DENTRO E FUORI LA RETE: QUAL È IL PESO DEGLI INTELLETTUALI
L’espressione di un’opinione ha cessato di costituire l’appannaggio di una casta più o meno ampia ed è accessibile a tutti, purché dispongano di un telefonino. Così la funzione dei «pensatori» è dispersa in milioni di rivoli, rispetto ai quali l’idea di andare controcorrente perde significato (perché non si capisce dove sia il fiume né quale ne sia il corso)
Tra il 1796 e il 1797, la data è incerta e alcuni interpreti risalgono sino al 1795, tre giovani intellettuali che avevano studiato insieme a Tübingen scrissero un testo breve, controverso e famoso, designato con il non accattivante né sintetico titolo di Il più antico programma di sistema dell’idealismo tedesco. Gli intellettuali erano Hegel (nato nel 1770), estensore materiale del testo, Schelling (nato nel 1775), a cui spesso si attribuisce il ruolo di ispiratore principale, data l’importanza che la bellezza e il mito assumono in quelle pagine, e Hölderlin, coetaneo di Hegel. Due filosofi e un poeta, ma soprattutto, in quel momento, tre giovani che volevano prendere la parola nello spazio pubblico proponendo un ruolo del pensiero nella formazione di una nuova comunità, basata su una religione della bellezza. Tutti e tre avevano vissuto, pochi anni prima e insieme a tanti altri intellettuali tedeschi, l’entusiasmo per la rivoluzione francese e per l’affermazione del pensiero autonomo; tutti e tre come molti altri nella scena culturale europea erano stati sconvolti dall’esperienza della rivoluzione che si trasforma in terrore e in ghigliottina, nel 1793; tutti e tre volevano proporre una alternativa alla logica distruttiva per cui l’affermazione della ragione, l’emancipazione del pensiero dalla tradizione e dall’antico regime e il singolo dalla comunità si trasforma nella lacerazione e nella distruzione.
E, per quanto tutti e tre facessero riferimento a Kant, nessuno di loro era pienamente soddisfatto dai princìpi che aveva enunciato in un celebre scritto del 1784, Che cos’è l’Illuminismo?, in cui sintetizzava tre compiti fondamentali del pensiero: avere il coraggio di pensare con la propria testa, essere disposti a mettersi nella testa degli altri, e impegnarsi a pensare d’accordo con sé stessi, ossia in modo coerente. Ai tre di Tübingen questi sembravano princìpi troppo secchi e formali, e soprattutto incapaci di infiammare una comunità con la stessa forza che aveva manifestato la Rivoluzione, che aveva scosso dei costumi vecchi di secoli in nome
AI TEMPI DI HEGEL, SCHELLING E HÖLDERLIN L’INTELLETTUALE APPARIVA COME LA DISSONANZA CHE APRE UNA BRECCIA NEL MURO DEL SENSO COMUNE