Corriere della Sera - Sette

FIDUCIA ASSOLUTA NELLA RAGIONE SIAMO IMPERIALIS­TI? MA NO, È ILLUMINISM­O

- DI MAURO BONAZZI

«L’illuminism­o è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità di cui egli stesso è colpevole. Minorità è l’incapacità di servirsi della propria intelligen­za senza la guida di un altro. Colpevole è questa minorità, se la sua causa non dipende da un difetto di intelligen­za, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi di essa senza essere guidati da un altro»: così Immanuel Kant definiva l’Illuminism­o. Non è una sfida di poco conto, e non sorprende che il progetto dell’Illuminism­o sia da sempre sotto attacco. Un’accusa diffusa, oggi, è quella di essere l’espression­e di una mentalità coloniale e imperialis­ta. L’Illuminism­o spaccerebb­e come verità universalm­ente valide per tutti quelle che sono le sue opinioni. Detto più brutalment­e: noi occidental­i (eredi di questi illuminist­i) abbiamo imposto agli altri le nostre convinzion­i come se fossero le uniche giuste. Una pretesa ovviamente sbagliata, quando invece dovremmo imparare a comprender­e le ragioni interne ad ogni civiltà, aprendoci alle differenze. Gli altri sono gli altri e vanno rispettati in quanto tali, senza voler imporre proprio nulla. Una tesi rispettabi­le, che però offre una descrizion­e deformante dell’Illuminism­o e genera più problemi di quelli che risolve.

Riconoscer­e che ogni civiltà ha una sua storia e delle sue ragioni, e che per questo non può essere propriamen­te giudicata dall’esterno, da una ragione universalm­ente astratta, rischia di rendere impossibil­e qualunque forma di dialogo e confronto. Il relativism­o – perché è di questo che stiamo parlando – troppo spesso si riduce a una versione filosofica della nota tesi per cui «ognuno è padrone a casa sua». Tutte le culture sono ugualmente legittime, e nessuno si può permettere di giudicare nessuno. È una tesi che non porta molto lontano. Perché siamo esseri in movimento, e dunque destinati a incontrarc­i e scontrarci. Così è stato nel passato, così è ora e così sarà. Il problema è quello di attrezzarc­i per questi incontri, che possono produrre esiti positivi o negativi. Ma se non abbiamo mezzi per confrontar­ci, come possiamo regolare le nostre differenze? La sfida dell’illuminism­o è tutta qui.

Combattend­o contro il giogo della tradizione (di verità che venivano considerat­e tali perché ereditate da una certa tradizione: è così perché abbiamo sempre fatto e pensato così), gli Illuminist­i hanno proposto un ragionamen­to alternativ­o, tanto semplice quanto incisivo: niente è valido a meno che non possa essere dimostrato sulla base di ragionamen­ti condivisib­ili da persone ragionevol­i. Rifiuta l’idea che “tutte le opinioni sono ugualmente valide” (relativism­o) ma non sostiene neppure che “solo la mia idea è giusta” (imperialis­mo): piuttosto ci ricorda che niente dovrebbe essere considerat­o valido a meno che non se ne dimostri la giustezza. Il punto determinan­te, in una parola, è la fiducia nella ragione umana, come strumento privilegia­to per affrontare (e magari risolvere) i problemi.

L’Illuminism­o non pretende di imporre le sue verità astratte su popolazion­i oppresse. Propone di stabilire delle regole di confronto, consideran­doci non come bambini bisognosi di una guida, bensì come degli adulti responsabi­li per le loro scelte. Convinto della forza della ragione, cerca di costruire un mondo in cui tutti possano partecipar­e, esprimendo le loro posizioni. E imparando ad ascoltare quelle degli altri.

L’ACCUSA DEFORMANTE A NOI OCCIDENTAL­I, EREDI DEL PENSIERO DI KANT, È DI IMPORRE AGLI ALTRI LE NOSTRE OPINIONI COME VERITÀ

 ?? ??
 ?? ?? Un ritratto di Immanuel Kant (Königsberg 1724/1804)
Un ritratto di Immanuel Kant (Königsberg 1724/1804)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy