GLI EMBRIONI “NATI” DA STAMINALI E LA QUESTIONE DELLA “NORMALITÀ”: CHE COSA RIVELA LA PECORA DOLLY
Gli ultimi studi per creare in laboratorio “modelli” realistici umani sui quali fare ricerca hanno sollevato inquietudini e interrogativi. E torna sempre più forte la domanda: sono un grumo di cellule o l’inizio dell’esistenza di un essere umano? Rispondere a questa domanda non è e non sarà facile, biologi e bioeticisti si sono già messi al lavoro
Alcuni gruppi di ricerca hanno compiuto passi avanti decisivi nello studio dello sviluppo embrionale, usando cellule staminali per creare in laboratorio dei modelli realistici di embrioni umani. Li hanno lasciati sviluppare in vitro per un massimo di quattordici lunghissimi giorni e la notizia ha sollevato qualche inquietudine e una serie di interrogativi. Diventerà un nuovo modo di riprodursi? (la risposta è: certo non in tempi brevi e forse mai). Servirà alla comunità scientifica per ottenere conoscenze utili senza sacrificare i “veri embrioni”, quelli creati a partire da ovuli e spermatozoi? (come prospettiva è più realistica e auspicabile). Saremo costretti a riavviare il dibattito su cosa sono un embrione, una vita umana, una persona? (biologi e bioeticisti hanno già iniziato a discuterne).
Per ora accontentiamoci di ragionare su cosa sia un embrione. Tutti pensiamo di sapere di che si tratta. È quella microscopica sferetta che abbiamo visto rappresentata in tanti articoli sulla fecondazione assistita. Il risultato dell’incontro tra ovulo e spermatozoo. Lo stadio iniziale dello sviluppo
DOMANDE & RISPOSTE Anna Meldolesi e Chiara Lalli scrivono di argomenti fra filosofia morale e scienza, tra diritti e ricerca. Due punti di vista diversi per disciplina, ma affini
per metodo «Qualunque cosa sia stata inventata dopo che abbiamo compiuto trentacinque anni va contro l’ordine naturale delle cose». È la terza regola delle reazioni umane rispetto alla tecnologia scritte Douglas Noel Adams nel Salmone del dubbio.Ci penso ogni volta che si discute di questioni che non ci sono familiari e che ci costringono a ridefinire i concetti. Che cos’è un embrione e cosa possiamo farne? Lo sviluppo umano nelle prime fasi è stato per secoli misterioso, poi abbiamo cominciato a capire come funziona e a simulare quello che accade in natura. Le tecnologie riproduttive ci hanno posto domande nuove e difficili. È giusto produrre un embrione in laboratorio? È giusto utilizzarlo per la ricerca? Possiamo interrompere il suo sviluppo e fino a quando? La risposta è diversa se quell’embrione si è formato all’interno di un corpo oppure è il risultato di una fecondazione in vitro?
Tutte le risposte prevedono una definizione del suo statuto (è una persona e quando lo diventa?) e dei suoi eventuali diritti.
I processi biologici sono continui e la descrizione di un embrione, cioè il piano fattuale, non ci per
QUANDO DEI MODELLI EMBRIONALI DI SCIMMIA DIVENTERANNO NEONATI DI SCIMMIA VORRÀ DIRE CHE LE TECNICHE SONO MATURE
di un organismo. Il primo fotogramma della sequenza embrione-feto-neonato. Anche se talvolta è accaduto che si facesse una certa confusione, anche sulla spinta di pregiudizi e schieramenti: figurarsi un grumo di cellule o un essere con tratti umanoidi fa un effetto piuttosto diverso quando ci si interroga sui limiti da porre alla ricerca scientifica o alle tecniche di procreazione assistita.
Delimitare il significato delle parole e fissare gli spartiacque lungo il continuum dello sviluppo è difficile perché la biologia è complessa, le leggi sono in perenne ritardo sui progressi scientifici e le posizioni politiche sono divergenti. Qualcosa del genere era successo nel 1997, quando la nascita di Dolly ha spinto molti Paesi a rivedere le definizioni legali, perché un embrione clonato non è il frutto dell’incontro tra due cellule sessuali. Per ottenerlo si trasferisce il nucleo di una cellula adulta in un ovocita. Con i modelli di embrioni ottenuti dalle staminali, però, non serve nemmeno l’ovulo. Molti li chiamano “embrioni sintetici”, un’espressione che agli specialisti non piace, perché non sono sintetici e forse nemmeno embrioni. Tutt’al più si tratta di imitazioni perché, allo stato dell’arte, se fosse legale trasferirli in utero (non lo è) non riuscirebbero a svilupparsi in feti e quindi in bambini. Ma è possibile che, un esperimento dopo l’altro, finiranno per somigliare sempre più agli originali, diventando indistinguibili. Quando dei modelli embrionali di scimmia diventeranno neonati di scimmia, vorrà dire che le tecniche sono mature. Allora dovremo confrontarci e decidere come aggiornare, di conseguenza, idee, dizionari e leggi. mette di passare facilmente e direttamente alle risposte sul piano morale e normativo – che è un piano discreto, in cui le sfumature si perdono perché bisogna rispondere sì o no, è giusto o sbagliato, dovrebbe essere legale o illegale. Insomma sapere cos’è un embrione è una condizione necessaria ma non sufficiente per decidere cosa possiamo farne. Non ci sarà mai una risposta giusta e immodificabile ma solo dei tentativi di trovare una soluzione razionale e che abbia considerato tutte le implicazioni. Ci sono due posizioni estreme dalle quali dipendono i giudizi morali e le leggi: chi pensa che fin dall’inizio (che è biologicamente un concetto impreciso, perché la fusione dei due gameti non ha un vero e proprio inizio, almeno non nello stesso senso di spingere un interruttore) quell’organismo abbia dei diritti fondamentali e chi invece pensa che gli si possono attribuire soltanto in una certa fase del suo sviluppo. Dalla prima posizione dovrebbe derivare la condanna morale e il divieto di farne qualsiasi cosa: manipolarlo, abortirlo, perfino crearlo in laboratorio perché sappiamo che molti di questi embrioni non arriveranno a esistere.
La seconda ci permette più libertà ma ci costringe a rispondere a una domanda: quando e perché un embrione deve essere protetto? Cioè, quando emergono alcune caratteristiche che ci permettono di attribuirgli dei diritti? Quelle caratteristiche hanno a che fare con lo sviluppo del nostro sistema nervoso centrale e quello sviluppo è graduale. La decisione insomma riguarda il tempo e le condizioni per definire una persona e non è per niente facile.
LA DOMANDA CHIAVE È QUANDO E PERCHÉ UN EMBRIONE DEVE ESSERE PROTETTO. E QUALI SONO LE SUE CARATTERISTICHE