LA BELLEZZA SALVERÀ IL MONDO? L’ITALIA FORSE SÌ E SE VI MANCA IL MASCARA...
Nel nostro Paese crescono produzione ed esportazioni, in un mercato globale che vale 500 miliardi e arriverà a 700 nel 2027. La Lombardia guida la classifica dei distretti. Ma chi compra soprattutto? Ragazze e ragazzi della Gen Z, che fanno volare l’ecommerce, attenti alla sostenibilità
La bellezza salverà il mondo» affermava il principe Miškin nell’Idiota di Dostoevskij del 1869. Una frase divenuta famosa e citata, ancor oggi, nei più diversi contesti. Non si sa se la bellezza salverà il mondo, ma di sicuro, quella estetica sta contribuendo a salvare e rilanciare il mercato della cosmetica, che proprio oggi sta vivendo la sua età dell’oro, grazie prima di tutto alla Generazione Z, i ragazzi e le ragazze nati tra il 1997 e il 2012, che rappresentano il vero motore di questo settore, per disponibilità economica, valori di sostenibilità e presenza nel mondo del digitale e dei social network.
EFFETTO-SOCIAL
Beauty, skin care, make-up, oral care, bath&shower, fragances, hair care non sono solo alcuni tra gli hashtag più popolari su TikTok o Instagram, ma anche le keyword di un’economia in forte espansione, sia a livello internazionale sia nazionale, a partire dal 2021, complice, per certi versi, la pandemia. Il mercato mondiale beauty & personal care nel 2022 ha registrato un giro d’affari di 500 miliardi di euro e si prevede di arrivare a 700 miliardi nel 2027, ossia 200 in più in cinque anni. Si sta passando da una crescita del 4% dal 2008 al 2022 a un +8% dal 2022 al 2027, secondo le stime di Euromonitor, nota società di ricerche di mercato con sede a Londra.
Nel nostro Paese, invece, secondo i dati forniti da Cosmetica Italia, la Lombardia – considerata una sorta di metadistretto per la produzione di cosmetici – è la regione capofila per questo settore, con un fatturato di 8,8 miliardi di euro, i due terzi dell’intero ammontare nazionale. Nel 2020, l’anno in cui si diffuse il Covid-19, il fatturato del settore cosmetico in Lombardia è sceso sotto i 7 miliardi di euro ma dal 2021 in poi è sempre cresciuto.
In Italia, molte aziende producono in conto terzi: il 76% del fatturato del contoterzismo si concentra in Lombardia che si conferma anche in questo caso la regione con la più alta vocazione produttiva del sistema cosmetico industriale italiano. Da Crema, Lodi o Bergamo – tra i centri più in vista – si arrivano prodotti make-up che vengono poi venduti a grandi brand della cosmetica mondiale. Una nota azienda cremasca, Ancorotti Cosmetics, nata nel 2009, per esempio, è leader mondiale nella produzione di mascara che vende poi a grandi brand americani, tedeschi o
DA CREMA, BERGAMO O LODIARRIVANO PRODOTTI MAKE-UP CHE VENGONO VENDUTI AI GRANDI BRAND DELLA COSMETICA MONDIALE
francesi. «Oggi un mascara su quattro, nel mondo, è prodotto da Ancorotti. I segreti del nostro successo sono l’aver investito su un prodotto, quale il mascara, che non passa mai di moda, e non aver mai smesso di rinnovarci» racconta Roberto Bottino, Ceo di Ancorotti Cosmetics. E prosegue: «Il mascara è un vero e proprio “make-up essential”, non manca mai, non ha stagionalità né età, è transgenerazionale. Come sarà il mascara del futuro? Sicuramente sostenibile e con un effetto volume sempre più accentuato, che è il beneficio più richiesto dai consumatori».
L’INDOTTO
Mentre per quanto riguarda le esportazioni, cioè il 44% del fatturato totale del settore, le stime segnalano un andamento positivo grazie ai rapporti con i mercati internazionali, in primis gli Stati Uniti, poi Francia e Germania. Significativa è anche la ricaduta occupazionale legata al sistema della cosmetica in Italia. Le aziende di cosmetica dedicano a salari e contributi 6,4 miliardi di euro, dando lavoro a circa 155mila addetti nella catena che va dalla produzione alla distribuzione, ma il numero dei lavoratori sale a 390mila se si includono anche i canali professionali di estetica e acconciatura.
Non sappiamo cosa ci riservi il futuro, ma se questo trend positivo si conferma tale, probabilmente ci arriveremo più belli, puliti e profumati. Avremo capelli lavati con il miglior shampoo presente sul mercato, il viso ben idratato, labbra luccicanti, ciglia con mascara, palpebre “ombrettate” e pelle vellutata grazie a creme setose e profumate, spalmate in modo certosino ogni giorno, durante la cosiddetta beauty routine, il momento della giornata dedicato alla cura di sé, del proprio corpo, dal “trucco al parrucco”. Buone abitudini che da una parte promuovono l’igiene personale, ma dall’altra strizzano l’occhio all’economia e al marketing, perché ogni singola fase – per esempio della skin care – ha un suo prodotto preciso, dalla schiuma detergente alla mousse struccante. Si acquista dunque il detergente, il siero, il contorno occhio, la crema viso, la protezione solare (anche quella per l’inverno), il balsamo labbra. C’è chi riesce a dedicarci tempo ogni mattina, da qui la morning routine, e chi invece alla domenica, giorno del “restauro”. «Tra i prodotti più venduti» racconta Simone Dominici, ad di Kiko, azienda di cosmetica con sede a Bergamo «ci sono quelli dedicati alla fase della skin care, un vero e proprio momento di yoga o fit
BOTTINO, CEO DI ANCOROTTI COSMETICS: «IL MASCARA NON HA STAGIONI NÉ ETÀ, OGGI DEVE ESSERE GREEN E CON EFFETTO VOLUME»
ness della pelle. Poi si vendono molto anche trucchi per le labbra e gli occhi. Le richieste sono sempre più alte, per questo ci impegniamo per rispettare standard di qualità».
IL RECORD CINESE
Come emerge infatti anche dai dati di Euromonitor, la fetta di popolazione che spicca è quella della generazione Z, forte nel mondo digitale, per spese sempre più mirate su prodotti di skin care. I Gen Z a differenza delle generazioni precedenti hanno a disposizione budget più alti e spendono di più in make-up. Si prevede infatti che rappresentino un quarto del reddito globale entro il 2030. Per questo è aumentato il volume del mercato di prodotti premium o luxury: in Cina il settore vale il 31% del comparto e registra crescite superiori al mercato; a seguire l’Austria, la Svizzera e l’Italia al quarto posto con il 19%, come emerge dai dati Statistica Global Consumer Survey.
I Gen Z rappresentano quindi un target ben preciso: sono un tipo di consumatore digitalizzato ed estremamente attento alla sostenibilità, che sta ridefinendo il concetto tradizionale di bellezza e cosmesi. Grazie a loro infatti la spesa online è cresciuta del 15,4% dal 2017 al 2022. In generale oggi oltre un terzo degli acquisti avviene ancora con la formula retail, al dettaglio, al secondo posto c’è l’e-commerce e infine il direct-selling, la vendita porta-a-porta. Ma il digital sta avendo un effetto dirompente nel settore. È in rapido
GLI HASHTAG LEGATI AL BENESSERE HANNO INVASO I SOCIAL NETWORK. CRESCE L’UTILIZZO DELLA “DIAGNOSTICA INTELLIGENTE”, MIRATA AI SINGOLI
aumento l’utilizzo della diagnostica intelligente, ovvero servizi e device tech che guidano gli acquisti: nel futuro realtà aumentata e intelligenza artificiale consentiranno assistenti personali nella scelta di skincare e makeup. La sostenibilità si attesta quale trend trainante: un approccio natural, green e clean diventa, quindi, un’esigenza e non una semplice moda. Si stima infatti che il 37% dei consumatori ricerca prodotti con packaging eco-friendly, il 41% evita il più possibile l’uso della plastica, il 42% pagherebbe un premium price per prodotti eco-sostenibili, il 44% è attento all’origine e vuole sapere se il bene è stato prodotto eticamente. Ce n’è davvero per tutti i gusti. Un mercato molto vasto perché la bellezza – un po’ come si dice sull’amore – non ha età. Ogni momento e fase della vita sono buone occasioni per iniziare a curare l’aspetto fisico con creme o altri prodotti. Forse, più che l’amore, a trionfare su tutto, sembra proprio essere la bellezza, quella estetica almeno.