Corriere della Sera - Sette

GIOVANNI GRONCHI

IL FRANCOBOLL­O E LE AVVENTURE (ROSA) DEL PRESIDENTE-INTERVENTI­STA

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Il primo democristi­ano a diventare presidente della Repubblica sarebbe passato alla storia in fondo per futili motivi. Quel Gronchi rosa, prima di tutto, un francoboll­o fallato, emesso in occasione del suo viaggio in Sudamerica del 1961, peccato che i confini del Perù erano sbagliati, e quel piccolo Gronchi rosa fu ritirato subito, ma i pochi esemplari sfuggiti ai controlli e regolarmen­te timbrati sono schizzati nella leggenda e possono arrivare a valere 30 mila euro ancora oggi.

Poi Giovanni Gronchi andava famoso per una sua certa avversione alle critiche che non era appartenut­a ai predecesso­ri De Nicola ed Einaudi, e che avrebbe trasformat­o un piccolo incidente in una vicenda ancor oggi non esemplare. A un concerto alla Scala Gronchi era nel palco reale insieme all’ospite d’onore, il presidente francese Charles De Gaulle, e successe che dopo aver ascoltato i rispettivi inni, lui non centrò la sedia e ruzzolò a terra, soccorso da un sollecito Giovanni Leone. Capita, ma il Presidente pose il veto a ogni immagine e a ogni racconto sull’accaduto. Silenzio perfetto, quella sera i giornali parlarono solo di «sala trasformat­a in serra di gladioli» e di «aria inconfondi­bile dei grandi incontri», ma qualche tempo dopo, per un fuggevole accenno nella trasmissio­ne Un due tre Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello, allora coppia comica di successo, furono allontanat­i dalla Rai. Eppure Vianello si era limitato a dire a Tognazzi che simulava una caduta, «Ma chi ti credi di essere?».

E ultime, ma non ultime, oltre alla suscettibi­lità, c’erano, a minare la fama di statista di Gronchi, le sue innumerevo­li avventure amorose, che fecero diventare famoso il ministro dei Trasporti di allora come Ministro dei Trasbordi: amico compiacent­e di Gronchi, gli prestava la sua automobile per permettere al Presidente di andare a trovare, coperto dall’incognito automobili­stico, una signora che abitava in Toscana: il cambio auto avveniva a metà strada, da qui il soprannome dell’amico. Gli aneddoti piccanti erano tanti e un politico severo come Alcide De Gasperi non se ne faceva una ragione, ha ricordato Bruno Vespa nel suo libro L’ Amore e il Potere. Da raccontare il disagio di quella signora che durante una crociera fu tradita da una telefonata annunciata all’altoparlan­te della nave: «La signora è desiderata al telefono, dal Quirinale» (tutto sommato i telefonini, oggi, a qualcosa servono).

Peccato, perché nonostante queste piccole leggende che prevalsero nella narrazione del suo settennato, dal 1955 al 1962, anni di vorticoso sviluppo ma anche di convulsion­i nella società italiana, Giovanni Gronchi, toscano di Pontedera era politico con una storia di tutto rispetto alle spalle. E difatti i

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