LA CREATURA DI GYEONGSEONG STORIA & AMORE
Gyeongseong, 1945. L’occupazione/colonizzazione giapponese cominciata 35 anni prima sta per finire perché Tokyo è sotto i bombardamenti americani. A Gyeongseong, così si chiamava Seoul in quel periodo, si respira un’aria molto pesante. Jang Tae-sang è il raffinato proprietario del banco dei pegni, l’uomo più informato della città, capace com’è di destreggiarsi negli spazi vuoti e pericolosi della coabitazione tra i coreani e gli usurpatori giapponesi.
Sulla sua strada incontra Yoon Chae-ok, una investigatrice mossa da un obiettivo segreto. Al centro, i misteri dell’ospedale di Ongseong, nelle cui viscere si nasconde “la creatura”. Spiega il direttore della serie Choi
Gi-ho: «Ho voluto raccontare come la natura umana sa affrontare periodi tormentati e situazioni complesse». Il lavoro per costruire il set, 1500 metri quadrati destinati in particolare alla splendida Casa del tesoro d’oro, il banco dei pegni, e al Moonlight bar, è stato lungo e molto accurato. Così come la scelta degli abiti dei protagonisti: Tae-sang, ad esempio, indossa vestiti sartoriali italiani, che lo definiscono come uomo ricco, potente ed elegante. La serie La creatura di Gyeongseong (da pochi giorni è uscita su Netflix la seconda stagione) è un classico period drama, le storie dei protagonisti sono profondamente legate al contesto storico, uno dei più dolorosi vissuti dalla Corea, da secoli oggetto delle mire espansionistiche giapponesi. Forse anche questo, l’avere vicini ingombranti come anche la Nord Corea, ha cementato l’unità di un popolo sorprendente. Guardate e capirete.