MORETTI A TEATRO «DA ATTORE NON POTREI» DEBUTTO IN REGIA
Quasi mezzo secolo fa Nanni Moretti si professava un anarchico. O meglio, nel 1976 il titolo del suo lungometraggio d’esordio alla regia era: Io sono un anarchico. Era un attore “anarchico” che (nella pellicola), ironizzava e parodiava il teatro sperimentale del periodo. Erano gli anni Settanta. Ora che 70 di anni anagrafici Moretti li ha appena compiuti (lo scorso agosto), ha scelto di cambiare punto d’osservazione, passare dietro le quinte e curare la regia del suo primo spettacolo teatrale: un doppio testo di Natalia Ginzburg, le commedie Dialogo e Fragola e Panna, dittico proposto con l’unico titolo di Diari d’Amore. Al debutto a Torino lo scorso ottobre, al Teatro Stabile del quale lo spettacolo è una produzione, l’amico e collega Silvio Orlando scherzando raccontava: «Glielo detto: “Ma chi te lo ha fatto fare”. Però conosciamo l’irrequietezza dell’uomo».
Improbabile allora sia la volontà di continuare a farsi del male, citando. Piuttosto di fare nuove esperienze, quelle della maturità artistica.
Esperienze da far tremare i polsi. Quello di Moretti è un duplice debutto: lo spettacolo in tour europeo (alcune tappe italiane, sino ad arrivare nel giugno 2024 a Parigi), ora approda a Milano: dal 14 al 26 novembre in scena al Piccolo Teatro, nella storica sala di via Rovello, evento autunnale annunciato.
Facendo nostra la domanda di Orlando: ma a Moretti, davvero chi glielo ha fatto fare. «Negli ultimi due anni sono andato molto a teatro. Mi ha fatto davvero molto piacere sedermi in platea», ha spiegato. «Forse spinto dalla necessità di ritrovare il contatto diretto con gli spettatori e il palcoscenico, dopo gli anni di vuoto legati alla pandemia. Ho sentito la necessità di affrontare il mondo del teatro in prima persona. Ma come regista». Di solito Moretti gioca sempre su più piani: dietro la cinepresa come cineasta, ma anche davanti all’obbiettivo come interprete. A teatro invece si è negato l’esperienza on stage. «Fare l’attore di prosa? Si tratta di un altro mestiere. Non credo di esserne capace», la lapidaria spiegazione.
Moretti in tal modo diventa il primo spettatore dei cinque interpreti in scena dei due testi: Valerio Binasco, Daria Deflorian, Alessia Giuliani, Arianna Pozzoli e Giorgia Senesi. «La scrittura della stessa autrice di Caro Michele, in queste due commedie propone quelle stesse malinconia e comicità presenti in Anton Cechov, autore a cui sono legato e amo moltissimo». Di situazioni familiari e relativi nuclei con corrispondenti problemi Moretti è espertissimo. Basta un titolo: Tre piani, film presentato al Festival di Cannes due anni fa. Nei suoi testi Ginzburg racconta di nuclei familiari disarmonici, uomini e donne che si lasciano vivere senza entusiasmi. «I protagonisti dei due testi sono personaggi maschili fragili e donne sole. Tematiche che sento a me molto vicine. Come lo sono i personaggi in scena». Il punto di vista di Moretti è quello di mettere lo spettatore come dinanzi a uno specchio, gli spettatori però risultano inadeguati, financo indifferenti di fronte alla complessità e alle tragedie della vita. Moretti intanto continua nella sua sperimentazione matura e attualmente è impegnato come produttore di due pellicole. Ma non con la sua firma.
Diari d’Amore, un dittico con le commedie di Natalia Ginzburg. Da martedì a Milano