LUCE E GAS SAPERE? CAMBIANO LE REGOLE: COSA BISOGNA
Tra la fine dell’anno e i primi mesi del 2024 cinque milioni di famiglie (energia elettrica) e 3 milioni (metano) perderanno in automatico il servizio di tutela per entrare gradualmente nel mercato libero. Ecco come evitare (forse) di ricevere bollette pi
Si chiama regime di maggior tutela, mercato tutelato o servizio di tutela. Lo hanno oltre dieci milioni di famiglie per la luce e circa sei milioni per il gas. Stiamo parlando di energia e in particolare di bollette. Sette milioni di italiani non sanno di averlo (anche se sta scritto sulle bollette) e, ha evidenziato un’indagine condotta da Edison e Censis pubblicata a inizio novembre, sono ancora più numerosi quelli che non sanno che presto lo perderanno. La tutela è un tipo di fornitura dell’energia in cui le condizioni economiche e contrattuali sono stabilite da un’Autorità, l’Arera. Introdotta nel 2007 assieme alla liberalizzazione del mercato, dopo sedici anni di onorato servizio sta per finire e tutti i clienti domestici, salvo quelli ritenuti vulnerabili, passeranno gradualmente sul mercato libero. Le date da segnare sul calendario, salvo un rinvio al fotofinish, sono il 31 dicembre 2023 per il gas e il 10 gennaio 2024 per l’energia elettrica. Che cosa succederà? C’è possibilità di scegliere? Tra che cosa? E che cosa succede a chi non sceglie?
1. LUCE, ARRIVANO LE TUTELE GRADUALI
Alla fine della tutela dell’energia elettrica, il consumatore che non avrà scelto di passare sul mercato libero entrerà automaticamente nel cosiddetto «Servizio a tutele graduali» (Stg). In questo regime “cuscinetto” che durerà tre anni, le tariffe saranno sempre stabilite dall’Arera ma saranno legate al Pun, il prezzo unico nazionale dell’energia scambiata sul mercato all’ingrosso, un prezzo variabile di cui sarà fatta la media a consuntivo. Ci sarà un prezzo unico in tutto il Paese e saranno applicate condizioni contrattuali simili a quelle delle offerte “Placet”, vale a dire Prezzo Libero A Condizioni Equiparate di Tutela stabilite dall’Autorità e inderogabili (per esempio le modalità di fatturazione, di rateizzazione e gli interessi e le penali da pagare in caso di solleciti o ritardati pagamenti). Il passaggio concreto al Stg si verificherà il primo aprile 2024: dal primo gennaio al 31 marzo 2024 sarà in vigore la tariffa trimestrale Arera. Per stabilire chi sarà il fornitore che subentrerà a chi forniva la tutela saranno fatte aste competitive, che si svolgeranno l’11 dicembre. La competizione avviene sul corrispettivo del prezzo di commercializzazione (in pratica, chi chiede meno per fornire l’energia). «Se andrà come nelle gare per le 1,6 milioni di microimprese avvenute a dicembre 2022» spiega Gionata Picchio, vicedirettore di Staffetta Quotidiana «le aziende faranno gare al ribasso e quindi restare nel Servizio a tutele graduali (e quindi non scegliere) potrebbe far risparmiare rispetto alla tariffa attuale. Di fatto l’alternativa per i clienti finali sarà tra un esito poco competitivo delle aste, in cui poco cambierà rispetto all’attuale regime di tutela, e un esito molto competitivo, in cui la loro situazione migliorerà».
2. GAS, ATTENTI AL PREZZO (QUI SI DECIDE ENTRO IL 2025)
La tutela del gas finirà il 31 dicembre 2023 e, per i clienti non vulnerabili che nel frattempo non avranno scelto un contratto sul mercato libero, il primo gennaio del nuovo anno scatterà un regime chiamato «Placet Del. 100». Si tratta di un tipo di contratto - spiega sempre Gionata Picchio - «con condizioni di mercato libero ma vigilate dall’Arera e sostanzialmente allineate all’attuale tutela, senza cambiare fornitore».
Dopo un anno, dal primo gennaio 2025, si passerà automaticamente nella offerta Placet ordinaria, «spesso più onerosa» commenta Gionata Picchio «in cui il prezzo della componente energia lo decide il venditore e quindi si rischia di non avere potere contrattuale, che invece si può esercitare quando si contratta con più aziende fornitrici e si può scegliere quella che offre il prezzo più basso».
3. ENERGIA, IL RISCHIO DI NON POTER SCEGLIERE
Il fornitore di energia elettrica nel nuovo Servizio a tutele graduali sarà dunque deciso attraverso una gara. «Ma così» commenta Alessandro Ortis, presidente dell’Authority per l’energia dal 2003 al 2011 «i consumatori non sceglieranno». Ortis, uno dei massimi esperti italiani nel settore, auspica un rinvio. «Suggerirei una proroga “attiva” in modo tale da guadagnare tempo per informare meglio i consumatori e trasformare l’Acquirente Unico (la società pubblica che compra l’energia elettrica per chi oggi è in regime di tutela, ndr) in un trader come altri, senza privilegi o vincoli, libero di approvvigionarsi all’ingrosso competitivamente e convenientemente, grazie anche a un potere contrattuale da gruppo d’acquisto di alcuni milioni di clienti domestici a cui poi vendere l’energia abbandonando il sistema “prezzi amministrati”, mal visto anche dalla Commissione europea. Così facendo eviteremmo il trambusto di un forzoso e illiberale trasferimento a nuovi fornitori di milioni di famiglie, senza una loro scelta e con gare ancora poco chiare».
4.
A parte il consiglio di non dare retta al marketing aggressivo, la domanda è: che fare? «Purtroppo» spiega Marco Vignola, responsabile Energia dell’Unione Nazionale Consumatori «sono ancora troppe le incertezze. Nessuno oggi conosce il prezzo della luce o del gas che pagherà, a meno che non scelga un fornitore del mercato. Considerate queste premesse, il consiglio migliore è quello di cercare a metà dicembre sul Portale di Arera (https://www.ilportaleofferte.it/portaleOfferte/) le offerte più convenienti, basta avere il dato sui propri consumi annui e il Cap. Se trovate offerte significativamente più vantaggiose rispetto a quelle della tutela, conviene passare al mercato libero. Se non trovate offerte più vantaggiose, specie se siete clienti vulnerabili, vi conviene aspettare e attendere la prima nuova bolletta così da poter sapere quanto state pagando con la fine del mercato tutelato. A quel punto avrete qualche dato in più per fare una scelta consapevole». I fornitori di energia sul mercato libero abbondano, sono oltre 750. Una giungla? «No – risponde Ortis - il mercato libero è un mercato ben regolato, ma sarebbe opportuno rafforzare i meccanismi di qualificazione e controllo per l’eccessivo numero di venditori con regole più stringenti riguardanti sia la qualità commerciale (marketing aggressivo incluso) sia la solidità finanziaria».
5. VULNERABILI, ECCO CHI PUÒ RESTARE NELLA TUTELA
IL CONSIGLIO: COMPARATE LE OFFERTE SUL PORTALE
La fine del regime tutelato non riguarda tutti i consumatori, ma soltanto quelli non considerati vulnerabili. Potrà scegliere di restare con la tutela (e così accadrà se non deciderà di accettare un contratto nel mercato libero) chi ha più di 75 anni, si trova in condizioni economicamente svantaggiate (per esempio i percettori di bonus) o vive in strutture di emergenza a seguito di eventi calamitosi come i terremoti, e i disabili (chi ha la legge 104). Per la luce ci sono altre categorie per cui la tutela non finisce. Si tratta di chi è in gravi condizioni di salute tali da richiedere l’utilizzo di apparecchiature medico-terapeutiche alimentate dall’energia elettrica e di chi ha un’utenza in un’isola minore non interconnessa. In base ai dati dell’Autorità Arera, la fine dell’era della tutela riguarda circa cinque milioni di clienti della luce e oltre tre milioni di clienti per il gas, che corrispondono al 50% circa del totale dei clienti domestici.