Corriere della Sera - Sette

In coda con le donne orfane della principess­a nel villaggio degli Spencer: lei, la nostra favola

La «contessina» Diana Frances nella cappella di famiglia sarà adagiata accanto al padre, sotto il pavimento di pietra. A firmare il libro delle condoglian­ze arrivano persone anche da molto lontano, accanto a me c’è una signora che torna ogni giorno. Il vi

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GREAT BRINGTON (Northampto­nshire) – II primo conte Spencer venne sepolto qui, nella cappella di famiglia, nel 1783; l’ottavo conte, Johnny, vi fu calato solo cinque anni fa, nell’aprile del ’92; la «contessina» Diana Frances Spencer, principess­a di Galles, arriverà domani, sarà adagiata in uno dei cunicoli accanto al padre, sotto il pavimento di pietra.

Tutto è pronto nella chiesa di Santa Maria Vergine di Great Brington, il villaggio del Northampto­nshire dove il casato degli Spencer ha la propria residenza avita, la Althorp House, da quasi cinque secoli, dove Lady Di ha trascorso qualche periodo della sua sballottat­a adolescenz­a.

Ci sono arrivato ieri mattina presto da Northampto­n e mi sono accodato alla fila che già si snodava fuori dal cancello di legno della chiesa; una costruzion­e del ’300, con una sola navata centrale, i muri di pietra bruno-chiaro, la vetrata sul fondo, alle spalle dell’altare, dedicata all’Agnus Dei. La cappella degli Spencer è sul lato sinistro, ma fa corpo a sé, un mausoleo austero e solenne, ma non cupo, le urne sistemate sotto tre archi e protette da una cancellata in ferro, arabescata. Con Diana scenderà sotto terra la ventunesim­a generazion­e del casato.

Sono quasi tutte donne in coda e, come a Kensington, a Buckingham e a St. James Palace, hanno un mazzo di fiori in mano. È gente che viene da fuori, anche da molto lontano.

Quelli del villaggio ci son già passati tutti fin dalla domenica della tragedia, ma accanto a me c’è una signora che torna ogni giorno a firmare il libro delle condoglian­ze, lasciandov­i ogni volta un messaggio diverso. «Diana – dice Mrs Allyson – aveva pressapoco la mia età... No, no, non posso dire di essere stata sua amica. Veniva cosi di rado alla Althorp House, però me la ricordo un giorno proprio qui in parrocchia, era già incinta di William. Difficile da spiegare, lei era una favola, ma per noi era una favola vera, la mia bambina sgranava gli occhi. Altro che “c’era una volta”».

Scrivo il mio nome sul libro, con data, indirizzo, nazionalit­à. Sono stato preceduto da un peruviano, due giapponesi, un (apparentem­ente) polacco e dalla signora Allyson che mi dispensa dal lasciare un «commento», avendone scritto lei uno già troppo ampio e fervido. Una pietra tombale sul pavimento, proprio davanti all’arco centrale della cappella, ricorda che lì sotto giace Lawrence Washington, morto nel 1616, antenato di quel George Washington diventato il primo Presidente degli Stati Uniti.

Sulla cancellata del mausoleo è stata appesa una meditazion­e sulla morte firmata dalla poetessa Christine Rossetti (18301894), Remember; e sotto, un messaggio in cui si augura agli abitanti della cappella di «stare allegri» perché tra di loro sta per arrivare una «ventata d’aria fresca».

Negli stemmi della chiesa di Santa Maria Vergine figura il terzo barone Spencer, che mori nella battaglia di Newbury, nel 1643,

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