«SENZA DISAGI NON C’È FUTURO BASTA LAMENTARSI DEI CANTIERI E POI BUTTARE MATERASSI DAVANTI AI CASSONETTI»
Il primo cittadino della Capitale: «È vero, sono stato molto in ufficio a lavorare, ma ho iniziato ad andare in giro di più. Spero di essere io a inaugurare la nuova metropolitana di Piazza Venezia»
a davvero vogliamo ancora parlare dei rifiuti che si accumulano e della città che si allaga quando piove? Non è più così e basta andare in giro per Roma per rendersene conto». Due anni dopo l’elezione, in Campidoglio c’è un nuovo Roberto Gualtieri. Smessi i panni del sindaco che sta chiuso in ufficio «per far partire i progetti», adesso la parola d’ordine è «rinascita». La ripete in continuazione, la associa a tutto quello che sta facendo. Problemi enormi rimangono, non può negarlo nemmeno adesso che disegna un futuro in rosa «per la capitale più bella del mondo». Ma per lui è arrivato il momento degli impegni da prendere con i cittadini, delle promesse, dei desideri. Uno su tutti che ripete ormai da giorni: «La nuova metropolitana di piazza Venezia vorrei proprio inaugurarla io indossando la fascia».
Sindaco allora è deciso, si candida per il secondo mandato?
«La scelta spetta ai cittadini che giudicheranno fra tre anni il mio lavoro, ma il mio orizzonte è decennale, e mi piacerebbe portare a termine tutti i progetti che abbiamo avviato. ».
La nuova stazione aprirà nel 2033.
«Questo prevede il progetto, io ho chiesto un nuovo cronoprogramma che porta da dieci a otto anni il tempo dei lavori».
Lei parla di rinascita, intanto la città è invasa dai cantieri. Pensa che i romani siano contenti?
«La rinascita parte proprio da qui. Quando sono arrivato Roma cadeva letteralmente a pezzi. Per anni non ci sono stati investimenti. La fase nuova è iniziata e parte da strade, piazze, verde, pulizia, illuminazione, fino ai progetti più ambiziosi legati al digitale, alla rigenerazione urbana, all’ambiente, la cultura e il sociale. Noi ci stiamo occupando della trasformazione e del rilancio, non possiamo limitarci al miglioramento di quello che c’è già perché non sarebbe sufficiente. Ci sono i cantieri e voglio dire che ce ne saranno ancora di più. Senza cantieri non ci sono disagi, ma non c’è futuro».
Questo può valere in una città dove i servizi