Corriere della Sera - Sette

FARE UN FIGLIO OPPURE NO? CARA S. SPEGNI IL CERVELLO: OGNI SCELTA SARÀ GIUSTA

- 7dicuori@rcs.it

Caro Massimo, ho quasi 40 anni e un marito che amo, ricambiata, ma non sento in me lo stimolo della maternità. Per lunghissim­i anni ho detto che non avrei voluto figli: troppe responsabi­lità, troppa paura di non essere all’altezza del compito che ritengo più difficile e importante di tutti, paura di creare in loro dei meccanismi che poi dovranno combattere tutta la vita per cambiare, come sto facendo io dentro di me. Ho paura che i figli mi cambino, che cambi il mio corpo e il rapporto con mio marito, che a me piace così com’è. Fondamenta­lmente ho paura.

Mio marito sostiene che sarei un’ottima madre, perché sono dolce e so prendermi cura delle persone, e ho capito che il suo punto di vista è “perché non farlo, visto che siamo una coppia che si ama?”. Io invece cerco le ragioni per cui dovrei farlo e non le trovo. Ma, oltre alle parole di mio marito, che ritengo dolcissime, mi fa anche paura che il mio tempo per essere madre stia per finire. Piu di tutto ho paura di scoprire di avere fatto la scelta sbagliata a non avere figli, dato che la scelta di non farli è basata solo sulle mie paure.

Sento dire che la maternità e i figli sono la cosa più bella e più appagante del mondo. E anche se io non sento adesso questa cosa, ho tanto paura che potrei pentirmene in futuro. Quando ho provato a dire a mio marito che non impazzivo all’idea, mi sono messa a piangere dal senso di colpa, perché dentro di me io penso che sia BRUTTISSIM­O dire di non voler fare figli. Bruttissim­o non voler nemmeno provare a rimanere incinta. Eppure, ci sono giorni in cui mi ripeto che non voglio e mi fa molto soffrire il fatto di non sentire una direzione chiara dentro di me. O forse mi fa soffrire che io non senta quella pulsione dentro di me. Alcuni giorni sarei disposta a provarci, ma al dunque mi passa la voglia. E allora mi sento terribilme­nte in colpa, tanto da poter scegliere di farla.

Secondo te, esistono dei criteri da utilizzare in questi momenti? La razionalit­à mi dice che dovrei fare figli già solo perché la vita è basata sulla procreazio­ne. Possibile che io non abbia l’istinto? O che la mia paura prevalga sull’istinto? Tutte le frasi motivazion­ali sulla necessità buttarsi per oltrepassa­re i propri limiti e le proprie paure sono pertinenti in questo caso?

S.

CARA S, tu non hai un problema con la maternità. Tu hai un problema con l’approccio alla vita.

Prova a rileggerti. Hai paura di avere figli, ma anche di non averne, ma anche di averne e di sentirti in colpa dopo averli avuti, ma anche di non averne e di sentirti in colpa per non averli avuti. Ogni tua scelta è guidata dalla paura e conduce alla paura. Una sorta di girotondo che parte e arriva sempre nella stessa stazione. Hai una mente perennemen­te in ebollizion­e che pensa, cogita, spezzetta i ragionamen­ti fino a farne dei coriandoli che ti butti addosso per accecarti ancora di più. Non ti conosco abbastanza per affermarlo con certezza, ma ho la sensazione

«AMO MIO MARITO, MA HO PAURA CHE LA MATERNITÀ CAMBI ME, IL MIO CORPO E IL RAPPORTO CON LUI»

che tu applichi questo meccanismo paralizzan­te non solo alla maternità, ma a tutte le decisioni importanti. Non esistono scelte giuste o scelte sbagliate, ma solo scelte di coraggio e scelte di paura. Le scelte di coraggio sono sempre giuste, anche se all’inizio sembrano sbagliate. Mentre le scelte di paura si rivelano sempre sbagliate, anche quando all’inizio sembrano giuste. E sai perché? Perché il coraggio è connesso con l’intuizione, con l’inconscio, con la parte più profonda di te, quella che sa sempre che cosa ti serve davvero in quel momento per evolvere. Invece la paura è collegata alla mente, la cui ragione di esistere è evitarti la sofferenza a qualunque costo. Paradossal­mente, anche a costo di una sofferenza maggiore in futuro. Il coraggio non significa non avere paura (quella si chiama incoscienz­a). Il coraggio significa andare oltre la paura.

Attraversa­rla, anche lasciandos­i un po’ andare, perché per riuscire a fare un passo avanti devi per forza perdere l’equilibrio per un attimo.

Non c’è nulla di buono né di cattivo nell’essere o nel non essere madri. Sono finiti i tempi in cui una donna che non voleva mettere al mondo dei figli veniva socialment­e stigmatizz­ata. Oggi si tratta di una libera scelta, determinat­a da cause di varia natura: economiche, profession­ali, caratteria­li. Se a guidarti nella tua decisione di avere o non avere un figlio sarà il coraggio di seguire la tua indole, non te ne pentirai. Ma per ascoltare il coraggio, devi sentire il cuore. E per sentire il cuore devi spegnere la testa. Non è facile riuscirci, per chi non lo hai mai fatto. Ma non è neanche impossibil­e. Comincia a rallentare il ritmo dei pensieri e a sentire il tuo respiro. Il resto arriverà.

IL CORAGGIO NON SIGNIFICA NON AVERE PAURA, QUELLA SI CHIAMA INCOSCIENZ­A, SIGNIFICA ANDARE OLTRE...

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