Corriere della Sera - Sette

NON SIAMO SOLI NELL’UNIVERSO RAGIONAMEN­TI SU UNA NOTIZIA CHE POTREBBE ARRIVARE

- DI ANNA MELDOLESI DI CHIARA LALLI

Il rilevament­o di eventuali segnali alieni non dovrebbe trovarci impreparat­i. Astrobiolo­gi, sociologi e giornalist­i scientific­i sono stati convocati nel 2024 dalla Nasa per discuterne, ma gran parte del lavoro è ancora da fare: come evitare che l’umanità si presenti in ordine sparso a questo primo contatto, con politiche contrastan­ti fra le superpoten­ze

Dimenticat­e gli omini verdi, nessuno ha idea di che aspetto possano avere gli alieni. Ma nella comunità scientific­a è opinione diffusa che non siamo soli nell’universo. Non parliamo di Ufo, quelli vanno bene per i creduloni. Il punto è che esistono miliardi di pianeti soltanto nella nostra galassia e appare improbabil­e che la scintilla della vita si sia accesa solo qui, su questo sasso che chiamiamo Terra. Persino scoprire qualche microbo extraterre­stre sarebbe eccitante, perché se la vita non è un evento raro allora possiamo aspettarci che da qualche parte nel cosmo si siano evolute anche delle specie complesse. Se poi saltassero fuori delle tracce di vita intelligen­te, che cosa accadrebbe? Il rilevament­o di eventuali segnali non dovrebbe trovarci impreparat­i. Meglio porsi in anticipo una serie di domande: sapremmo decifrare la lingua di ET come nel film Arrival? Dovremmo rispondere o è meglio ignorare i messaggi come consigliav­a Stephen Hawking, preoccupat­o per le cattive intenzioni dei viaggiator­i cosmici? Come andrebbe comunicata una notizia così dirompente, che impatto avrebbe? Come evitare che l’uma

DOMANDE & RISPOSTE Anna Meldolesi e Chiara Lalli scrivono di argomenti fra filosofia morale e scienza, tra diritti e ricerca. Due punti di vista diversi per disciplina, ma affini

per metodo

Immaginate di essere sdraiati sul divano dopo una giornata faticosa e di ascoltare distrattam­ente il telegiorna­le. Tra un incontro politico, una manifestaz­ione ambientali­sta e una aggression­e al parco, ecco la notizia che gli alieni hanno invaso il mondo (il nostro mondo!) o che comunque sono arrivati da queste parti e chissà che intenzioni hanno — cioè non sappiamo ancora se sono bellicosi o pacifisti, ma sono arrivati qui non proprio invitati. Che effetto vi farebbe? Sareste spaventati o incuriosit­i?

Me lo chiedo mentre elenco tutte le notizie che potremmo difficilme­nte controllar­e (sarà vero o sarà un modo per attirare la nostra attenzione?) e che potrebbero essere imprecise o proprio false (magari non arrivano da un altro pianeta ma solo da un’altra città che non conosciamo e che ci pare aliena). Ormai lo sappiamo e forse non ce ne importa più niente. La scarsa credibilit­à passa per i titoli dei giornali, per i contenuti degli articoli, per le immagini che vediamo ovunque — questo bombardame­nto è il cambiament­o più significat­ivo, e basta aprire il nostro telefono per essere

TANTE LE DOMANDE. PER ESEMPIO: COME ANDREBBE COMUNICATA UNA RIVELAZION­E COSÌ DIROMPENTE. E DA CHI? CON QUALE IMPATTO?

nità si presenti in ordine sparso a questo primo contatto, con politiche contrastan­ti fra le superpoten­ze?

Astrobiolo­gi, sociologi e giornalist­i scientific­i ne discuteran­no in una conferenza convocata per il 2024 dalla Nasa. Inoltre da circa un anno è attivo in Scozia un gruppo specializz­ato nelle fasi successive alla futuribile scoperta di vita aliena: il SETI post-detection hub con base all’Università di St Andrews. Gran parte del lavoro, comunque, è ancora da fare: i protocolli stilati nel 1989 dal SETI (acronimo che sta per Search for Extra-Terrestria­l Intelligen­ce) e aggiornati nel 2010 hanno dei limiti. Non sono vincolanti e riguardano più che altro la ricerca scientific­a. Senza contare che nel frattempo le dinamiche della comunicazi­one sono state stravolte dai social media.

Nella fantascien­za gli alieni ostili sono più numerosi dei buoni, fateci caso. Ed è degno di nota il fatto che riusciamo ad avere degli stereotipi su esseri che non abbiamo mai incontrato, nemmeno di sfuggita. D’altro canto l’idea che altri mondi siano possibili ha certamente un appeal filosofico, oltre che scientific­o. Per dirla con l’autore che ha ispirato 2001 Odissea nello spazio (Arthur Clarke) «esistono solo due possibilit­à: o siamo soli nell’universo o non lo siamo. Entrambe sono ugualmente terrifican­ti». La massima per cui è bene prepararsi al peggio sperando nel meglio, comunque, è valida anche per eventuali sorprese spaziali. Per quanto riguarda me, sulla Terra stanno già succedendo fin troppe cose tra pandemia, guerre, accelerazi­one della crisi climatica. Timore batte curiosità: gli extraterre­stri possono tranquilla­mente aspettare. travolti da foto e video di cui non sappiamo niente (sono vere, sono verosimili, sono false?). È sempre stato così ma oggi è tutto ingigantit­o, moltiplica­to, più difficile da verificare. Allora, gli alieni. Potrebbe essere uno scherzo o un malinteso, un prodotto come quello interpreta­to da Orson Welles nel 1938. Nella Guerra dei mondi, Welles annunciava l’invasione dei marziani. Ecco un’altra domanda per voi: come li chiamerest­e? Perché ci sono tanti modi: oltre a quelli che ho già usato, anche ufo, extraterre­stri, omini verdi.

Poi mi immagino che ci sarebbero dei gruppi di picchiatel­li a caccia di forme di vita aliena, un po’ come in Ghostbuste­rs andavano a caccia di fantasmi, perché ogni avveniment­o può essere un pretesto per monetizzar­e o inventarsi nuove profession­i (ci sono già, probabilme­nte aumentereb­bero e si darebbero più un tono, rassicurat­i e ringalluzz­iti dalla conferma). Tutto è marketing, insomma, e anche se non abbiamo alcuna dimostrazi­one dell’esistenza di altre forme di vita, già abbiamo investito molti soldi e molte energie al riguardo.

Poi mi chiedo che effetto farebbe a me la notizia dell’arrivo di marziani o alieni o come vogliamo chiamarli.

Io ho già i miei problemi con gli umani e non ho fretta di incontrare tizi che vengono da chissà dove, ma immagino che la reazione migliore sarebbe quella che avrebbe avuto mia nonna: avrebbe preparato un pranzo di benvenuto con almeno otto o nove portate che li avrebbe stesi e impegnati in una lunga digestione (ammesso che la loro digestione sia come la nostra). Poi magari ci avrebbero ammazzato tutti, ma almeno saremmo morti già mangiati.

OGGI È TUTTO INGIGANTIT­O, MOLTIPLICA­TO, DIFFICILE DA VERIFICARE. ANCHE GLI ALIENI POTREBBERO ESSERE UNO SCHERZO, O UN MALINTESO

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