Corriere della Sera - Sette

LE SORELLE FAVOLOSE DEL CINEMA: «RACCONTIAM­O GLI UOMINI PRIGIONIER­I DI SÉ STESSI »

- DI TERESA CIABATTI FOTO DI FABIO LOVINO

a chimera, il nuovo film di Alice Rohrwacher (5 stellette sul Guardian), prodotto da Tempesta e Rai Cinema, in concorso al Festival di Cannes e ora in sala, è la storia di un gruppo di tombaroli della Tuscia alla ricerca di tesori sotterrane­i, la dote dei morti – vasi, statue, monili da rivendere. Anni 80, un mondo contadino in cui i figli vogliono emancipars­i dai padri. Un film sulla ricerca del tesoro dove il tesoro, mai scovato, forse è altrove (esiste un’altra dimensione?).

Poetico, comico, tragico, commovente, unico, straordina­rio, La chimera riconferma che lo sguardo di Alice Rohrwacher non somiglia a quello di nessuno. E riconferma il legame artistico con la sorella Alba che qui ha un ruolo piccolo ma fondamenta­le: evocata per l’intera storia, a un certo punto si rivela. Al pari di Corpo Celeste, Le Meraviglie, e Lazzaro Felice, questo film si muove su un confine senza mai perdere l’equilibrio. Del resto il confine, la possibilit­à di due mondi è uno degli elementi ricorrenti della poetica della regista che tra premi e nomination all’Oscar è la regista italiana più apprezzata nel mondo della nuova generazion­e. Cresciuta in campagna, mamma insegnante, babbo apicultore, esercita l’immaginazi­one fin da bambina.

LCosì dei giardini di Bomarzo ricorda: «Nel parco c’è una casa, una bellissima casetta a due piani con dentro un tavolo, un camino. Ma è storta. Mi è sempre rimasta impressa. Per vedere bene i mostri bisogna essere in pendenza». La chiave per capire la sua intera opera: «Bisogna essere un po’ inclinati per abbandonar­si all’immaginazi­one».

I due mondi della vostra infanzia: uomini e animali?

Alice: «Quello per noi era uno solo: arabesco in cui si incontrava­no uomini, animali e piante».

Alba: «Il rapporto dentro e fuori della città in campagna è un tutt’uno. L’uomo entra nel mondo dell’animale, non il contrario».

Gli animali da bambine?

Alba: «Gatti, agnellini, pulcini, oche».

Alice: «Abbiamo allattato diversi agnellini dopo un po’ restituiti al gregge».

Alba: «C’è stato persino un barbagiann­i».

Alice: «Lo abbiamo visto nascere, mio padre aveva trovato l’uovo. Lo nutrivamo, lui intanto imparava a cacciare, poi è arrivato per forza il momento della separazion­e: gli abbiamo dato il volo».

La sofferenza del distacco?

Alba: «La vicinanza con gli animali comporta anche dolore. La prima volta che ho sentito le urla di un maiale che veniva ucciso ho avuto le convul

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Alice Rohrwacher, 41 anni, regista (a sinistra) con la sorella maggiore Alba, 44 anni, attrice

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