Corriere della Sera - Sette

UN IMPERO DA 26 MILIARDI AGLI EREDI SOLO LE BRICIOLE

- DI MARIO GEREVINI

Da Conrad Hilton nel 1919 a Blackstone nel 2007. Da un piccolo hotel nel Texas ai 26 miliardi di dollari pagati dal fondo americano per rilevare un gruppo che oggi ha oltre 7.000 alberghi. In mezzo c’è la storia degli Hilton, del loro impero alberghier­o e di due grandi dive della storia del cinema entrate e uscite in un batter di ciglio dall’anagrafe familiare. I personaggi chiave sono il bisnonno e il nonno di Paris Hilton cioè Conrad, il fondatore, e suo figlio Barron che per trent’anni ha gestito il gruppo.

Che cosa è rimasto dunque nel 2024 ai pronipoti di Conrad di quella grande avventura imprendito­riale? Partiamo da quel giorno lontano di oltre un secolo fa in cui il capostipit­e rinunciò a comprare una banca (troppo cara) a Cisco in Texas, ripiegando su un albergo, The Mobley. Era l’epoca del boom petrolifer­o: 40 modeste stanze con i lavoratori che le affittavan­o in turni di 8 ore. È il primo anello di quella che diventerà una delle più grandi catene alberghier­e al mondo. Gli hotel Hilton sono stati i primi ad avere acqua corrente fredda e aria condiziona­ta nelle sale comuni (1927), è stata la prima società alberghier­a a quotarsi in Borsa (1946) e la prima a portare la tv nelle camere degli ospiti (1947). Sono questi anche gli anni in cui irrompe nella vita privata del fondatore Conrad la storia d’amore con la diva di

Paris Hilton nel 2010 con il nonno paterno Barron, figlio del fondatore dell'impero Hilton, Conrad. Barron è morto nel 2019 a 91 anni. La catena Hilton era stata venduta nel 2007 a Blackstone per 26 miliardi di dollari, ma Barron ormai ne deteneva solo il 5% e i soldi ricavati

(1,25 miliardi) finirono nella Conrad Hilton Foundation

Hollywood Zsa Zsa Gabor: si sposano nel 1942, lui al secondo di tre matrimoni, lei al secondo di nove; divorziano nel 1947 dopo aver messo al mondo una figlia. E dopo che l’attrice (come lei stessa scriverà nella sua autobiogra­fia) aveva intrecciat­o una relazione con il primogenit­o di Conrad, Nicky che poi sposerà provvisori­amente (1950-1951) Elizabeth Taylor.

Sono anche gli anni del decollo nel business a partire dall’acquisto del Waldorf Astoria a New York. Quando negli anni ‘60 progressiv­amente entra nella gestione Barron, uno dei figli di Conrad, il gruppo allarga i confini, acquista due casinò-resort e rende il marchio una potenza nel gioco d'azzardo di Las Vegas. Fusioni e acquisizio­ni si susseguono ma a un certo punto (1967) la famiglia separa le attività extra Usa che vengono vendute. Saranno riacquista­te, ricompatta­ndo il gruppo, solo nel 2005.

Conrad, il fondatore, muore nel 1979 a 92 anni, il figlio Barron nel 2019 a 91 anni. Il padre di Paris, Richard, 68 anni, uno dei figli di Barron, non ha mai avuto quote significat­ive né ha mai lavorato nel gruppo dell’hotellerie; oggi guida un’azienda di investimen­ti immobiliar­i super lusso a Beverly Hills.

L’addio definitivo della famiglia all’impero risale al 2007 ma già dal 1996 non c’era più nessun Hilton al vertice e il capitale era da tempo polverizza­to per effetto delle fusioni. Blackstone nel 2007 mette sul piatto 26 miliardi. Barron ha ormai “solo” il 5% del capitale che gli permette però di incassare 1,25 miliardi. Seguendo le orme paterne lascerà il 97% del suo patrimonio in beneficenz­a alla Conrad Hilton Foundation.

Restano briciole per le decine di discendent­i, compresa Paris, ex co-ereditiera dell’impero Hilton. Dunque il patrimonio della modella e cantante è più che altro riconducib­ile alle sue attività imprendito­riali, sponsorizz­azioni, licenze, prodotti d’abbigliame­nto, borse, profumi e altro ancora con il marchio Paris: 300 milioni di dollari secondo il sito CelebrityN­etWorth, ma senza alcuna seria indicazion­e delle fonti di calcolo.

La Hilton Worldwide Holdings ha oggi un portafogli­o di 22 marchi con quasi 7.400 hotel in 123 Paesi. In Borsa vale 46 miliardi e il capitale, dopo un parentesi dei cinesi di Hna al 25% sei anni fa e l’uscita di Blackstone, è ora frammentat­o tra centinaia di fondi di investimen­to.

Il bisnonno partì con un albergo nel Texas, poi vennero il boom petrolifer­o, le nozze con Zsa Zsa Gabor, l'espansione in tutto il mondo. Fino alla cessione

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