Vive da solo con quattro mastini giganteschi ai quali ha dato i nomi dei suoi economisti preferiti. Ha una relazione con una nota attrice comica
Tra la mafia e lo Stato, preferisco la mafia. La mafia ha un codice d’onore, la mafia non mente, la mafia compete sul mercato». A voler semplificare la filosofia economica di Javier Milei, l’autoproclamato anarco-capitalista che ha stravolto la scena politica in Argentina, il succo è questo: lo Stato è il male assoluto. O, con le sue parole, è «il pedofilo nel giardino d’infanzia con i bambini incatenati e cosparsi di vaselina» (sì, frase orribile, ma visto che rischia di vincere le presidenziali meglio abituarsi a un linguaggio poco ortodosso). Va da sé che le tasse sono «residui dello schiavismo» ed evaderle «un diritto umano».
SCONTRO DIRETTO
A due settimane dalle elezioni del 22 ottobre, già si pronostica un ballottaggio fra il ministro peronista dell’Economia, Sergio Massa, e l’economista ultrà, che di Massa è stato un tempo consigliere. Milei non ama ricordarlo. Anzi, presentandosi come un “outsider” anti-sistema ha conquistato le primarie d’agosto e resta in testa a quasi tutti i sondaggi, con il 32-35%. Non abbastanza per vincere al primo turno, dunque si profila il duello finale il 19 novembre. Il ministro insegue con il 29-32% e apre i cordoni della borsa governativa, elargendo una pioggia di sussidi agli argentini affogati dall’inflazione al 124%. Milei, intanto, calamita il voto di protesta di chi confida in lui – e nelle sue azzardate ricette – per uscire dall’abisso socio-economico.
Istrionico ed irriverente, ammiratore di Donald Trump e del brasiliano Jair Bolsonaro, il candidato del partito La Libertad Avanza è diventato famoso come polemista esagitato nei talk show tv. Al suo fianco, onnipresente dietro le quinte, c’è la sorella minore Karina, «el Jefe» (il capo) come la chiama lui, che detta l’agenda e sceglie taglio di capelli – arruffati stile Mick Jagger –, collaboratori e slogan. Come quello con cui Javier promette di cacciare «a calci in culo» la «casta parassita» (a proposito, i fratelli Milei avrebbero preso spunto dalle campagne del Movimento 5 Stelle).
La classe media argentina è stanca e impoverita. Milei cavalca lo scontento e aizza la folla ai comizi brandendo motoseghe con cui promette di tagliare la spesa pubblica e autografando enormi biglietti