Corriere della Sera - Sette

STATI UNITI, l’elefante Trump

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5 novembre

Parlando di apocalisse politica-sociale, una delle narrazioni più sorprenden­ti è il romanzo Il mondo dietro di te (La nave di Teseo), da cui nel 2023 è stato tratto un film per Netflix: è la storia di due famiglie barricate in una casa isolata per un misterioso collasso tecnologic­o connesso a una invasione o un colpo di Stato. Rumaan Alan, scrittore americano con radici del Bangladesh, l’ha scritto prima del Covid e dell’assalto dei trumpiani a Capitol Hill. Una profezia distopica? La parola distopia, ci dice da New York via zoom, non gli piace. «Una parola alla moda, per i romanzi. Forse lo sguardo sulla realtà è sempre stato distopico, in certi autori. Di recente ho letto Ragazzi di vita di Pasolini, racconta le macerie dell’Italia che usciva dalla guerra, tutto sembra distrutto, perduto, anche la psiche dei personaggi, dei ragazzi, sono come animali. Quella è distopia? Per me è uno sguardo critico sulla realtà».

Parlando dell’elefante nella stanza, cioè Trump, Alan teme che possa vincere per almeno tre motivi.

LO SCRITTORE AMERICANO RUMAAN ALAN (1977) E LA COPERTINA DEL SUO ROMANZO IL MONDO DIETRO DI TE (LA NAVE DI TESEO), DIVENTATO UN FILM CON ETHAN HAWKE E JULIA

ROBERTS

Il primo: la debolezza di Biden. «A me piace, ma è un nonno, perché i giovani dovrebbero votarlo?» e poi sul Medio-oriente ha un elettorato diviso. Il secondo motivo: gli scontri con i tribunali che vogliono escludere Trump dalle elezioni in alcuni Stati «rafforzano nei suoi elettori l’idea che ci sia una cospirazio­ne per non farlo eleggere e spinge anche repubblica­ni non trumpiani a difenderlo». Terzo: la propaganda dei trumpiani è efficace perché semplifica e offende senza vergogna. «Ieri ho visto in tv Kellyanne Conway, che ha collaborat­o con Trump, descrivere così i democratic­i: “Si svegliano ogni mattina e guardano il calendario, è sempre il 6 gennaio, 2021, e loro prendono la loro auto elettrica e vanno ad abortire”. Una cosa folle da dire, non c’è niente di sbagliato a ripensare all’assalto di Capitol Hill del 6 gennaio 2021 come a una cosa grave, non c’è niente di sbagliato a guidare un’auto elettrica… e cosa c’entra il diritto all’aborto? Riguarda la scelta di una donna e nessun altro dovrebbe intromette­rsi. Questa sintesi è un tossico non-sense con cui danno sfogo alla loro isteria contro gli avversari. È spaventoso».

Cosa può cambiare le carte in tavola? Non la discesa in campo di Michelle Obama, «mi piace, ma non è una politica, non credo possa diventare un attore politico». Piuttosto, serve una mobilitazi­one efficace, come quella del 2020 contro le violenze della polizia ai danni degli afro-americani, nata dopo la morte di George Floyd, soffocato da un poliziotto, a cui ha ripetuto una frase poi diventata celebre nel movimento Black Lives Matter: «Non riesco a respirare». Quel movimento, ricorda Alan, «non ha cambiament­o materialme­nte le leggi, ma ci ha fatto capire che una linea era stata superata da tempo, e gli afro-americani lo sapevano da prima, ma in quel momento ce ne siamo accorti in tanti e si è scesi in piazza».

Buona apocalisse.

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