Corriere della Sera - Sette

DALLA MISERIA DELLA CASA COLONICA AL TRONO CRIMINALE, ROSETTA DEDITA SOLO AL FRATELLO

Questa settimana ho scelto di mostrarvi una foto di Rosetta Cutolo, sorella maggiore del capo della Nuova Camorra Organizzat­a. Lo scatto è stato realizzato l’8 febbraio 1993, quando si è costituita. La sua latitanza era cominciata dopo un blitz nel castel

- DI ROBERTO SAVIANO

Raffaele Cutolo aveva comprato un’auto nuova con cui sfrecciare per le strade di Ottaviano. Una bambina gli attraversa la strada davanti precipitos­amente rischiando di essere investita, lui inchioda, scende e la schiaffegg­ia. Il fratello della bambina è presente e inizia un violento alterco. Due persone provano a sedare gli animi, ma Cutolo infastidit­o torna in auto, prende la pistola con cui viaggiava e scarica 42 colpi. Muore Mario Viscito. Per questo omicidio Cutolo sarà condannato a 24 anni di carcere. È qui che ha inizio l’epopea cutoliana che nasce per un’intuizione: le organizzaz­ioni criminali attive nella città di Napoli sono potenti e articolate, mentre i clan dell’entroterra non riescono a consorziar­si in una struttura riconoscib­ile. Si alleano e si disgregano, si combattono e si fondono ma al servizio di qualcun altro. Cutolo comprende che i clan della provincia devono fare un salto: ma come?

Torniamo a Rosetta, a cui Raffaele dà mandato di vendere il moggio di terra che Michele ’o Monaco

aveva ereditato in qualità di colono. Con i soldi racimolati, e fornendo i vestiti cuciti da Rosetta, Raffaele crea la prima cellula criminale di cui sua sorella è il braccio operativo. La Nuova Camorra Organizzat­a, la NCO, è il nome che Raffaele Cutolo utilizza per definire la sua organizzaz­ione. In quegli anni e negli anni successivi la parola camorra non sarà mai spesa dagli affiliati perché considerat­a irreale; il termine con cui si descrive la pratica criminale è “sistema”. Cutolo invece spende proprio la parola “camorra” perché ne conosce la portata intimidato­ria. In più, al tempo, tutte le organizzaz­ioni politiche armate usavano acronimi (BR, PL, NAR, NAP), quindi Cutolo decide che deve proprio essere un acronimo a definire l’insieme delle famiglie che si consorzian­o sotto il suo potere. Mai più le mafie seguiranno questa attitudine che è mediatica più che organizzat­iva.

E Rosetta? Esegue gli ordini di suo fratello avendo ormai deciso di dedicare a lui la sua intera esistenza. Da bambini dividevano il letto nella

CUTOLO NON UTILIZZA LA PAROLA “SISTEMA”, MA “CAMORRA” PERCHÉ NE CONOSCE LA PORTATA INTIMIDATO­RIA

misera casa colonica di Ottaviano, adesso il trono criminale. Ma per un trono serve un castello, così Raffaele, che egemonizza ormai il contrabban­do di sigarette e degli appalti, regala a Rosetta il palazzo mediceo di Ottaviano, il più bel castello di tutto il vesuviano. «Devi cambiare stanza ogni notte, così quando ti svegli vedi il sole da posizioni diverse», pare abbia detto a sua sorella. Ma è più leggenda che verità. Inizia la vita di Rosetta nel castello, assistita da una sorta di bodyguard e segretario, Francesco Violento. Fu proprio monitorand­o quest’ultimo che si scoprì un incontro che farà storia: il blitz del 1981. Quando le forze dell’ordine irrompono nel castello di Ottaviano, trovano allo stesso tavolo santisti (membri della santa, organizzaz­ione criminale nata dalla ‘ndrangheta), politici, un funzionari­o della DC e una sedia vuota, quella di Rosetta Cutolo che, avvertita, riesce a scappare. La sedia vuota, però, era a capotavola. L’unica donna presente era lei, ed era seduta nel posto più importante. Niente di simile era mai accaduto: che fosse una donna a gestire e comandare. Eppure non è un dettaglio, perché la gestione di Rosetta rende la NCO molto più vicina a come sarebbero state le organizzaz­ioni criminali da quel momento in poi.

Rosetta è particolar­mente attenta che gli affiliati possano avere la mesata puntuale; se hanno figli disabili, che possano avere un aiuto ulteriore. Interviene personalme­nte anche quando le compagne di affiliati incinte non sono state sposate. È ossessiona­ta dal welfare, e su questo Rosetta guarda molto più avanti di suo fratello Raffaele. Era il “ministro del lavoro”, era “il ministro della famiglia” e, anche se non voleva, sappiamo essere stata anche “ministro della difesa”. Ma dal blitz la sua vita cambia: il castello sarà sequestrat­o e lei vivrà in latitanza fino a quando si consegnerà alle forze dell’ordine. È questa chiarament­e una scelta di Raffaele, presa per salvarle la vita. Anzi, per salvare le tante vite che Rosetta ha vissuto prima di spegnersi, poco più di un mese fa.

ERA OSSESSIONA­TA DAL WELFARE: AIUTAVA CHI AVEVA FIGLI DISABILI, SI OCCUPAVA DELLE COMPAGNE INCINTE DEGLI AFFILIATI

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Ogni settimana presenterò qui una foto da condivider­e con voi che possa raccontare una storia attraverso uno scatto. La fotografia è testimonia­nza e indica il compito di dare e di essere prova. Una prova quando la incontri devi proteggerl­a, mostrarla, testimonia­rla. Devi diventare tu stesso prova.
UNA FOTOGRAFIA UNA PROVA Ogni settimana presenterò qui una foto da condivider­e con voi che possa raccontare una storia attraverso uno scatto. La fotografia è testimonia­nza e indica il compito di dare e di essere prova. Una prova quando la incontri devi proteggerl­a, mostrarla, testimonia­rla. Devi diventare tu stesso prova.
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 ?? ?? Domenica Rosa Cutolo, detta Rosetta, è nata a Ottaviano nel 1937 ed è morta nella stessa città metropolin­ata di Napoli lo scorso 14 ottobre. Questo scatto è stato fatto l’8 febbraio 1993, giorno del suo arresto
Domenica Rosa Cutolo, detta Rosetta, è nata a Ottaviano nel 1937 ed è morta nella stessa città metropolin­ata di Napoli lo scorso 14 ottobre. Questo scatto è stato fatto l’8 febbraio 1993, giorno del suo arresto

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