MOLLICONE, IL DANDY CHE HA SCALATO IN BRETELLE LA COMMISSIONE CULTURA
Questa settimana vorrei parlarvi di un nuovo personaggione che, ormai con forza, avanza nel Transatlantico di Montecitorio tutto in ghingheri, con bretelle e pizzetto curato, gli occhialini tondi da intellettuale, le maniere di un vero dandy: è Federico Mollicone di anni 52, un romano molto romano, di quelli in postura piacionesca assai poco destrorsa, niente rigidità e invece grosse dosi di savoir-faire, anche se lui arriva da An ed è tra i fondatori di Fratelli d’Italia. Dico subito che Mollicone mi sta simpatico. Sono quelle brutali perversioni che prendono certe volte i cronisti: stavolta forse dipende dal fatto che lo conosco da anni e so che quando decide di straparlare – gli capita nei talk, ad esempio – usa un linguaggio beffardo e urtante, pedagogico e però mai saccente. Glielo leggi nelle occhiate che sta recitando una parte, gli tocca farlo, è pagato per alzare i toni. Certo ora che Giorgia – lui la chiama così, può permetterselo – sta a Palazzo Chigi, Mollicone è stato tra i primi a cambiare registro e a puntare diritto al potere. Quello vero, concreto. Dal suo punto di vista, una mossa piuttosto legittima. Perché sa bene che non gli ricapiterà troppe volte di presiedere la commissione Cultura della Camera. Un incarico che lo autorizza a presenziare in pompa magna, tra strette di mano e promesse bisbigliate all’orecchio, tutto stretto in un chiacchiericcio pieno di ammiccamenti, di bello mio, no che non mi dimentico di te, fammi chiamare, stai tranquillo.
Per dire: l’altra settimana era all’Auditorium Parco della Musica di Roma alla presentazione della Festa del Cinema 2023 e per come era riverito sembrava essere lui il ministro della Cultura (va detto che Gennaro Sangiuliano, secondo fonti sicure, è ormai sempre più concentrato sulla sua prossima candidatura a governatore della Campania: anche se, ovviamente, lui la smentisce irritato). Ma Mollicone se ne frega (cit). Tra l’altro, la Festa di quest’anno è una bella botta di autarchia cinematografica, tutto un tricolore, con la celebrazione di Anna Magnani e il film di Paola Cortellesi che apre la rassegna, più un premio a Isabella Rossellini e tanto altro patriottismo. Mollicone ci sguazza. Non si perderà un red carpet e poi andrà a infilarsi nel sacco a pelo (nero) che gli terranno fisso in sala.
QUANDO STRAPARLA NEI TALK SHOW (E SUCCEDE) È BEFFARDO E URTANTE, PERÒ MAI SACCENTE