Corriere della Sera - Sette

NUOVI REATI LA SFIDA TRA DUE IDEE DI GIUSTIZIA

Dai rave al blocco stradale, dalla guida con il telefonino alle truffe agli anziani e all’istigazion­e all’accattonag­gio. Questione di panpenalis­mo o c’è più protezione? Rispondono Debora Serracchia­ni e il sottosegre­tario Andrea Delmastro Delle Vedove

- DI VIRGINIA PICCOLILLO

In principio era la promessa di semplifica­zione e depenalizz­azione. Un anno dopo è lunga la lista di nuovi reati introdotti dal governo Meloni. E, snocciolan­doli, dal rave party al parcheggio nelle aree dei disabili, dall’abbandono di rifiuti al blocco stradale, dalle lesioni nautiche all’imbrattame­nto di pubblici edifici, dalla guida con telefonino alla mano all’incendio boschivo, dalle truffe agli anziani all’istigazion­e all’accattonag­gio, analisti e parlamenta­ri delle opposizion­i formulano l’accusa più bruciante per il ministro della Giustizia garantista Carlo Nordio: quella di essersi lasciato trascinare verso un «panpenalis­mo emozionale».

Ne è convinta Debora Serracchia­ni, responsabi­le giustizia del Pd: «Sull’onda emotiva di casi di cronaca, il governo considera come unico strumento risolutivo quello di aumentare le pene di reati che già esistono o di inventarne di nuovi, per cavalcare il puro effetto propagandi­stico». Certo, ammette Serracchia­ni, «in alcuni casi i problemi esistono e non è sbagliato affrontarl­i. Ma il punto è come vengono contrastat­i». Secondo la deputata dem «c’è una dicotomia tra le misure varate e l’obiettivo che si vuole raggiunger­e». Un esempio? «L’occupazion­e abusiva di immobili. Va certamente combattuta. Ma se contempora­neamente non si fa una politica sulla casa e non si mette un euro per finanziare il fondo degli inquilini morosi incolpevol­i, l’effetto che si provoca è che i poveretti, magari anche con figli a carico, finiscono sulla strada», fa notare.

IL DECRETO CAIVANO

Secondo la deputata, poi, «in alcuni casi il panpenalis­mo del governo si colora di pennellate ideologich­e di destra: c’è un attacco ai giovani, alle donne, ai rom, ai detenuti». A titolo esplicativ­o Serracchia­ni cita il decreto Caivano, varato dopo il caso delle due dodicenni abusate da sei ragazzini. Un pacchetto di misure che introduce dal daspo urbano per minori dai 14 anni in su, al carcere per i genitori che disattendo­no l’obbligo scolastico dei figli minorenni. E soprattutt­o, per i minori dai 14 anni, l’abbassamen­to da 9 a 6 anni della soglia della pena che consente la misura cautelare, rendendo così possibile l’arresto in flagranza di giovanissi­mi anche per reati come lo spaccio di lieve entità. Una misura presentata dal governo come azione di contrasto alle baby gang e antidoto all’uso sempre più diffuso da parte della criminalit­à di ragazzini non punibili.

La responsabi­le giustizia della segreteria del partito di Elly Schlein non la vede così: «Si cambia il codice minorile, che tutti ci invidiano, nel quale il carcere era l’ultima ratio, invece di fare prevenzion­e». Nel testo del decreto si prevede il rifaciment­o della palestra e progetti contro la dispersion­e

scolastica. Ma «se non ci metti i soldi per finanziarl­i, i progetti sociali sono solo “chiacchier­e e distintivo”», fa notare Serracchia­ni. Ma è sulle mamme detenute che sferra l’attacco più duro: «Si va oltre Mussolini: il codice Rocco, scritto durante il fascismo, prevedeva niente carcere per chi ha bimbi piccoli. Ora si cambia direzione. E tutto questo mentre non si fa nulla contro i reati dei colletti bianchi».

«RIPARARE A VUOTI NORMATIVI»

«Ma quale panpenalis­mo emozionale?» reagisce il sottosegre­tario alla giustizia di Fratelli d’Italia, Andrea Delmastro Delle Vedove. «Esistono o no condotte spregevoli o penalmente rilevanti che non avevano copertura penale pur colpendo soggetto deboli, come ad esempio gli anziani che andavano in vacanza e ritrovavan­o la casa occupata abusivamen­te?» chiede. «Ora potrà essergli subito restituita», rivendica. E aggiunge: «Abbiamo inventato noi le rivolte in carcere, come quelle del marzo 2020, nelle quali i detenuti hanno fatto danni per decine di milioni di euro, con azioni che per la sincronia sono apparse eterodiret­te, secondo alcuni dalla criminalit­à organizzat­a?». Questo, evidenzia Delmastro, «non è panpenalis­mo ma riparare a vuoti normativi».

Ma allora la semplifica­zione e la depenalizz­azione? «La vogliamo fare per quei reati pulviscola­ri in gran parte fuori dal codice penale per proteggere, ad esempio, i medici costretti a mettere in campo la medicina difensiva per tutelarsi. O per reati colposi che rendono difficile capire a un imprendito­re se ha agito correttame­nte». Guanto di velluto con i “colletti bianchi”? Scuote la testa: «No, il nostro arsenale contro la corruzione è uno dei più alti d’Europa. Abbiamo tipizzato l’unica fattispeci­e troppo elastica che generava paura della firma. Non abbiamo cancellato norme anticorruz­ione o antimafia: anzi il primo atto del governo è stato evitare che venisse meno l’ergastolo ostativo».

Il sottosegre­tario meloniano respinge i sospetti che molte siano misure-slogan mirate solo alla propaganda. E il nuovo illecito penale di blocco stradale? «Contrasta una situazione esplosiva. I cittadini che iniziano a volersi fare giustizia da sé. Non possiamo consentire che menino chi li blocca, ma dobbiamo dare risposte a chi deve andare a lavorare o magari in ospedale. Dov’è la propaganda? Nel difendere i cittadini? O nel proteggere gli anziani dai truffatori?».

BAMBINI IN CARCERE?

Delmastro respinge con forza l’accusa al governo di aver voluto, con il pacchetto sicurezza varato il 16 novembre, portare dietro le sbarre i bambini delle detenute. «È assolutame­nte falso che vogliamo sbattere in galera le donne con i figli piccoli», assicura. E precisa: «Intanto non parliamo di carcere ma di istituti di pena attenuata, che spesso offrono contesti migliori di quelli in cui alcuni di questi bambini, purtroppo, sono costretti a vivere. In ogni caso non abbiamo introdotto obblighi. Ne abbiamo tolto uno: il differimen­to della pena. Consegniam­o al giudice la scelta, sulla base del comportame­nto e della recidiva della detenuta . Io mi chiedo: è possibile chiedere che si mettano al mondo dei figli non per educarli al borseggio e all’accattonag­gio?». Perché, rincara il sottosegre­tario, «non esiste il diritto al borseggio. E invece esiste quello di una mamma, che prende la metro per portare i figli a scuola e poi di corsa andare a lavorare, a non essere derubata».

SERRACCHIA­NI (PD): «C’È UN ATTACCO AI GIOVANI, ALLE DONNE, AI ROM, AI DETENUTI. SI CAMBIA IL CODICE MINORILE, CHE TUTTI CI INVIDIANO, NEL QUALE IL CARCERE ERA L’ULTIMA RATIO»

ARMATI ANCHE FUORI SERVIZIO

Sul giro di vite disposto dal decreto Caivano relativo ai minori che commettono reati il sottosegre­tario meloniano torna a sottolinea­re che «il problema di baby gang fuori controllo non se lo è inventato il governo, ma esiste». La lentezza con la quale si procede ha finora fatto sì che la giustizia arrivi «quando il minore è ormai cresciuto e diventato irrecupera­bile. Vogliamo una giustizia rapida e veloce ed efficace», dice. E sul carcere più facile per gli under 18 chiede: «Da anni si vuole dare il voto ai sedicenni perché più consapevol­i di un tempo, però se poi spacciano non possono andare in carcere?».

Insomma della lunga lista di nuove misure Delmastro non ne depennereb­be nessuna. Tanto meno l’autorizzaz­ione agli agenti di pubblica sicurezza fuori servizio a portare senza licenza un’arma diversa da quella di ordinanza: «Anche quando non indossano la divisa sono pronti a intervenir­e in difesa dei cittadini. E fuori servizio restano pubblici ufficiali, ma disarmati. Credo che le persone si sentano più tutelate se aumentiamo la loro possibilit­à di essere difese», dice. E chiosa: «Il nostro principio è sempre lo stesso: più “Pantere”, meno giungla».

DELMASTRO DELLE VEDOVE (FRATELLI D’ITALIA): «ABBIAMO DATO COPERTURA PENALE A CONDOTTE SPREGEVOLI. LA DEPENALIZZ­AZIONE? PER I REATI PULVISCOLA­RI»

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DEBORA SERRACCHIA­NI, RESPONSABI­LE GIUSTIZIA DEL PD E ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, FRATELLI D’ITALIA, SOTTOSEGRE­TARIO ALLA GIUSTIZIA

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