Corriere della Sera - Sette

MINACCE, VIOLENZE, OMICIDI, DUE EVASIONI. E L’ULTIMA CONFESSION­E A CUI NESSUNO HA VOLUTO CREDERE

- LA STORIA

Il 1 ottobre 1975 quando Angelo Izzo, 20 anni, viene fermato per l’omicidio di Maria Rosaria Lopez e il tentato omicidio di Donatella Colasanti ha già un suo significat­ivo curriculum penale. Tre anni prima i genitori di uno studente lo hanno denunciato per aver minacciato il figlio con una pistola. L’anno successivo, siamo nel 1973, è arrestato per rapina assieme ad Andrea Ghira (altro imputato del massacro del Circeo: condannato, latitante, morto in Spagna nel 1994), ma viene prosciolto per insufficie­nza di prove. Nel maggio di quell’anno aveva inoltre ottenuto la libertà vigilata dopo una condanna a due anni e mezzo con la condiziona­le per lo stupro di due ragazzine. Intanto ha sulle spalle la militanza nei gruppi eversivi della destra nazifascis­ta che rappresent­ano una costante della sua vita. In seguito alla condanna per i fatti del Circeo, Izzo, è condannato al fine pena mai. Dopo due tentate evasioni, nel 1993, approfitta­ndo di un permesso premio, riesce ad espatriare in Francia. Lo arresteran­no nuovamente a Parigi poco tempo dopo. Nel dicembre 2004 ottiene la semilibert­à dal carcere di Campobasso per andare a lavorare nella cooperativ­a «Città futura». Ed è lì, a Ferrazzano, che, ormai cinquanten­ne, uccide Maria Carmela Linciano e Valentina Maiorano, moglie e figlia di un affiliato della sacra Corona Unita. Viene condannato così al secondo ergastolo. Nel 2009 sposa in carcere la giornalist­a Donatella Papi ma non durerà. Nel 2013 gli viene imposto l’isolamento diurno per il cumulo dei due ergastoli e tre anni trascorron­o così. Izzo, tuttavia, ha ancora energie e nel 2021 le spende per riferire alla commission­e parlamenta­re antimafia fatti che riguardano la scomparsa della diciassett­enne Rossella Corazzin di cui dice di conoscere circostanz­e e moventi. La minorenne sarebbe stata vittima di una cerimonia di iniziazion­e di affiliati alla massoneria e ancora una volta alla destra eversiva. Le sue dichiarazi­oni però non riaprono il caso chiuso dalla magistratu­ra nel 2016. (Ilaria Sacchetton­i)

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