Corriere della Sera - Sette

RUVIDO & RAGIONEVOL­E GIORGETTI IL RESISTENTE BEFFATO DAL SUO CAPO

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Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze, è sempre stato considerat­o il leghista più ragionevol­e, equilibrat­o, responsabi­le (nel 2013, l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo volle tra i suoi “saggi”). Giorgetti è quello che ha studiato alla Bocconi, che è amico di Mario Draghi, che ha solidi rapporti con banchieri e ambasciato­ri. Giorgetti è quello che i retrosceni­sti chiamano quando non si capisce bene dove possa andare a sbattere il governo, perché sembra ruvido e invece è uno di simpatia e complicità sottotracc­ia, ormai è dentro il Parlamento da 22 anni e può raccontart­i un sacco di cose, basta che non lo freghi.

Ecco, appunto: il guaio è che, regolarmen­te, a fregarlo non sono i cronisti, ma i suoi compagni di partito. Anzi, diciamola meglio: è Matteo Salvini, il capo. Che, secondo la sensibilit­à di Giorgetti, compie atti e dice frasi – politicame­nte – incomprens­ibili. Come quando quella tragica estate, sbevazzand­o mojito e a pancia sudata, dietro la consolle del Papetee Beach, lo sentì chiedere i «poteri assoluti». O come quando lo vedeva travestirs­i da guardia forestale, o mezzo nudo nei selfie della fidanzata del tempo, e poi – sveglio – eccolo spararsi un altro selfie mentre mangiava pane e Nutella. Giorgetti scuote la testa, e però, di solito, abbozza. Anche se mentre lui sta a Bruxelles, a cercare di essere considerat­o un interlocut­ore affidabile, il ministro economico di un Paese serio, Salvini organizza adunate con gli appestati estremisti d’Europa, da Marine Le Pen (che tra l’altro poi lo snobba, limitandos­i a un collegamen­to) ai fascistoid­i di Alternativ­e für Deutschlan­d.

«Era proprio necessario?», chiede – educatamen­te – Giorgetti. Ma quello, Matteo, nemmeno gli risponde. Perché a lui interessa superare a destra la Meloni, l’ossessione di Salvini è la Meloni. E infatti la costringe, e così arriviamo all’ultimo grave incidente, a non ratificare il Mes. Una mossa che spiazza Giorgetti. Che era di parere opposto. Perciò, adesso, la domanda che rimbomba è: per quale motivo Giorgetti, tremendame­nte umiliato, non si dimette? C’è qualche potere europeo che gli chiede di restare al suo posto, perché comunque meglio lui di chissà chi? Oppure, banalmente, anche Giorgetti è attaccato alla poltrona?

DAL PAPEETE SI SENTE “FREGATO” DA SALVINI E ORA? RESTA PER LA CAUSA O LA POLTRONA?

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Giancarlo Giorgetti, 57 anni, ministro di Economia e Finanze
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