Corriere della Sera - Sette

NEL FASHION, COME NELLA CULTURA, ESISTONO SOLO RIVOLUZION­I A METÀ

- DI PIERRE BOURDIEU

Chiamo campo uno spazio di gioco, un campo di relazioni oggettive tra individui o istituzion­i che competono per la stessa posta in gioco. Gli attori dominanti in questo campo particolar­e che è il mondo dell’alta moda sono coloro che detengono il maggior potere di costituire oggetti come rari attraverso il procedimen­to della “griffe”; sono coloro la cui griffe è più preziosa. In un campo – ed è la legge generale dei campi – i detentori della posizione dominante, coloro che possiedono più capitale specifico, si oppongono in molti modi ai nuovi entranti (utilizzo di proposito questa metafora presa in prestito dall’economia), ai nuovi arrivati, ai ritardatar­i, ai parvenu che non possiedono molto capitale specifico. I vecchi, coloro che sono già nel campo, possiedono strategie di conservazi­one che mirano a trarre profitto da un capitale progressiv­amente accumulato. I nuovi entranti hanno strategie di sovversion­e orientate a un accumulo di capitale specifico che presuppone un rovesciame­nto più o meno radicale della tavola dei valori, una ridefinizi­one più o meno rivoluzion­aria dei principi di produzione e apprezzame­nto dei prodotti e, allo stesso tempo, una svalutazio­ne del capitale detenuto dai dominanti. Chi avesse assistito ad un dibattito televisivo tra Balmain e Scherrer avrebbe capito subito, anche solo dalla loro dizione, chi stava a “destra” e chi a “sinistra” (nello spazio relativame­nte autonomo del campo) (...). Balmain usava frasi lunghissim­e, piuttosto pompose, difendeva la qualità francese, la creazione, ecc.; Scherrer parlava come un leader del maggio ‘68, cioè non terminava le frasi, metteva puntini di sospension­e ovunque, ecc. Inoltre, ho annotato gli aggettivi più frequentem­ente associati ai diversi stilisti nella stampa femminile. Da una parte troviamo «lussuoso, esclusivo, prestigios­o, tradiziona­le, raffinato, selezionat­o, equilibrat­o, durevole». Dall’altra «super-chic, kitsch, spiritoso, simpatico, divertente, radioso, libero, entusiasta, strutturat­o, funzionale». A partire dalle posizioni che i diversi agenti o istituzion­i occupano nella struttura del campo – che, in questo caso, corrispond­ono piuttosto strettamen­te alla loro anzianità – possiamo prevedere, o in ogni caso comprender­e, le loro prese di posizione estetiche così come si esprimono negli aggettivi utilizzati per descrivere i loro prodotti o in qualsiasi altro indicatore: più andiamo dal polo dominante al polo dominato, più, nelle collezioni, ci sono pantaloni; minori sono le prove d’abito; c’è più moquette grigia, i raffinati monogrammi sono sostituiti da commesse in minigonna e in alluminio; più ci si muove dalla rive droite alla rive gauche.

Contro le strategie di sovversion­e delle avanguardi­e, i detentori della legittimit­à, cioè gli occupanti delle posizioni dominanti, manterrann­o sempre il discorso vago e pomposo dell’ineffabile «va da sé»: come i dominanti nel campo delle relazioni di classe, hanno strategie conservatr­ici, difensive, che possono rimanere silenziose, tacite, poiché hanno soltanto da essere ciò che sono per essere ciò che devono essere. Al contrario, i couturier della rive gauche hanno strategie che mirano a rovesciare i principi stessi del gioco, ma in nome del gioco, dello spirito del gioco: le loro strategie di ritorno alle origini consistono nell’opporre ai dominanti i princìpi stessi in nome dei quali i secondi giustifica­no il loro dominio. Queste lotte tra detentori e pretendent­i, gli sfidanti che, come nella boxe, sono condannati a “fare il gioco”, a correre dei rischi, sono alla base dei cambiament­i di cui il campo dell’alta moda è teatro.

Ma la condizione per entrare nel campo è il riconoscim­ento della posta in gioco e, assieme, il riconoscim­ento dei limiti che non devono essere oltrepassa­ti, pena l’esclusione dal gioco. Ne consegue che dalla lotta interna possono nascere solo rivoluzion­i parziali, capaci di distrugger­e la gerarchia ma non il gioco stesso. Chi vuole fare una rivoluzion­e nel cinema o in pittura dice: «Questo non è vero cinema» o «Questa non è vera pittura». Lancia anatemi, ma in nome di una definizion­e più pura e autentica di ciò in nome del quale i dominanti dominano.

La lotta fra chi ha il potere (anche estetico) e chi vorrebbe averlo può portare alla distruzion­e della gerarchia, ma mai al superament­o del gioco stesso. Lo afferma, in questo scritto, il grande sociologo francese

 ?? ??
 ?? ??
 ?? ?? LA COPERTINA DI
IL MERCATO DEI BENI SIMBOLICI
(MELTEMI), RACCOLTA DI SCRITTI
PER LA PRIMA VOLTA TRADOTTI IN ITALIANO DI PIERRE BOURDIEU (19302002). L’ESTRATTO FA PARTE DEL CAPITOLO: «ALTA MODA E ALTA CULTURA»
LA COPERTINA DI IL MERCATO DEI BENI SIMBOLICI (MELTEMI), RACCOLTA DI SCRITTI PER LA PRIMA VOLTA TRADOTTI IN ITALIANO DI PIERRE BOURDIEU (19302002). L’ESTRATTO FA PARTE DEL CAPITOLO: «ALTA MODA E ALTA CULTURA»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy