Corriere della Sera - Sette

QUESTO SIAMO STATI ORA PROVIAMO A CAPIRE COSA VORREMMO ESSERE

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Ci lasciamo alle spalle un anno difficile, difficilis­simo. Tormentato da guerre che ci appaiono senza soluzione, dall’incertezza di una crisi economica che pesa sulle famiglie, dalla violenza contro le donne che ogni giorno ha attraversa­to l’Italia e ha infine trovato una famiglia – quella di Giulia Cecchettin – capace di scuoterci. Forse. Il 2023 è stato poi segnato dalla scomparsa di due personalit­à distanti sulle mappe, Silvio Berlusconi e Michela Murgia, capaci di cambiare il nostro immaginari­o collettivo. Ora ci apprestiam­o a varcare quella linea d’ombra ideale che ci fa sperare, nonostante tutto, in un nuovo inizio, in un tempo migliore. Il 2024 apre 12 mesi affollati di elezioni. Andranno alle urne gli Stati Uniti e i 27 membri dell’Unione europea, l’India, la Russia, Taiwan, per un totale di 4 miliardi di persone. Come dire: a valle di questo flusso elettorale senza precedenti, potremmo ritrovarci in un mondo mutato, con equilibri spostati (a destra, secondo i sondaggi) e vecchie alleanze a rischio. In parte, una parte minuscola quanto essenziale, toccherà a noi: chiamati ad attivare un passaggio ineludibil­e delle democrazie. Muoverci da casa per andare a scegliere chi ci rappresent­erà. Noi di 7 crediamo che su questo dovremmo prenderci un impegno sin da questo Capodanno, non importa quale sia la nostra generazion­e. Votare sarà fondamenta­le. Anzi: chi ha più futuro davanti a sé dovrebbe ritrovare la strada del proprio seggio, sarà come camminare su un ponte che unisce i percorsi incandesce­nti della partecipaz­ione digitale a un antico rito individual­e.

In questo numero finale, il 52, trovate una prima parte che tenta una sintesi di quanto è accaduto: abbiamo scelto dodici eventi da gennaio a dicembre, nella consapevol­ezza che tanto resterà tra le righe. E una seconda parte in cui vi proponiamo una selezione di tendenze e nodi sui quali cominciare a interrogar­ci. In mezzo – è questa la sezione che più ci sta a cuore, qui, in via Solferino – vedrete una galleria di persone che hanno scelto di tornare a vivere in Italia. Danno corpo e parole alla speranza di cui parlavamo prima, quella che si riaccende dentro di noi, tra noi. La vulnerabil­ità, se accettata, ci rende più forti, insieme. Sicurament­e più creativi e generosi.

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