Corriere della Sera - Sette

«TIFO PER ELODIE E PER EMMA, È BELLO FARE SQUADRA TRA DONNE TRA UOMINI INVECE...»

- DI MICOL SARFATTI FOTO DI NICHOLAS FOLS

Lo scorso 29 settembre è uscito il suo album E poi siamo finiti nel vortice e ha debuttato al numero 1, così come i singoli che lo hanno preceduto: Bellissima e Mon Amour. Quattro dischi di platino, prima donna a rimanere nella classifica dei dischi più venduti con un singolo per più di 1 anno. A breve inizia una nuova tournée, la prima nei palazzetti dello sport. Nel vortice, più che altro sembra esserci finita lei, Annalisa.

«È così. Per me l’uscita dell’album è una ripartenza, ho la sensazione di stare mettendo insieme tanti pezzi per costruire, un’altra volta, qualcosa di nuovo. La preparazio­ne del tour mi ha dato grande energia. Questo momento però non è inaspettat­o, era stato preceduto dai singoli, dalla scrittura degli altri brani. In un certo senso lo avevo già immaginato».

Parla veloce, ma sembra pesare ogni singolo vocabolo Annalisa Scarrone, 38 anni, 20 trascorsi nella musica, 13 di notorietà dopo la partecipaz­ione a Amici di Maria De Filippi, uno di successi senza precedenti. Dal brano Bellissima in poi la sua vita profession­ale è cambiata: regina delle classifich­e, fenomeno di viralità con milioni di visualizza­zioni e relativi balletti su TikTok. La vita privata, sapienteme­nte protetta, non è stata da meno. Lo scorso agosto, quando nemmeno si sapeva che fosse fidanzata, ha sposato il manager Francesco Muglia. A settembre divampava il gossip, smentito, di una gravidanza. Viso perfetto, incarnato di porcellana, Annalisa ha una sensualità raffinata, svelata poco a poco negli anni e esplosa di recente. È diventata una diva pop sulla soglia dei 40 anni, con una carriera solida alle spalle e un look sempre più sofisticat­o. Domani, sabato 4 novembre, farà ballare il Forum di Assago, sold out,

ALLA VIGILIA DEL LIVE AL FORUM DI ASSAGO LA CANTANTE DEI RECORD SI RACCONTA

prima grande prova live. Riesce a goderselo un po’ questo successo?

«Cerco di assaporarl­o il più possibile, mi ritaglio dei momenti per guardarlo da fuori e prendere consapevol­ezza del fatto che sia arrivato con un percorso. È giusto concedersi un po’ di festa senza pensare a niente. Da un altro lato però non sono mai contenta al 100%, penso a quello che posso migliorare. Sono fatta così, non mi rilasso.Vorrei che la mia felicità fosse un carburante, uno spunto per i prossimi lavori. Il mondo della musica è complicato, si riparte sempre da zero, ne siamo consapevol­i. Prima di questo momento ce ne sono stati tanti meno belli».

Parla al plurale. Si riferisce alla categoria dei cantanti o alla sua squadra?

«Alla mia squadra. Dietro un artista ci sono sempre più ruoli, non solo musicali, ognuno dà un apporto fondamenta­le nel suo campo. La parte creativa arriva da me, ma viene arricchita dai contributi esterni. Mi confronto con il mio management e con un gruppo di amiche d’infanzia con cui so di poter parlare a ruota libera. I consigli ottimizzan­o, smussano, aggiustano la traiettori­a». Bellissima è la canzone della svolta. Quando l’ha scritta si è resa conto del potenziale che aveva?

«Sì, ho sentito subito che aveva uno scatto diverso, ma quando l’ho portata in studio ne ho percepito davvero la forza. La genesi di Bellissima è l’esempio perfetto di quello che le dicevo prima. Nel momento in cui ognuno le ha dato qualcosa è sbocciata. Sono arrivata, come faccio sempre, con il testo e delle suggestion­i scritte sulle note del cellulare, poi ci abbiamo messo sopra una melodia fortissima e lì ho pensato “tanta roba”».

È un brano pop, ballabile, eppure racconta la storia di una ragazza abbandonat­a. Non rispecchia la sua situazione sentimenta­le.

«L’ho scritto nell’agosto 2021, ma l’ispirazion­e mi era arrivata già da qualche anno. Le mie canzoni hanno sempre un piano temporale sfalsato, ci metto dentro tante emozioni e esperienze diverse. Parto dall’istinto e aggiungo in fase di scrittura. Bellissima ha una storia speciale perché è diventata davvero di tante persone, sentirla cantare nei concerti mi dà sempre un’emozione diversa».

In questa fase il look ha un ruolo innegabilm­ente importante. I tre singoli Bellissima, Mon Amour e Ragazza sola sono stati accompagna­ti da tre pettinatur­e diverse: la lunga chioma rossa, un caschetto nero e un taglio corto biondo platino. Come ha lavorato a questa metamorfos­i?

«Ho sempre curato il mio aspetto, i miei abiti, ma ad un certo punto ho deciso di voler dare ancora più valore a quello che stavo facendo. Inutile girarci intorno, l’esteriorit­à è uno strumento molto potente per far arrivare il proprio messaggio. Ho deciso di iniziare a fare l’esatto contrario di quello che avevo fatto fino a quel momento: aggiungere e non togliere».

Cioè?

«Ho sentito l’esigenza di costruire, di creare un mondo intorno a ogni canzone dopo un decennio passato a mostrarmi sempre e solo per quello che sono. Credo fosse anche il momento giusto per farlo, mi sono sentita pronta, a fuoco. Non voglio più essere sempliceme­nte al meglio delle mie possibilit­à, ben pettinata e ben vestita, voglio raccontare una storia. Nella copertina di Bellissima sono sensuale, ma sembra che stia piangendo. Lascio immaginare un antefatto. Non sono solo una che si è messa giù da gara per una foto».

Poi è arrivato il caschetto nero di Mon Amour.

«Il brano è una seconda puntata, il riscatto dopo l’abbandono. C’è la rivalsa, ma anche la libertà sentimenta­le e sessuale “Ho visto lei che bacia lui, che bacia lei, che bacia me”. Ho pensato a un immaginari­o da Blade Runner a Valentina di Crepax, da lì il caschetto nero»

Tante volte il nuovo corso artistico è stato etichettat­o come «svolta sexy» le ha dato fastidio?

«Non particolar­mente. Faccio spettacolo e questo fa parte dello spettacolo. Se un’interpreta­zione mi riesce bene, mi diverte ed è nelle mie corde perché privarmene? A ogni azione corrispond­e una reazione. Se gioco con l’immagine la canzone arriva più diretta». Azione- reazione: la sua laurea in Fisica fa capolino pure quando parla della sua musica. Perché ha scelto questa facoltà?

«Cercavo qualcosa che mi aiutasse a darmi delle risposte, mi sono sempre fatta un sacco di do

«IO HO SEMPRE CURATO IL MIO ASPETTO, MA ORA HO DECISO DI PROVARE IL CONTRARIO DEL MIO CODICE ABITUALE: AGGIUNGERE, NON TOGLIERE...»

mande, su tutto». Allora avrebbe potuto fare Filosofia.

«Ho considerat­o anche questa strada, ma mio padre è un matematico e mi ha influenzat­a. La Fisica mi sembrava complement­are al mio percorso musicale e in, un certo senso, mi ha aiutata, tutto si tiene». Si è mai immaginata davvero insegnante o ricercatri­ce?

«No, mai. Ho sempre pensato solo alla musica, ma volevo darmi una possibilit­à in più e studiare mi è piaciuto. Sognavo di diventare cantautric­e sin da quando ero piccola, lo dicevo a chiunque».

Che bambina è stata?

«Egocentric­a, mi impuntavo sempre per fare tutto io: recite, balletti, disegni. Durante l’adolescenz­a sono implosa, mi sono chiusa in me stessa, dovevo conoscermi. Poi nell’età adulta è riemersa la parte istrionica»

Al successo di Bellissima ha contribuit­o la viralità di TikTok, il balletto è stato riproposto in migliaia di video con milioni di visualizza­zioni. Oggi tanti artisti scrivono brani per inseguire questo tipo di riconoscim­ento.

«Non è il mio caso, per me è stata una conseguenz­a bella e inaspettat­a di un lavoro fatto bene, non un obiettivo. Bellissima è finita in un coro da stadio. Mon Amour è diventata un inno del Pride. Quando le canzoni si prendono degli spazi vuol dire che sono state capaci di interpreta­re il loro tempo. Sono gioie grandissim­e per chi fa musica pop, le polemiche non contano». Qualche mese fa, alla vigilia dell’uscita di E poi siamo finiti nel vortice, è circolata la

«I VIDEO VIRALI? QUANDO LE CANZONI SI PRENDONO DEGLI SPAZI VUOL DIRE CHE SONO STATE CAPACI DI INTERPRETA­RE IL LORO TEMPO»

notizia, smentita da lei, di una sua gravidanza.

«Ho già detto quanto sia stata indelicata. Aggiungo però che mi ha dato ancor più fastidio ritrovarmi a commentare un pettegolez­zo nel momento in cui avrei dovuto parlare del mio lavoro, dopo un anno in cui avevo pure raggiunto grandi risultati. Credo sia una conseguenz­a della notorietà, ma pure dei tempi in cui viviamo, con un’attenzione morbosa sulle vite private» C’è una responsabi­lità dei social?

«In parte. Io sono riservata, ma non nascondo in modo ossessivo la mia sfera intima, anche perché sono molto serena su questo argomento. Non voglio però che diventi un amplificat­ore del mio lavoro e viceversa. Tengo i piani separati, mischiarli vorrebbe dire anche togliere a ognuno la sua importanza. Sui social mi comporto in modo diverso a seconda della piattaform­a che uso. Il feed di Instagram è dedicato solo al lavoro, ma nelle stories mostro anche la mia casa, i miei anima

li o le vacanze. Su Twitter, continuo a chiamarlo così perché mi fa strano dire X, mi piace fare qualche commento. TikTok mi diverte, ma sto ancora prendendo le misure. Continuo a postare su Facebook perché una parte importante del mio pubblico è ancora lì».

Alla festa di lancio del suo album a Milano c’era Elodie. Siete le cantanti pop del momento. State pensando a una collaboraz­ione?

«E io sono stata alla festa di lancio del suo album. Per ora non abbiamo un progetto musicale insieme, ci stimiamo e penso sia importante sostenerci a vicenda. In Italia siamo poche cantanti donne e ci rompono parecchio, se ci spogliamo troppo, se non ci spogliamo, se cambiamo look… Non va mai bene niente. Anche se ognuna ha la sua strada, è bello fare squadra. Io tifo per Elodie, per Emma e per tante altre. Tutta questa solidariet­à tra artisti uomini, invece, non la vedo. Ci sono ancora un bel po’ di passi avanti da fare».

C’è una giovane artista che le piace?

«Molte, le cerco su Spotify e le vedo nei talent come Amici o XFactor. Non credo a chi dice che non servano più a niente, sono un trampolino e una scuola. È un momento con una scena interessan­te, non c’è un unico nome che emerge».

Parteciper­à a Sanremo 2024?

«Il Festival ormai è una vetrina importanti­ssima e questo è il momento dell’anno in cui tutti noi artisti iniziamo a pensarci. Per quanto mi riguarda dipende dal brano: deve essere perfetto, se c’è solo un mezzo dubbio, mio o del team, meglio stare a casa». Si era parlato di una sua possibile partecipaz­ione come co-conduttric­e. Se ricevesse un invito di Amadeus per questo ruolo lo accettereb­be?

«Sarebbe bellissimo, anche in futuro. Mi permettere­bbe di aggiungere un tassello importante al mio lavoro e sarebbe comunque una grande occasione per fare musica». Questa intervista uscirà il giorno prima del suo debutto, il 4 novembre, al Forum di Assago, già sold out. Sarà l’inizio della sua prima tournée nei palasport. Come ci arriva?

«Con una preparazio­ne artistica e fisica molto impegnativ­a. Ho lavorato su tutto: musica, coreografi­e, costumi, visual».

Dormirà la notte prima del Forum?

«Lo spero. Conto di essere così stanca da crollare. Ci sarà grande tensione, ma vorrei godermi la magia».

«NON CREDO A CHI DICE CHE I TALENT NON SERVANO PIÙ. SANREMO? CONDURLO MI PIACEREBBE, SAREBBE UN TASSELLO IN PIÙ E POI TANTA MUSICA»

 ?? ??
 ?? ??
 ?? ??
 ?? ??
 ?? ??
 ?? ??
 ?? ??
 ?? ??
 ?? ??
 ?? ??
 ?? ??
 ?? ??
 ?? ??
 ?? ??
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy