«SÌ, SONO SOPRAVVISSUTO MA FRA QUATTRO ANNI SMETTO LA RAI? A DISTRUGGERE CI VUOLE UN ATTIMO...»
Forte del successo di Che tempo che fa sulla Nove, l’autore e produttore racconta quanto è cambiato il nostro rapporto con il piccolo schermo: «Siamo capaci di navigare ovunque, sappiamo cercare quello che vogliamo»
ì, sono sopravvissuto». Fabio Fazio, 59 anni compiuti il 30 novembre scorso, usa un tono di voce contenuto per ammettere il suo «piacevole e sincero stupore» rispetto agli avvenimenti degli ultimi mesi che lo hanno visto protagonista. Dall’esordio il 15 ottobre sul canale Nove ad oggi, Che tempo che fa ha inanellato una serie di risultati record in termini di share e di consenso. Dimostrando che il “marchio Fazio” (termine che lui odia, ne siamo certi) è in grado di macinare numeri anche fuori dalla Rai. Anzi, che è in grado di aumentarli, quei numeri. Il pubblico ha dimostrato che oramai è in grado di prendere il telecomando e scegliere cosa vedere. E ha scelto Fabio Fazio: gli spettatori affezionati lo hanno seguito senza battere ciglio da un canale noto (Rai 3) a uno decisamente meno famoso (Nove). Per la prima puntata il programma ha ottenuto un risultato storico: 2,1 milioni di telespettatori e il 10,5 per cento solo sul Nove, quintuplicando la media della rete, e 2,6 milioni di telespettatori e il 13 per cento in simulcast. E il trend non si è fermato, confermando settimana dopo settimana che il passaggio a Warner Discovery non ha fatto danni. Ma che anzi ha dimostrato la forza del progetto. Per questa ragione molti opinionisti hanno parlato di una vera e propria «impresa» da parte del conduttore, «che però non ho realizzato io, ma il pubblico. Un affetto che abbiamo costruito nel tempo, domenica dopo domenica, e che si basa sulla reciproca fiducia. Questa ultima vicenda ci dimostra che le persone oramai si affezionano ai volti e ai programmi, dobbiamo rendercene conto. Inutile dire, però, che siamo stati piacevolmente sorpresi da questi risultati ottenuti poi in così poco tempo. Non ce l’aspettavamo, sono sincero».
Lei ha esordito in tv con Raffaella Carrà nel
1983 e sempre nello stesso anno in radio come imitatore nel programma Rai Black out. Quarant’anni di tv non crede siano sufficienti?
«Ma più che sufficienti! Infatti voglio smettere». No, intendevo dire ad ottenere la fiducia dal