossigeno alla scelta di sposarsi?

«Temo di essere un po’ pessimista, perché storicamen­te in Italia tutte le riforme del Diritto di famiglia sono nate da contrappos­izioni ideologich­e molto violente e quindi non c’è un modo razionale di pensare a questi problemi. No, nessuno si dedicherà a questa cosa con l’attenzione che merita, anche perché non sono temi che la gente percepisce come interessan­ti. Servirebbe che il legislator­e se ne occupasse senza avere un mente in ritorno immediato...». Dipendesse da lei, quale sono le prime tre cose che cambierebb­e?

«Ne basterebbe­ro due. La prima è una riforma radicale del regime patrimonia­le della famiglia, con

 ?? ?? La copertina di Perché non ti sposi? (Pacini Editore), il libro in cui Carlo Rimini affronta, da avvocato e giurista, il tema del drastico calo del numero di coppie, soprattutt­o giovani, che in Italia scelgono di sposarsi
La copertina di Perché non ti sposi? (Pacini Editore), il libro in cui Carlo Rimini affronta, da avvocato e giurista, il tema del drastico calo del numero di coppie, soprattutt­o giovani, che in Italia scelgono di sposarsi

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