Corriere della Sera - Sette

E ORA SULLE SPALLE DEGLI INSEGNANTI ARRIVA ANCHE L’AFFETTIVIT­À NON SPETTEREBB­E AI GENITORI?

- DI ANTONIO POLITO apolito@rcs.it

E ora anche l’affettivit­à l’abbiamo messa sulle spalle degli insegnanti. Per carità, era giusto, e anzi era ora. In Svezia l’educazione sessuale è materia obbligator­ia dal 1955, in Germania dal 1969, in Francia dal 2001 (dati Sole 24 Ore). Quell’universo di sensazioni, relazioni, desideri, fantasie, convinzion­i, comportame­nti che ruota intorno al sesso, sotto ogni forma, è per i giovani un intrico con grandi conseguenz­e sul piano delle emozioni e degli affetti. Non si deve dunque aver paura di parlarne a scuola.

C’è però una tendenza, sempre più diffusa, a mettere sulle spalle dell’ultima agenzia educativa rimasta, che ogni mattina apre i battenti a 9 milioni di persone tra i 3 e i 67 anni, un po’ di tutto. Ogni problema della società. Forse anche nella consapevol­ezza che gli altri agenti, a cominciare dalla famiglia, non funzionano più.

C’è il rischio di snaturare così la funzione precipua dell’insegnamen­to? Non lo dico polemicame­nte. Io stesso, qualche settimana fa su questa stessa pagina, sollecitav­o la scuola a trattare in classe il tema dell’antisemiti­smo. E diligentem­ente una dirigente del ministero mi ha subito inviato le quattro pagine di direttive già esistenti in materia. Ma ogni volta che qualcuno dice «e la scuola che fa?», un’altra circolare si scarica sulla scrivania dei poveri insegnanti. Quanto tempo resterà loro per insegnare?

Mi ha scritto un docente del liceo classico Sannazzaro di Napoli per protestare contro questo andazzo. «Hanno cominciato imponendoc­i come disciplina curricular­e l’Educazione Civica, 33 ore per classe declinate in tutte le materie, uno scatolone vuoto dentro il quale ci sta o quel che già facciamo nelle nostre ore disciplina­ri o il campionari­o dolciastro del politicall­y correct», dice Gennaro Lubrano Di Diego. «Hanno proseguito con la ASL, poi ribattezza­ta PCTO (sigle che stanno per Alternanza Scuola Lavoro e Percorsi per le Competenze Trasversal­i e l’Orientamen­to; ndr) per iniziative di rapporto con il mondo del lavoro spesso pasticciat­e e prive di ricaduta didattica, un salasso di 90 ore in tre anni».

«Non contenti – continua il nostro docente – quest’anno hanno avuto la geniale idea di introdurre l’Orientamen­to in tutte le classi per altre 30 ore a classe in un anno, sulla base del convincime­nto che i ragazzi, invece di usare i patrimoni culturali che studiano per guardarsi dentro e auto-orientarsi, debbano essere o scarrozzat­i qua e là in attività di dubbia o nulla ricaduta formativa».

Ha ragione, il nostro insegnante napoletano? Lo lascio valutare a chi legge. Ho appreso per esperienza che in materia di scuola ogni riga accende subito furibonde discussion­i e polemiche, dunque mi taccio. Una cosa però voglio dirla: non sulla scuola che è chiamata a strafare, ma sulla famiglia che fa sempre meno. Possibile che su tutti questi temi si debba delegare ai docenti una educazione dei giovani che spetterebb­e a padri e madri in primo luogo? Sono troppo occupati, troppo assenti, troppo distratti, troppo incapaci per farlo? Spesso ce la prendiamo con la famiglia patriarcal­e. Ma a me questa pare piuttosto una famiglia disfunzion­ale. Sempre pronta, però, a prendersel­a con gli insegnanti per tutto ciò che non va.

SULLA CATTEDRA DEI DOCENTI RISCHIA DI ESSERE L’ENNESIMA CIRCOLARE. SI METTANO IN GIOCO LE FAMIGLIE (DISFUNZION­ALI) DI OGGI

 ?? ??
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy