SU CASAPOUND ORA SI PUÒ DIRE: SONO «ASPIRANTI FASCISTELLI» QUANDO LI SGOMBERATE A ROMA?
La fotografia che ho scelto per la rubrica di questa settimana mostra una manifestazione molto partecipata degli estremisti di destra di Casapound per le strade di Roma. Proprio nella capitale questa «organizzazione contigua al crimine organizzato» occupa
I giornalisti Andrea Tornago e Andrea Palladino si occupano da anni di Casapound e hanno fatto inchieste da cui si evincono fatti, non opinioni. Li definisco fatti perché, a differenza delle opinioni, si tratta di questioni di cui credo sia difficile dimostrare la mancanza di veridicità. I neofascisti di Casapound occupano abusivamente dal 2003 un immobile a Roma, in via Napoleone III, procurando un danno erariale allo stato di ingenti dimensioni.
Tornago e Palladino hanno verificato con una agenzia immobiliare della zona e pare che l’immobile abusivamente occupato da Casapound pesi per 300mila euro l’anno sulle casse dello Stato. E questo è un fatto. Il secondo riguarda le utenze che, trattandosi di un immobile occupato abusivamente, e quindi senza possibilità di stipulare regolari contratti, non si è ancora capito chi paghi e a quanto ammontino. Il terzo fatto riguarda la situazione patrimoniale di alcuni degli occupanti che non sembrano essere – sempre secondo quanto verificato da Tornago e Palladino – soggetti indigenti, occupanti abusivi per necessità.
A seguito di verifiche, risultavano residenti presso lo stabile di via Napoleone III a Roma i vertici nazionali di Casapound: tra questi Maria Bambina Crognale, che – cito Tornago e Palladino da l’Espresso – «alla Camera di Commercio nel 2014 aveva dichiarato quello stesso domicilio nelle schede delle società dove ancora oggi ha ruolo di rilievo. È una delle socie della catena di ristoranti “Angelino dal 1899”, con locali nella capitale, a pochi passi dal Colosseo, vicino alla stazione centrale di Milano, a Malaga e a Lima, in Perù. Un piccolo impero della ristorazione».
Ma la situazione che riguarda lo stabile occupato da Casapound pare non riguardi nessuno. Nessun governo e nessuna giunta comunale ha mai preteso che si avviasse una indagine seria per capire cosa sia accaduto in via Napoleone III a Roma negli ultimi 20 anni. Nel frattempo altri sgomberi sono stati effettuati, naturalmente ai danni di soggetti fragili, come gli etiopi e gli eritrei che occupavano via Curtatone, ad esempio. Ricordiamo bene le famiglie per strada… Allora la domanda è: come mai l’occupazio
NESSUN GOVERNO E NESSUNA GIUNTA COMUNALE HA MAI PRETESO UN’INDAGINE SERIA SUL PALAZZO DA LORO OCCUPATO
ne di Casapound sfugge sempre a ogni osservazione? Come mai Casapound gode di una quasi totale impunità? Chi sa, forse proprio per questa condizione di “privilegio”, i suoi membri si saranno convinti, nel corso degli anni, che tutto possono.
Nel 2018, ad un mio incontro pubblico a Latina, affissero lo striscione «Saviano cantastorie» e poi lo rivendicarono con uno sproloquio da complottisti della peggior specie. Gli risposi definendoli «una ridicola organizzazione promiscua con la criminalità organizzata nella peggiore tradizione fasciocriminale». E sapete loro cosa fecero? Mi citarono in giudizio. Chi sa perché si erano convinti di poter vomitare parole senza che vi fosse diritto di replica. Non solo: si erano anche convinti che meritassi una punizione per aver risposto. Purtroppo per loro, il Tribunale di Roma mi ha dato ragione stabilendo che: «Il termine “organizzazione promiscua” va intesa come la vicinanza tra entità geneticamente diverse e tale connotazione non può reputarsi denigratoria o diffamatoria, essendosi limitato il convenuto ad esprimere una lettura critica delle informazioni assunte dalle fonti consultate, che ha documentato in giudizio; anche l’espressione “Aspiranti fascistelli di CasaPound” si rifà “agli espliciti riferimenti positivi al Ventennio contenuti nello stesso programma dell’Associazione attrice”».
Da oggi, quindi, si può legittimamente definire CasaPound «organizzazione contigua al crimine organizzato» senza temere di dire il falso né di essere citati in giudizio, perché esistono innumerevoli fonti e un’infinita documentazione che ho prodotto, come lo stesso Tribunale ha affermato. Credo sia inutile fare appello a questo governo e al ministro Piantedosi perché finalmente si decidano a restituire l’immobile di via Napoleone III alla cittadinanza. Anche se, dopo che una sentenza ha stabilito che è possibile definire CasaPound «un’organizzazione promiscua con la criminalità organizzata nella peggiore tradizione fasciocriminale» immagino che sarà un po’ più difficile non applicare a loro lo stesso rigore che di norma riguarda stabili occupati da italiani o stranieri in reale necessità. Monitoriamo fiduciosi…
ORA IMMAGINO SARÀ UN PO’ PIÙ DIFFICILE NON APPLICARE LO STESSO RIGORE CHE SI USA CON GLI ALTRI CITTADINI