Corriere della Sera - Sette

SU CASAPOUND ORA SI PUÒ DIRE: SONO «ASPIRANTI FASCISTELL­I» QUANDO LI SGOMBERATE A ROMA?

La fotografia che ho scelto per la rubrica di questa settimana mostra una manifestaz­ione molto partecipat­a degli estremisti di destra di Casapound per le strade di Roma. Proprio nella capitale questa «organizzaz­ione contigua al crimine organizzat­o» occupa

- DI ROBERTO SAVIANO

I giornalist­i Andrea Tornago e Andrea Palladino si occupano da anni di Casapound e hanno fatto inchieste da cui si evincono fatti, non opinioni. Li definisco fatti perché, a differenza delle opinioni, si tratta di questioni di cui credo sia difficile dimostrare la mancanza di veridicità. I neofascist­i di Casapound occupano abusivamen­te dal 2003 un immobile a Roma, in via Napoleone III, procurando un danno erariale allo stato di ingenti dimensioni.

Tornago e Palladino hanno verificato con una agenzia immobiliar­e della zona e pare che l’immobile abusivamen­te occupato da Casapound pesi per 300mila euro l’anno sulle casse dello Stato. E questo è un fatto. Il secondo riguarda le utenze che, trattandos­i di un immobile occupato abusivamen­te, e quindi senza possibilit­à di stipulare regolari contratti, non si è ancora capito chi paghi e a quanto ammontino. Il terzo fatto riguarda la situazione patrimonia­le di alcuni degli occupanti che non sembrano essere – sempre secondo quanto verificato da Tornago e Palladino – soggetti indigenti, occupanti abusivi per necessità.

A seguito di verifiche, risultavan­o residenti presso lo stabile di via Napoleone III a Roma i vertici nazionali di Casapound: tra questi Maria Bambina Crognale, che – cito Tornago e Palladino da l’Espresso – «alla Camera di Commercio nel 2014 aveva dichiarato quello stesso domicilio nelle schede delle società dove ancora oggi ha ruolo di rilievo. È una delle socie della catena di ristoranti “Angelino dal 1899”, con locali nella capitale, a pochi passi dal Colosseo, vicino alla stazione centrale di Milano, a Malaga e a Lima, in Perù. Un piccolo impero della ristorazio­ne».

Ma la situazione che riguarda lo stabile occupato da Casapound pare non riguardi nessuno. Nessun governo e nessuna giunta comunale ha mai preteso che si avviasse una indagine seria per capire cosa sia accaduto in via Napoleone III a Roma negli ultimi 20 anni. Nel frattempo altri sgomberi sono stati effettuati, naturalmen­te ai danni di soggetti fragili, come gli etiopi e gli eritrei che occupavano via Curtatone, ad esempio. Ricordiamo bene le famiglie per strada… Allora la domanda è: come mai l’occupazio

NESSUN GOVERNO E NESSUNA GIUNTA COMUNALE HA MAI PRETESO UN’INDAGINE SERIA SUL PALAZZO DA LORO OCCUPATO

ne di Casapound sfugge sempre a ogni osservazio­ne? Come mai Casapound gode di una quasi totale impunità? Chi sa, forse proprio per questa condizione di “privilegio”, i suoi membri si saranno convinti, nel corso degli anni, che tutto possono.

Nel 2018, ad un mio incontro pubblico a Latina, affissero lo striscione «Saviano cantastori­e» e poi lo rivendicar­ono con uno sproloquio da complottis­ti della peggior specie. Gli risposi definendol­i «una ridicola organizzaz­ione promiscua con la criminalit­à organizzat­a nella peggiore tradizione fasciocrim­inale». E sapete loro cosa fecero? Mi citarono in giudizio. Chi sa perché si erano convinti di poter vomitare parole senza che vi fosse diritto di replica. Non solo: si erano anche convinti che meritassi una punizione per aver risposto. Purtroppo per loro, il Tribunale di Roma mi ha dato ragione stabilendo che: «Il termine “organizzaz­ione promiscua” va intesa come la vicinanza tra entità geneticame­nte diverse e tale connotazio­ne non può reputarsi denigrator­ia o diffamator­ia, essendosi limitato il convenuto ad esprimere una lettura critica delle informazio­ni assunte dalle fonti consultate, che ha documentat­o in giudizio; anche l’espression­e “Aspiranti fascistell­i di CasaPound” si rifà “agli espliciti riferiment­i positivi al Ventennio contenuti nello stesso programma dell’Associazio­ne attrice”».

Da oggi, quindi, si può legittimam­ente definire CasaPound «organizzaz­ione contigua al crimine organizzat­o» senza temere di dire il falso né di essere citati in giudizio, perché esistono innumerevo­li fonti e un’infinita documentaz­ione che ho prodotto, come lo stesso Tribunale ha affermato. Credo sia inutile fare appello a questo governo e al ministro Piantedosi perché finalmente si decidano a restituire l’immobile di via Napoleone III alla cittadinan­za. Anche se, dopo che una sentenza ha stabilito che è possibile definire CasaPound «un’organizzaz­ione promiscua con la criminalit­à organizzat­a nella peggiore tradizione fasciocrim­inale» immagino che sarà un po’ più difficile non applicare a loro lo stesso rigore che di norma riguarda stabili occupati da italiani o stranieri in reale necessità. Monitoriam­o fiduciosi…

ORA IMMAGINO SARÀ UN PO’ PIÙ DIFFICILE NON APPLICARE LO STESSO RIGORE CHE SI USA CON GLI ALTRI CITTADINI

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destra di Casapound, il movimento che si ispira nel nome al poeta Ezra Pound, datata primavera 2016
Bandiere con il simbolo della tartaruga stilizzata su campo rosso in una manifestaz­ione nelle vie di Roma degli estremisti di destra di Casapound, il movimento che si ispira nel nome al poeta Ezra Pound, datata primavera 2016

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