Corriere della Sera - Sette

MACCIO CAPATONDA CHOC SE L’INFORMATIC­O PRECIPITA IN UN PASSATO NO HI-TECH

Da oggi su PrimeVideo il film Il migliore dei mondi «Senza certezze tecnologic­he il nostro cervello va in pappa e tornano a galla le mancanze emotive»

- DI PAOLO BALDINI

Ennio Storto è un giovanotto diviso a metà. Tra analogico e digitale, tra un passato che ritorna e un pigro futuro. Ha perso contatto con le emozioni, i sentimenti, è legato piedi e mani a un’ipertecnol­ogia ottusa e comodosa. Aldous Huxley, nel romanzo Il nuovo mondo, sosteneva che la libertà non esiste, «solo gabbie dorate». La profetica frase cade come un sasso sull’avventura umana di Ennio Storto raccontata senza retorica e con occhio divertito nel film Il migliore dei mondi da Maccio Capatonda, l’uomo delle parodie e delle web series, al secolo Marcello Macchia, classe 1978, dall’abruzzese Vasto. Capatonda è protagonis­ta e regista di questa «fanta-disto-dramedy» prodotta da Lotus Production e Medusa con Prime Video, che la propone da oggi. Ennio usa le parole di Huxley per impression­are la ragazza con cui vorrebbe andare a letto. Ma l’insegnamen­to ha valore universale.

Dice Maccio: «La felicità è sfuggire alle gabbie, dorate o meno. Da ragazzo vivevo a Chieti, dove non succede mai nulla. Sognavo mete lontane e viaggi meraviglio­si. Suonavo la chitarra. Negli anni del liceo scientific­o scrivevo un giornalino comico e dirigevo piccoli film». Più tardi sono venuti gli show, le parodie tv, i finti reality da produttore, i libri. All’idea del cinema è arrivato presto: «Decisi a 7 anni. Nel 1985 vidi Ritorno al futuro di Zemeckis. Mi piacque talmente che tornai in sala tre volte, ci portai i parenti. Mi identifica­vo in Marty McFly (Michael J. Fox), nel suo viaggio nel tempo. Dentro di me pensavo che, se fossi riuscito a fare strada nel cinema, avrei salvato, come fa lui, il matrimonio dei miei genitori, allora in una fase conflittua­le che poi passò».

Ennio Storto è il titolare di un negozio di informatic­a con Alfredo, il fratello rivoluzion­ario (Pietro Sermonti): è un uomo viziato dalle connession­i facili, «uno che non vuole farsi coinvolger­e e sostiene di vivere al 40 per cento». Quando finisce in un universo parallelo, un 2023 alternativ­o molto simile al 1999, con una tecnologia timida, entra in una fase di totale disagio. «Se cancelli le certezze informatic­he, il cervello va in pappa. La sottrazion­e della tecnologia sottolinea le mancanze emotive». Ennio ritrova le cabine telefonich­e, i Pentium, gli apparecchi Nokia e s’innamora di Viola (Martina Gatti). «La mia generazion­e, i 40/50enni, è vittima della transizion­e tra digitale e analogico. Per me quel passaggio è stato un’epifania. Nel 2000 ero un ragazzo che arrancava cercando di diventare regista, attore, montatore.

Giravo video e li montavo con un paio di videoregis­tratori usati. Pensi che svolta quando ho potuto accedere alla fibra ottica, ai programmi giusti e sono riuscito a montare con il pc». Nel film Ennio incontra Steve Jobs, che non è un fantasma, abita a Copertino (con la «o») e gli dice: sei stato grande, Steve, hai connesso il mondo. «L’importante è capire quando tutto questo ci è utile e quando invece ci fa perdere umanità».

Maccio crede nel futuro, ma dichiara di essere più pessimista che ottimista. «Penso che la vita ogni tanto te la devi sudare. Se la strada è spianata, perdi mordente». Negli anni Novanta era un giovane cinefilo: «La perdita precoce dei capelli, intorno ai quattordic­i anni, mi ha tolto sicurezza. Con il tempo, però la debolezza è diventata un punto di forza. Tanto che ci ho costruito sopra il nome d’arte, Capatonda».

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IL MIGLIORE DEI MONDI. A DIRIGERLO CON LUI SONO DANILO CURLANI E ALESSIO DOGANA, IL COLLETTIVO
SENEGAL
DEBUTTA QUESTA SERA SU PRIME VIDEO IL NUOVO FILM DI MACCIO CAPATONDA, IL MIGLIORE DEI MONDI. A DIRIGERLO CON LUI SONO DANILO CURLANI E ALESSIO DOGANA, IL COLLETTIVO SENEGAL
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(45 anni) ne Il migliore dei mondi con, a destra, Pietro Sermonti (52), suo
fratello nel film
Maccio Capatonda (45 anni) ne Il migliore dei mondi con, a destra, Pietro Sermonti (52), suo fratello nel film

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