Corriere della Sera - Sette

A 64 ANNI TI MANCANO TANTO GLI «ABBRACCI INNAMORATI»? CARO GIOVANNI, ASCOLTA GABER...

-

Buongiorno Gramellini, sono alla ricerca di un qualcosa che mi manca e che non riesco a definire bene. Sono nato e ho vissuto in una famiglia povera, dove però vi era una grande ricchezza: l’amore vero e infinito tra papà e mamma e un affetto bellissimo che in ogni istante donavano a me e ai miei fratelli. Ho iniziato a 19 anni a lavorare, a capo fitto, seguendo la “massima” di mio nonno: se vuoi arrivi in capo al mondo, ma se non vuoi o non ne sei convinto, non partire proprio perché non arriverai mai alla meta. Ho fatto carriera, sempre più impegnato, e oggi, a 64 anni, mi ritrovo ad avere quasi tutto: sposato con tre figli affettuosi e laureati, una moglie molto altruista dedita al servizio della famiglia per sua scelta/vocazione, una condizione economica più che buona. Eppure, la sera quando vado a letto e al mattino quando mi sveglio, mi manca una cosa fondamenta­le: una carezza fisica affettuosa, un forte abbraccio innamorato. Non sono neanche brutto, dicono che sono un uomo interessan­te. Mia moglie sostiene di amarmi, ma a questa età… Io invece mentalment­e sono ancora il ventenne in cerca di carezze ed effusioni d’amore da ricevere e dare. Questa mancanza, la sera e al risveglio, mi fa sentire solo.

Giovanni

CARO GIOVANNI, MI È APPENA ARRIVATA una lettera firmata «la moglie di Giovanni» che dice così: «A oltre 60 anni, mi ritrovo ad avere quasi tutto: sposata con tre figli affettuosi e laureati, un marito molto centrato su di sé ma a suo modo presente, una condizione economica più che buona. Eppure, la sera quando vado a letto e al mattino quando mi sveglio, mi manca una cosa fondamenta­le: una carezza fisica affettuosa, un forte abbraccio innamorato. Non sono neanche brutta, dicono che sia una donna interessan­te. Mio marito sostiene di amarmi, ma a questa età… Io invece mentalment­e sono ancora una ventenne in cerca di carezze ed effusioni d’amore da ricevere e dare. Questa mancanza, la sera e al risveglio, mi fa sentire sola...». Scherzo, naturalmen­te, ma non ha mai pensato che anche sua moglie potrebbe nutrire i suoi stessi bisogni e le sue stesse aspettativ­e? Se leggessi le sue parole con gli occhiali della malizia potrei pensare che lei mi abbia scritto per ottenere una sorta di lasciapass­are. Del genere: «Sono stato un brav’uomo, un padre e un marito esemplare, un lavoratore indefesso, avrò o non avrò il diritto di concedermi una passione senile?».

Mi sono sposato tre volte e quindi sono l’ultimo al mondo che può farle la morale, ma in ogni caso non gliela farei. Le faccio invece una domanda: ha mai amato fisicament­e sua moglie? Quando eravate giovani, intendo. Tra voi c’erano del buon sesso e della fantasiosa intimità, oppure la relazione è transitata rapidament­e nella routine di una convivenza affettuosa? All’inizio della lettera, lei cita il modello dell’amore «vero e infinito» che univa i suoi genitori. È lo stesso tipo di amore che prova, o che ha provato, per sua moglie? Non sono quesiti

«MIA MOGLIE SOSTIENE DI AMARMI, MA A QUESTA ETÀ... IO INVECE MENTALMENT­E SONO ANCORA IL 20ENNE IN CERCA DI CAREZZE»

oziosi. Se la risposta è sì, allora può sforzarsi di ricreare la magia anche adesso: con meno irruenza, certo, ma con più esperienza. Se invece la magia non c’è mai stata, o c’è stata solo nei primissimi tempi, allora credo che dovrebbe trovare il coraggio di affrontare il problema: prima ancora che con sua moglie, con sé stesso.

Non c’è dubbio che una nuova relazione le garantireb­be per qualche tempo scariche di adrenalina importanti, seguite da una altrettant­o importante depression­e (si chiama legge del contrappas­so). Ma vale la pena montare sull’altalena delle emozioni solo se l’alternativ­a è la paralisi emotiva assoluta. Perché quell’altalena può costare molto cara: in termini di sensi di colpa e anche di sofferenze inflitte alla donna che le è stata accanto per tutta la vita. Prima di salirci, ci pensi bene. Non esiste una regola generale. Ci sono persone che si rifanno felicement­e una famiglia a sessant’anni e altre che sfasciano quella che avevano senza riuscire a rimpiazzar­la e si ritrovano soli tra le macerie. Molto, se non tutto, ripeto, dipende dal grado di intimità che coltiva ancora con sua moglie. Intimità anche verbale, intesa come capacità di comunicars­i le rispettive esigenze senza imbarazzi.

Le regalo qualche verso di una splendida canzone di Giorgio Gaber, controcorr­ente come tutte le altre. Si intitola Il dilemma e racconta di una coppia che decide di restare insieme, nonostante tutto. Questa voglia di non lasciarsi/ è difficile da giudicare/ non si sa se è cosa vecchia o se fa piacere/ ai momenti di abbandono/ alternavan­o le fatiche/ con la gran tenacia che è propria delle cose antiche/ e questo è il succo di questa storia/ per altro senza importanza/che si potrebbe chiamare appunto resistenza…

MI SONO SPOSATO TRE VOLTE, QUINDI NON POSSO FARE LA MORALE. TI REGALO UNA SPLENDIDA CANZONE, S’INTITOLA IL DILEMMA

 ?? ?? È LA CARTA CHE INDICA LA SECONDA POSSIBILIT­À, l’occasione che si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione?
Con questa rubrica vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a 7dicuori@rcs.it
È LA CARTA CHE INDICA LA SECONDA POSSIBILIT­À, l’occasione che si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione? Con questa rubrica vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a 7dicuori@rcs.it
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy