Corriere della Sera - Sette

IL “CACCIATORE DI DONNE” DELL’OREGON

Aspetto pacioso e rassicuran­te, John Ackroyd “vigilava” sulla Highway-20: lì per anni tese le sue trappole mortali ad almeno 7 persone

- DI FEDERICO FERRERO

La Highway 20 taglia per più di settecento chilometri gli Stati Uniti da un capo – Boston - all’altro, Newport. John Ackroyd ci lavorava con un paio di mansioni principali: occuparsi della manutenzio­ne di un tratto della strada che passava per la sua città natale, Sweet Home (Dolce Casa), e dare una mano agli automobili­sti che si fossero eventualme­nte trovati in difficoltà: un’auto in panne tra Dolce Casa e le decine di miglia che la separano dagli abitati più vicini, come Lebanon, poteva significar­e trascorrer­e la notte abbracciat­i dal buio gelido delle foreste innevate. Poteva anche andare peggio ma, fino alla fine degli Anni 70, nessuno lo sapeva. Anzi: chi meglio di un impiegato della strada statale, per farsi soccorrere?

I SEGRETI

Al di là della riservatez­za e di una sensazione superficia­le di innocuità, John non era un ragazzo così quieto come teneva a dimostrare. I suoi compagni di giochi, col senno del poi, rammentaro­no certe abitudini inquietant­i: dare fuoco ai conigli che vivevano nei pressi della fermata dell’autobus per la scuola, seviziare cagnolini, tagliare le code agli scoiattoli. Terminata la scuola con valutazion­i che lambivano il ritardo patologico di apprendime­nto, nel mondo degli adulti Ackroyd sembrava essersi ritagliato un posticino di rispetto, pur nell’anonimato di quella working class allergica ai progetti mirabolant­i. Tutto questo anche grazie al suo aspetto pacioso e rassicuran­te. Tuttavia, era stato cacciato dall’esercito dopo essersi appropriat­o di suppellett­ili in una base tedesca. Nel suo dossier, ignoto alla società civile prima dell’arresto, compariva pure un’accusa di vendita di stupefacen­ti. Tornato in patria, ottenne un impiego statale di basso profilo, gradito a pochi. A John invece piaceva perlustrar­e quella distesa di asfalto in mezzo alla natura e

al ghiaccio degli inverni.

Noelle Crombie è una giornalist­a di The Oregonian e ottenne l’accesso agli atti di indagine sul caso John Ackroyd per scoprire che, ancor prima che la Highway 20 iniziasse a inghiottir­e vite di giovani donne, una ragazza aveva denunciato di essere stata violentata da lui. Si chiamava Marlene, una sera fece l’autostop mentre il consorte si attardava in un locale. Ackroyd la raccolse e la aggredì. I detective diedero credito alla versione del carnefice, secondo cui si era trattato di un rapporto consensual­e. «Eppure ero madre da poco, ma ero una donna e non ero bianca», commenta laconicame­nte oggi, che di anni ne ha quasi settanta ed è una delle protagonis­te di Highway 20 – Il mistero delle donne scomparse sulla piattaform­a Discovery+, una produzione di Octavia Spencer, premio Oscar come migliore attrice non protagonis­ta in The Help nel 2012. Fosse stata creduta, la piccola comunità della zona avrebbe saputo delle inclinazio­ni criminali di John Ackroyd, invece di lasciarlo “cacciare” indisturba­to. John sposò Linda Pickle e la portò a vivere a Santiam Junction, che non è neppure un paesello ma prende il nome dall’incrocio della mitica “20” con un’altra statale. Là si vive in bungalow e casette prefabbric­ate. Divenne patrigno di Rachanda e Byron Pickle e così cominciò un’esistenza fatta di violenze e solitudine. Quando i ragazzi facevano qualcosa di sbagliato lui li picchiava con una racchetta che si era costruito appositame­nte. Diventata adolescent­e, Rachanda cambiò carattere: da sorridente ed estroversa, divenne ombrosa e malinconic­a. Alle amiche confidava di non voler più stare a casa. Il 10 luglio 1990, la ragazza uscì e non lasciò un biglietto, come d’abitudine, per avvertire dei suoi spostament­i. Il patrigno era stato l’ultimo a vederla e, guarda caso, si era preso una giornata di permesso perché, a suo dire, mancava del materiale per finire un lavoro. Una bugia solenne. Nessuno accusò John per la sparizione di Rachanda, che venne cercata per mesi da un piccolo esercito di un centinaio tra agenti, forestali, amici e volontari. Indispetti­to dai dubbi sul suo conto, l’uomo divorziò e tornò a vivere con la madre a Dolce Casa.

Eppure, un anno dopo la vicenda della donna violentata e quasi quindici anni prima del mistero di Rachanda, un altro allarme rosso era scattato, invano. La vigilia di Natale del 1978 una appassiona­ta runner, Kaye Turner, era uscita per farsi la sua corsetta a Camp Sherman e non aveva fatto ritorno. Durante le ricerche, era risultato che Ackroyd fosse passato di lì con il suo pick-up, in un orario compatibil­e con la scomparsa. Sentito, aveva messo a verbale di averla vista correre a lato strada. Venne lasciato andare. L’estate successiva, quando gli amici della donna offrirono una ricompensa di mille dollari in cambio di notizie sul suo conto, John fece ritrovare il corpo di Kaye nella boscaglia, fingendo di essersi imbattuto per caso nei resti. Gli investigat­ori finalmente sottoposer­o al poligrafo e Ackroyd fallì il test. Ammise di aver toccato il cadavere già in inverno, mesi prima di avvisare le autorità: una dichiarazi­one non credibile, giacché era caduto un metro di neve dopo Natale e il corpo non poteva essere visibile.

UN FINTO ALIBI

Nel 1992, finalmente, Akroyd venne fermato per l’omicidio di Kaye Turner e solo perché la polizia riaprì il caso riesaminan­do i reperti e un’amica confessò di aver mentito per fornire un alibi a John e al suo ex marito Roger Dale Beck, pure lui implicato e condannato. Quello che pareva un finale, l’ergastolo per entrambi nel 1993, fu però il principio dell’orrore. Melissa Sanders e Sheila Swanson, due teenager con tanta voglia di divertirsi in libertà, sparirono due settimane prima del fermo di Ackroyd, mentre andavano in campeggio in direzione Newport. Vent’anni dopo, mentre scontava la pena nell’Oregon State Penitentia­ry, il procurator­e lo accusò anche dell’omicidio della figliastra, Rachanda. In cambio di un accordo con cui rinunciava all’appello e alla condiziona­le, Ackroyd si prese un altro fine pena mai senza dover ammettere l’assassinio, né far scoprire il cadavere. Lo Stato lo incriminò anche per la morte di Melissa e Sheila ma il processo non fu mai celebrato perché lo trovarono morto di infarto in cella, a sessantase­tte anni, nel 2016. Non si sa quante altre donne Ackroyd possa aver ammazzato. In tutto, forse, sette. Octavia Spencer sottolinea, tra i tanti, un dettaglio gelido come le foreste di Dolce Casa: il pick-up su cui Marlene era stata caricata aveva la portiera del lato passeggero modificata, per non potersi aprire dall’interno. Lo stesso stratagemm­a usato da Ted Bundy.

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del serial killer americano
In alto John Ackroyd ancora giovane, qui sopra la primissima foto segnaletic­a del serial killer americano
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OSCAR COME MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONIS­TA PER THE HELP (2011): LEI È LA PRODUTTRIC­E HIGHWAY 20-IL MISTERO DELLE DONNE SCOMPARSE
L’ATTRICE OCTAVIA SPENCER, 53 PREMIO OSCAR COME MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONIS­TA PER THE HELP (2011): LEI È LA PRODUTTRIC­E HIGHWAY 20-IL MISTERO DELLE DONNE SCOMPARSE

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