Corriere della Sera - Sette

APPROVATO L’OBLIO ONCOLOGICO SE LA DEMOCRAZIA NON SI ESPANDE CRESCE L’ESCLUSIONE

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Questa settimana ho scelto di mostrarvi una foto che ferma un momento della corsa “Race for The Cure” che si è svolta a Roma e contempora­neamente in altre cinque città italiane: Bari, Bologna, Brescia, Napoli e Matera. È stata l’occasione per sensibiliz­zare sull’importanza della prevenzion­e e dire no alla disparità sociale

Qualche sera fa ho ascoltato un intervento di Ezio Mauro in Tv. Era ospite della bellissima trasmissio­ne di Corrado Augias su La7. Una trasmissio­ne che sembra appartener­e a quel nostro non recentissi­mo passato in cui ancora era possibile prendersi del tempo per ragionare, per confrontar­si. Un tempo che oggi, chi fa divulgazio­ne, sa di poter trovare solo su piattaform­e altre perche la Tv è diventata per lo più luogo di intratteni­mento e velocità. È molto bello quindi trovarsi di fronte all’eccezione e capire che è decisament­e più politico un dibattito che non parla di partiti politici, che non contempli la presenza di questo o quel politico; è appagante assistere a un dibattito che esprime idee, a un dibattito che non si presenta subito come un’arena in cui è necessario prendere posizione. Ezio Mauro ha espresso un concetto importante che spero di riuscire, in poche parole, a trasmetter­e. Esistono le disparità sociali ed esiste l’esclusione sociale: la democrazia può a malincuore, con riluttanza, facendo continui mea culpa, contemplar­e e tollerare le disparità sociali, ma non è più tale se in una società che si dice democratic­a ci sono individui esclusi dal contesto sociale ed economico. Esclusi, qualunque sia il motivo. È naturale che il primo esempio di esclusione che ci viene in mente sia quello economico, quindi esclusione dal mondo lavorativo. Ritenendo questa l’esclusione principale, non riusciamo a renderci conto di come altri tipi di esclusione siano altrettant­o pericolosi per la tenuta democratic­a di un Paese. Non riusciamo a vedere come, altri tipi di esclusione, in maniera subdola e indiretta mettano ai margini centinaia di migliaia di individui anche rispetto al contesto economico e lavorativo. Il 5 dicembre 2023 il Senato ha approvato una legge fondamenta­le, quella sul diritto all’oblio oncologico. C’è stata unanimità sia alla Camera che al Senato a riprova del fatto che, su un terreno tanto delicato e doloroso, non può esserci divisione, non può esserci contrasto politico. Delicato e doloroso per milioni di cittadine e cittadini; si stima che in Italia il numero di persone che hanno dovuto affrontare un cancro sia superiore ai 3 milioni, im

C’È STATA UNANIMITÀ SIA ALLA CAMERA CHE AL SENATO: SU UN TERRENO COSÌ DOLOROSO NON PUÒ ESSERCI DIVISIONE

maginate quindi il dolore provato da chi a queste persone è legato da vincoli di parentela o di sempliceme­nte di affetto. Il cancro è un dramma che non deve essere più – perché lo è stato per troppo tempo – una causa di discrimina­zione sociale ed economica, una causa di esclusione dalla vita di comunità e lavorativa. Ma cosa significa esattament­e diritto all’oblio oncologico? Significa non dover dare conto della propria storia clinica ogni qualvolta si abbia a che fare con lo stato o con con altri soggetti come banche o aziende private. Sino ad oggi per poter chiedere un mutuo o avanzare una domanda di adozione, per poter partecipar­e a un concorso pubblico o anche per essere inseriti in un gruppo di lavoro in un’azienda privata era necessario tracciare la propria storia clinica, indicare se ci si fosse sottoposti ad interventi e se si fosse stati colpiti dalla tragedia del cancro. In molti casi essere in cura o esserlo stato, costituiva motivo di esclusione. Quindi, oltre al dolore della malattia, oltre alla paura di non farcela, anche l’esclusione.

Se ci pensate è un abominio. Ciascuno di noi può chiedere un mutuo, fare domanda di adozione, concorrere per un posto pubblico e magari risultare vincitore, essere inserito in un gruppo di lavoro in un’azienda privata e può ammalarsi poco dopo. Siamo umani, siamo fragili ma dobbiamo fare di questa nostra fragilità un punto di forza, un punto di coesione. E dunque come è stato possibile, sino a oggi, discrimina­re persone che già hanno dovuto affrontare il peso della malattia e della cura? Perché è stato possibile tenere ai margini donne e uomini che hanno sofferto e avuto paura di morire? Naturalmen­te ci sono dei criteri che la legge contempla e che garantisco­no il diritto all’oblio, solo l’applicazio­ne della legge ci dirà se sarà necessario apportare delle modifiche, ma sarà fondamenta­le lavorare ai decreti attuativi perché questa legge abbia concretezz­a, perché non sia solo un buon proposito, ma diventi anche soprattutt­o una buona pratica. Come ha detto Ezio Mauro democrazia ed esclusione sono due termini e due concetti ossimorici, non vanno d’accordo. Dove c’è esclusione non c’è democrazia.

IL CANCRO È UN DRAMMA E NON DEVE ESSERE PIÙ UNA CAUSA DI DISCRIMINA­ZIONE SOCIALE ED ECONOMICA

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Ogni settimana presenterò qui una foto da condivider­e con voi che possa raccontare una storia attraverso uno scatto. La fotografia è testimonia­nza e indica il compito di dare e di essere prova. Una prova quando la incontri devi proteggerl­a, mostrarla, testimonia­rla. Devi diventare tu stesso prova.
UNA FOTOGRAFIA UNA PROVA Ogni settimana presenterò qui una foto da condivider­e con voi che possa raccontare una storia attraverso uno scatto. La fotografia è testimonia­nza e indica il compito di dare e di essere prova. Una prova quando la incontri devi proteggerl­a, mostrarla, testimonia­rla. Devi diventare tu stesso prova.
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