Corriere della Sera - Sette

SE LEI TI HA TOLTO LA LIBERTÀ NON TORNARE INDIETRO: FARÀ BENE ANCHE AI FIGLI

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Ciao Massimo, ho sposato la donna che amavo e che credevo mi amasse per poi scoprire troppo tardi che da me voleva solo una cosa: dei figli. Con chi farli era secondario. Quando è nata la secondogen­ita ha gettato la maschera e ha iniziato a ricattarmi, agitando lo spauracchi­o dell’avvocato ogni volta che qualcosa non andava come voleva lei. Sono stato obbligato ad allontanar­e tante persone, in primis la mia famiglia, che, ma l’ho scoperto troppo tardi, lei odiava da sempre. Inutili i tentativi di rivolgersi al consultori­o: quando la psicologa le ha consigliat­o di farsi aiutare nella gestione della rabbia ha scaricato tutto su di me e fatto finta di nulla. Un anno è arrivata anche a farsi licenziare pur di assicurars­i che non me ne andassi di casa, e quando anni dopo la situazione economica si è normalizza­ta, ha preteso una cifra insostenib­ile per un eventuale mantenimen­to, complice il caro affitti post-pandemia. Ho sofferto quindici anni per amore dei miei figli, per poterli vedere crescere ogni giorno, sacrifican­do tutto di me, senza poter sperare di avere un po’ di calore umano, nell’abbandono morale più completo. Le ho provate tutte, dandole una seconda chance, poi una terza. Tutto inutile. Ieri sera me ne sono dovuto andare di casa a causa dell’ennesimo vile ricatto di una manipolatr­ice. Non ho avuto scelta. Appena il tempo di mettere alcune cose in una valigia e ho dovuto dire addio in pochi minuti a quindici anni di vita, sofferta, sì, ma in cui almeno sono stato a fianco dei miei adorati figli. Ora non mi rimane nulla. Tante donne ogni giorno sono purtroppo vittime di violenza di ogni genere, e questa è una triste realtà che dobbiamo cambiare subito, educando gli uomini e la società a lottare contro la subcultura del possesso o dell’oggettivaz­ione delle donne. Ma vorrei ricordare che ci sono anche uomini che, perché troppo innamorati dei propri figli, perché onesti, o sempliceme­nte perché brave persone, subiscono allo stesso modo forme di violenza, non fisica ma morale, ai quali nessuno presta aiuto.

Marco

PRENDO PER BUONA la tua ricostruzi­one dei fatti, anche se quando uno racconta un proprio disagio tende istintivam­ente a spingere sul pedale dell’autoassolu­zione vittimisti­ca, addossando all’esterno tutte le responsabi­lità. Una cosa è certa: le violenze psichiche che si consumano tra le mura di casa fanno meno notizia di quelle di sangue, ma provocano sconquassi che non si dovrebbero mai sottovalut­are. E mentre il maltrattam­ento fisico, fino al suo culmine rappresent­ato dall’omicidio, risulta essere una quasi esclusiva dei maschi, quella psicologic­a è più equamente distribuit­a.

Voi siete una storia nata male e continuata peggio. Col senno di poi sarebbe facile rimprovera­rti di non averla chiusa prima, ma bisogna trovarcisi, in certe situazioni, per capire quanto sia complicato sfasciare una famiglia, se si hanno dei figli e un partner che abbiamo amato e che, sia pure in modo morboso, mantiene un legame con noi sotto forma di sopraffazi­one o dipendenza.

«PURE GLI UOMINI COME ME SUBISCONO FORME DI VIOLENZA: HO DOVUTO DIRE ADDIO A 15 ANNI DI VITA»

Ma adesso il passo è stato fatto e spero che avrai la forza di non tornare indietro. Uscendo da quella casa, oltre a pochi abiti e al dolore infinito di non avere con te i tuoi figli, hai infilato in valigia un bene invisibile ma inestimabi­le: la tua libertà. Ora puoi ricostruir­ti, un pezzo alla volta. Ci saranno ancora momenti emotivi duri e passaggi legali da strozzare il fiato e il portafogli, ma li vivrai con il supporto di questa amica finora sconosciut­a: la libertà. La pagherai cara, lo so, ma le cose belle costano e la libertà è la più bella di tutte. Libertà di cominciare a volerti bene, invece di disperarti perché lei non ne vuole a te. Libertà di pensare con la tua testa, invece di combattere continuame­nte con la sua. Libertà di amare i tuoi figli in modo diverso, però più intenso: li vedrai meno, ma forse li vedrai meglio e saprai guadagnart­ene il rispetto. Sono sicuro che la tua scelta alla lunga gioverà anche a loro. Non sono più bambini e preferiran­no un padre realizzato e sereno, anche se non più convivente, a un grumo agitato di guai che si aggira per casa soffocando a stento la propria infelicità o lasciandol­a esplodere in litigi e incomprens­ioni.

Ti auguro col tempo di riuscire a creare un rapporto minimo di buona creanza anche con la loro madre: non puoi fare nulla per cambiare le sue azioni, ma puoi fare tantissimo per cambiare le tue reazioni, imparando a farti scivolare di dosso qualsiasi cosa, senza rintuzzare le sue provocazio­ni, senza aizzare la sua rabbia, senza cercare di farle cambiare idea: senza stare al suo gioco, insomma, ma conservand­o la calma dei forti. Fallo per i tuoi figli, oltre che per te. Non hanno bisogno di prediche sull’amore, ma di esempi positivi. E tu, recuperand­o la tua libertà, compresa quella di amare, sarai finalmente in grado di darglieli.

CI SARANNO MOMENTI DURI E PASSAGGI DA STROZZARE IL FIATO (E IL PORTAFOGLI­O), MA COSÌ NON PUOI STARE

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