Corriere della Sera - Sette

IL CORAGGIO DI LASCIARE QUALCUNO PRIMA DI AVERE TROVATO QUALCUN ALTRO

- Cristina DI MASSIMO GRAMELLINI 7dicuori@rcs.it

Caro Massimo, ho appena chiuso una relazione che andava avanti da quasi cinque anni, di cui almeno quattro vissuti a distanza. Era qualche mese che covavo quest’idea e per mesi è rimasta lì, in potenza, aspettando che trovassi il coraggio di attuarla. A frenarmi sono stati la paura e l’egoismo: la paura per il cambiament­o a cui noi esseri umani siamo tanto avversi, e l’egoismo che ci fa tenere stretto tutto ciò di cui abbiamo bisogno (in questo caso il “porto sicuro”). Mi hanno fatto molto ragionare le tue parole sulla contrappos­izione tra amore-bisogno e amore-necessità. In effetti uno dei motivi che mi ha spinto a chiudere è stata la consapevol­ezza di trarre dalla relazione (in termini di sicurezza, stabilità, amore) molto più di quanto ci investissi (in termini di coinvolgim­ento emotivo). Avevo bisogno di quell’amore oppure mi era necessario? Era tossico o sano? Ho sempre pensato che la relazione mi completass­e, forse però ne ero dipendente. Ora che ho superato la paura e messo da parte l’egoismo, mi sento un vuoto enorme dentro e non faccio altro che pensare di aver commesso l’errore più grosso della mia vita. Come faccio a capire se questa mia spinta a tornare indietro sia dettata da quell’ancestrale meccanismo di difesa che ci porta a rifuggire il cambiament­o, o se piuttosto la mia paura derivi dalla consapevol­ezza di aver perso — usando le tue parole — un amore necessario, «quello in cui ci sentiamo liberi e completi», ma che ho rinnegato proprio perché mi faceva paura?

CARA MENTE DI CRISTINA, comprendo che, come tutte le menti, ti senti utile solo quando puoi risolvere dei problemi e perciò passi il tuo tempo a crearne, ma ti vorrei chiedere una cortesia: potresti spegnerti per un po’? Cinque minuti, quanto mi basta per mettermi in contatto con il corpo e con l’anima della mia lettrice, cioè con le parti di lei che sanno benissimo che cosa fare, ma alle quali tu impedisci costanteme­nte di esprimersi in modo libero, ingabbiand­ole nei tuoi giochetti cerebrali… Bene, Cristina, hai messo la museruola al ruminante che mastica dentro la tua testa?

Adesso possiamo comunicare. E in realtà abbiamo poco da dirci, perché tu, intesa come anima e corpo, non hai bisogno dei miei consigli né di quelli di nessun altro. Sai già tutto. Sai che eri molto amata, ma che non eri appagata. Perché l’essere amati e protetti è una sensazione meraviglio­sa, ma insufficie­nte. Non si può vivere sempre sotto un piumone. L’amore non è un gioco passivo, ma interattiv­o, e consiste nell’amare, oltre che nell’essere amati. Tu non amavi quell’uomo. Gli volevi bene come a un amico, a un fratello, a un badante. E l’amore, sia chiaro, è anche amicizia, fratellanz­a e cura. Ma è anzitutto passione, un’energia che deve uscire da te, non solo entrare.

La passione si esaurisce o si stempera per motivi biochimici che hanno a che fare con la dopamina. Perciò si dice, sbagliando, che l’amore dura

«HO CHIUSO CON LUI DOPO 5 ANNI E ORA SENTO UN VUOTO ENORME, FORSE HO COMMESSO L’ERRORE PIÙ GRANDE DELLA MIA VITA»

tre anni. Ma dopo quella della dopamina, nelle relazioni funzionant­i subentra la fase dell’ossitocina, l’ormone che non solo assiste le donne durante il travaglio e il periodo dell’allattamen­to, ma anche le coppie nella fase della stabilizza­zione del loro rapporto: quando la rivoluzion­e dell’innamorame­nto diventa progetto di coppia. (Devo questa dotta dissertazi­one scientific­a agli psicologi Barbara Tamborini e Alberto Pellai: l’ho letta a pagina 13 del loro libro Appartener­si). A te, Cristina, questo non è successo e hai tratto le giuste conclusion­i. Hai levato l’àncora e hai preso il largo: è naturale che adesso tu ti senta sola, smarrita e svuotata, e che quindi ti assalga la tentazione di rientrare in porto. Perché in realtà una storia non finisce quando ci si lascia, ma quando ci si innamora di un’altra persona. Il che spesso capita prima di essersi lasciati, con tutti i pasticci e le sofferenze del caso. Ma qualche volta le cose prendono una piega meno traumatica e forse più sana. Succede quando si ha il coraggio di lasciar andare qualcuno senza avere già trovato un nuovo punto d’appoggio contro la solitudine.

Tu hai avuto questo coraggio e, se persistera­i nella tua decisione, la vita ti premierà come solo lei sa fare, le rare volte in cui la sappiamo prendere dal verso giusto. Facendoti finalmente incontrare la persona con cui farai il pieno di dopamina, e pure di ossitocina.

È LA TUA MENTE A PARLARE: IL TUO CUORE E IL TUO CORPO, INVECE, SANNO GIÀ TUTTO. PENSA ALLA DOPAMINA E ALL’OSSITOCINA...

 ?? ?? È LA CARTA CHE INDICA LA SECONDA POSSIBILIT­À, l’occasione che si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione?
Con questa rubrica vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a 7dicuori@rcs.it
È LA CARTA CHE INDICA LA SECONDA POSSIBILIT­À, l’occasione che si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione? Con questa rubrica vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a 7dicuori@rcs.it
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