I MISTERI DI ROSETTA CUTOLO BRAVA SARTA, BEGHINA IN CHIESA E RAFFINATA MENTE CRIMINALE
Questa settimana ho scelto di mostrarvi una foto della sorella maggiore del capo della Nuova Camorra Organizzata Raffaele Cutolo, Rosetta, quando era poco più che 40enne, nel 1980. Già da 17 anni reggeva l’organizzazione al posto del fratello, arrestato nel 1963. Più volte sfuggita all’arresto, è stata anche lei 6 anni in carcere.
Lo scorso 14 ottobre è morta Rosetta Cutolo, sorella del boss della Nuova Camorra Organizzata Raffaele Cutolo, ’o Professore. Proverò a raccontarvi non la vita, ma le vite di Rosetta Cutolo: ombra del fratello, mai sposata, fondamentale cinghia di trasmissione tra il capoclan detenuto e gli affiliati. E poi, nell’ultima fase della sua vita, donna arroccata a Ottaviano, sulle falde del Vesuvio, lì dove tutto è iniziato. Dalla miseria nera al potere smisurato, Rosetta Cutolo è simbolo di una incredibile contraddizione: vittima di un territorio misero, figlia di una classe sociale marchiata da analfabetismo e fame e, allo stesso tempo, plenipotenziaria detentrice di un impero criminale, fredda nel decidere di delinquere al fianco del fratello assassino.
Rosetta ha sostenuto un sistema criminale spietato e ha preteso di farlo in nome di un’idea di riscatto personale, finanche di giustizia sociale. Questa è stata Rosetta Cutolo, una donna minuta che passava la maggior parte del suo tempo divisa tra le preghiere e un potere mafioso spietato. Rosetta poteva essere, nella stessa giornata, una signora che elargiva denaro a famiglie in difficoltà al mattino, il pomeriggio decidere in maniera spietata una nuova condotta del clan e la sera comunicare a politici e figure imprenditoriali del territorio le indicazioni ricevute dal fratello. Ambasciatrice, boss, consigliera, beghina, nonna che gioca con sua nipote: tutto in un’unica vita.
Rosetta ’e Monaco, così era conosciuta, perché suo padre era proprio chiamato così: ’o Monaco …eisoprannomi si ereditano. Michele Cutolo era detto il monaco perché aveva una vita rigorosissima e religiosissima. Zappatore analfabeta, con la moglie ha trascorso l’intera esistenza a lavorare la terra: coltivavano zucchine e pomodori, curavano vigne. Lavoro, lavoro, lavoro. E allora come è stata possibile l’ascesa criminale? Come è stato possibile avviare l’affiliazione senza nulla da offrire in cambio a chi prometteva fedeltà a don Raffaele? Proprio grazie a Rosetta Cutolo, che avrà un ruolo fondamentale sin da subito. Non è una gregaria che poi diventa boss, ma l’anima stessa dell’impresa. Rosetta Cutolo, mentre il fratello è in carcere, lavora nei sottoscala dove si producono
SCOMPARSA IL 14 OTTOBRE SCORSO, MAI SPOSATA, È PASSATA DALLA MISERIA NERA A UN POTERE SMISURATO
a nero i capi d’abbigliamento spesso poi piazzati sul mercato legale; una dinamica che racconto con dovizia di particolari in Gomorra. È abilissima Rosetta, una grande sarta. Suo fratello lo sa.
Quando Raffaele inizia a costruire il primo nucleo della sua personalissima organizzazione, non ha denaro contante da dare ai neo affiliati, ma vestiti; quelli che Rosetta sottrae alla fabbrica dove lavora. Giacche, pantaloni, camicie che dà al fratello e che lui inizia a distribuire ai primissimi affiliati. Questa sottrazione è tollerata dal proprietario della fabbrica, Vincenzo Casillo detto ’o Nirone che, in tutta la vicenda dei Cutolo e della NCO avrà un ruolo cruciale su cui tornerò. Ma come fa una donna, quasi analfabeta, costretta sin da adolescente a faticare 15 ore al giorno, a diventare una mente criminale così raffinata? Tutto inizia nel febbraio 1963, quando Raffaele Cutolo commette l’omicidio che lo fa trasformerà da contadino, figlio di contadini, in una delle figure criminali più potenti del mondo. È importante ricordare questo primo omicidio, realmente avvenuto ma avvolto nella leggenda, alimentata anche dal film capolavoro di Tornatore che racconta il potere cutoliano: Il camorrista.
Si narra di un omicidio commesso proprio per proteggere Rosetta da una molestia sessuale. Raffaele e Rosetta Cutolo, fermi in strada con l’auto in panne sotto una pioggia scrosciante, iniziano a spingerla per accostarla al marciapiede quando dei ragazzi in un bar decidono di aiutarli. Uno di loro, mentre spinge l’auto tocca il sedere di Rosetta. Lei si gira di scatto e il ragazzo dice: «Che è, non ti è piaciuto?». Leggenda vuole che Raffaele ammazzi quell’uomo spaccandogli letteralmente la testa sul cofano dell’auto. Le cose non sono andate così, questa è una forma di sintesi del film per raccontare il rapporto tra Cutolo e sua sorella Rosetta. Un rapporto talmente complesso che, solo per questa volta, mi prenderò la libertà di raccontarvi l’ascesa criminale di Raffaele e Rosetta in una sorta di seconda parte che mostrerà come, dalla miseria più profonda si arriva a un potere smisurato, il cui simbolo è il palazzo mediceo di Ottaviano, il più bel castello di tutto il vesuviano che Raffaele dona a sua sorella.
NON È MAI STATA UNA GREGARIA MA L’ANIMA STESSA DELL’IMPRESA CAMORRISTICA DEL FRATELLO POI IN CARCERE